Ieri a Baku, sulle rive del Caspio, è arrivata la 33/a medaglia italiana agli EYOF, la sesta maschile, quarta di bronzo. E nelle sette edizioni precedenti, soltanto il gruppo del 2013 composto da Carlo Macchini, Nicola Bartolini e Marco Sarruggerio era riuscito, in Olanda, a fare altrettanto. Sebbene, infatti, l’esordio del Festival Olimpico della Gioventù Europea risale a Belgrado 1991, la ginnastica artistica è entrata nel programma COE due anni dopo, nel 1993 a Valkenswaard, ma gli uomini faranno la loro prima apparizione a Lignano Sabbiadoro nel 2005. Da allora la sezione GAM ha collezionato l’oro di Macchini alla sbarra di Utrecht, l’argento di Nicolò Mozzato nella stessa specialità a Gyor nel 2017, i due terzi posti di Lorenzo Galli al cavallo con maniglie e sempre alla sbarra a Tblisi nel 2015. Tutti ginnasti che oggi fanno parte della Nazionale Maggiore e che hanno iniziato la loro carriera con l’esperienza formativa dell’European Youth Olympic Festival. Adesso tocca a Lorenzo Bonicelli della Ghislanzoni GAL, che si allena presso il polo tecnico federale di Seveso con Paolo Quarto e Pamela Cauli, a Ivan Brunello dell’Ares, seguito sempre dalla tecnica meneghina, e a Lorenzo Casali, tesserato per la Giovanile Ancona e cresciuto nelle Marche da Fabrizio Marcotullio. Tre piccoli atleti, classe 2002, dunque giovanissimi e per questo sotto l’egida del responsabile della Squadra juniores, Nicola Costa, che ne ha seguito tutta la preparazione. Il progetto, supervisionato ovviamente dal DTN Giuseppe Cocciaro, con l’aiuto del Team Manager Andrea Facci, sta dando i frutti sperati oltre che barlumi di un domani radioso per l’ItalGAM. “E’ dal 2016 che Casali e Brunello si contendono i podi di tutte le gare alle quali partecipano – ci racconta la Cauli, raggiunta telefonicamente nella Milli Gimnastika Arenasi, la stessa che ospiterà i Mondiali di Ritmica il prossimo settembre – Qui la squadra ha fatto lo stesso punteggio dei Mondiali di Gyor (con Mirko Galimberti a supporto, ndr.), però sporcando la parallela pari, dove non c’era adeguata copertura. Questo ci conferma la stabilità tecnica del team e ci dà addirittura dei margini di miglioramento. I ragazzi sono intercambiabili, affidabili e molto uniti. Perciò la mancanza di punte deve essere letta, in questa fase, come disponibilità a mettersi al servizio del gruppo. Che è la mentalità giusta per arrivare lontano”. Magari agli Europei di categoria che si disputeranno di nuovo a Baku dal 28 al 31 maggio dell’anno venturo. Il terzetto magico della rassegna iridata ungherese, con la riprova in campo "quasi olimpico", dovrebbe costituire l’ossatura della rappresentativa maschile del prossimo futuro, già a cominciare dalla manifestazione continentale del 2020. “Davanti al momento c’è l’Ucraina che presenta un codice da senior e la Russia, che però appare già più attaccabile sulle note D” – conclude l’allenatrice dell’Ares di Cinisello Balsamo. In attesa di affrontare la sfida di Stoccarda con la rappresentativa capitanata da Marco Lodadio sulla Road to Tokyo 2020, la FGI è più che un passo avanti sulla strada che porta a Parigi 2024 e a Los Angeles 2028. Piccoli passi che significano un grande balzo per la Sezione più titolata della Federginnastica. E come altre indimenticabili avventure sono iniziate da manifestazione di categoria – pensiamo alle Universiadi di Buffalo del 1993 per la generazione di Jury Chechi, Paolo Bucci, Boris Preti e Gianmatteo Centazzo, tanto per citarne alcuni, oppure ai Giochi del Mediterraneo di Tunisi 2001 quando esplosero i vari Cassina, Busnari, Morandi e compagni – alla stessa maniera ci auguriamo di ricordare Baku e Gyor come il principio di un’altra bella storia della nostra amata Maschile.  

di David Ciaralli