




Desio - Centofanti e Mogurean al passo d'addio ma il loro fuoco brucerà per sempre!
“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano, amori indivisibili, indissolubili, inseparabili. Ma amici mai.” Come cantava Antonello Venditti ci sono sentimenti che non sono negoziabili. E non c’è scelta più radicale di un addio. Ma quella di Martina Centofanti e di Daniela Mogurean non è stata una decisione facile, e l'hanno resa ufficiale questa sera, dopo averla anticipata in settimana, alla Federazione e all'Aeronautica Militare che, fino all'ultimo, ne hanno rispettato modi e tempi. Cocciante diceva, “quando finisce un amore così, ti senti un nodo nella gola, ti senti un buco nello stomaco, ti senti vuoto nella testa e non capisci niente”. Marty e Dana, in pedana, sono state fuoco e fiamme, e non c’è cenere che possa ridurle a brace.
La classe 1998, cresciuta nella Polimnia con Liliana Iacomini e Michela Conti, è riuscita in soli dieci anni ad eguagliare un altro mito capitolino, la diva Elisa Santoni. In realtà quest’ultima ha aperto la strada con l’argento ad Atene, bissato poi dal bronzo di Londra, mentre “Martina100” ha conquistato due terzi posti di fila, ai Giochi di Tokyo 2021 e di Parigi 2024. Però, oltre alla quantità di metallo, al di là del pregio, ad accumunare le due romane è stato il numero di partecipazioni olimpiche: tre per parte, record assoluto tra le componenti degli Insiemi Italiani, con Elisa Blanchi e Alessia Maurelli. La quasi ventisettenne laziale è entrata in corsa proprio nel ciclo post londinese, dopo un’esperienza nella squadretta juniores, agli Europei di categoria a Vienna, nel 2013. Il primo dei suoi sette mondiali sarà Stoccarda 2015, dove vincerà l’oro con i cinque nastri, l’argento nel misto, conquistando il pass per Rio de Janeiro. Il Brasile fu una cocente delusione: il legno brucia, si sa, per definizione, ma quella medaglia persa si ritrovò nell’amicizia con la Maurelli, perché entrambe si promisero di lavare nel fuoco giapponese anche la loro delusione.
La rassegna iridata di Pesaro 2017 fu il nuovo inizio. Le crisalidi carioca divennero Farfalle banzai con l’oro ai cinque cerchi, che guarda caso è pure il simbolo del Cio. Nemmeno una pandemia è riuscita a frenare il loro patto di sangue e una qualifica conquistata con grande anticipo, ai Mondiali di Sofia nel 2018, tra l’altro sulla piazza d’onore del Completo, testimoniava, già da prima, l’irrefrenabile voglia d’Olimpo. Il traguardo provò a scappare via di un anno, la rincorsa di Martina e compagne però era inarrestabile e dopo giri immensi gli amori indivisibili, indissolubili, inseparabili sono finiti dov’era destino, sul podio dell’Ariake Gymnastics Centre. Da allora Centofanti è diventato il cognome di un’olimpionica più che quello di un calciatore e papà poteva dirsi davvero Felice, di nome e di fatto.
In quel quintetto di bronzo c’era pure Daniela Mogurean, classe 2001, salita al volo sull’Oriente Express, dopo, anche lei, una rapida esperienza nella Nazionale giovanile con le 5 palle del “Cuore Matto” di Minsk. La ventitreenne di Chisinau, capitale della Moldavia, sbocciata ginnicamente nell’ASG Vis Favaro con Olga Zaytzeva, passata all’Ardor Padova, è diventata titolare nel bel mezzo dell’emergenza Covid, cominciando a macinare chilometri di pedana dagli Europei di Varna in Bulgaria, pochi mesi prima della partenza per Tokyo. Per anni “Dana”, come la chiamano le sue amiche del cuore, è stata una cosiddetta riserva e si è fatta trovare pronta nel momento in cui il Sol Levante ha visto finalmente l’alba, all’orizzonte dei vaccini. Tre i mondiali, quattro le competizioni continentali, contro le sei della veterana Martina, due Olimpiadi. La seconda ce l’abbiamo ancora tutti negli occhi.
Con il pubblico, finalmente, e quello è stato il nuovo patto che Dana, Marty, Alessia e Agnese Duranti (per tutti Agne), con Laura Paris al posto di Martina Santandrea, strinsero nella desolazione dell’Ariake, con le mascherine sulla bocca e le lacrime agli occhi. Le fiamme ardono per scaldare la gente, senza spettatori è un fuoco fatuo. E allora giù a far legna all’Accademia di Desio, la casa delle Farfalle che avevano inaugurato a settembre del 2018. Se la Centofanti era il metronomo delle guerriere, Mogurean faceva la tuttocampista. Un lancio prendeva una strana piega, tranquilli, c’era Daniela a salvare. Martina era tanto plastica e versatile quanto tecnicamente solida, mentre l’altra è stata energia pura, una scossa elettrica costante che legava le coreografie tra i suoi cinque elettroni, con la tensione e la resistenza della materia in movimento, trascinando il gruppo al grido di “never give up”.
Ambedue vincenti, che le Coppe del Mondo non si contano, le rivedremo in eterno, nei libri di storia della FGI ultracentenaria, a Casa Italia di Bois de Boulogne, festeggiare il secondo bronzo olimpico. E se il Coronavirus non aveva frenato le Butterfly-Ninja, l’Estasi dell’Oro non è stata interrotta da quasi due anni di polemiche. Marty e Dana hanno tenuto duro, perché certi amori non finiscono. Poi, dopo il ritiro di Maurelli e Duranti, alla fine del 2024, con il cambio tecnico deciso dalla nuova dirigenza federale, le difficoltà sono diventate tali, stavolta, da raffreddare gli entusiasmi più accesi. Le due aviere del Gruppo Sportivo dell’Aeronautica Militare, così, si sono ritirate nell’hangar per metabolizzare, rimanendo sempre vicino alla pista di decollo delle nuove Farfalle, non facendo mancare loro il supporto dalla torre di controllo.
Quel gran genio del da Vinci sul finire del ‘400 profetizzava: “Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare”. Amici mai, la ginnastica è amore. Martina Centofanti e Daniela Mogurean ce l’hanno tatuato sulla pelle, sotto ai cinque cerchi. Reinventarsi, dopotutto, non sarebbe stato facile e così meglio chiudere, per inventare qualcosa di diverso, magari come Leonardo: un modo di volare differente, sulle ali dell’immaginazione, in un futuro tutto da scoprire.