Questa notte, quando in Australia saranno le 11 di martedì, parte la sessione di qualificazione dell’artistica maschile. Agli anelli salirà Andrea Coppolino, al suo quarto mondiale. Dopo il titolo juniores nel '96 il ginnasta di Novedrate (Co) fa il suo esordio ai Mondiali in Cina, ed è subito quinto. Nel 2000 si laurea campione assoluto agli anelli e a Gand, l’anno successivo, conquista il bronzo, così come ad Anaheim nel 2003, ma parimerito con Matteo Morandi. Adesso, dopo l’oro agli Europei di Debrecen, è considerato uno dei favoriti al titolo australiano.
“Mi presento con un nuovo esercizio, molto più congeniale alle mie caratteristiche, rispetto a quello di giugno in Ungheria – ha detto Andrea – la difficoltà è la stessa ma c’è qualche effetto speciale per distinguermi dagli altri ed impressionare la giuria. In gara ho provato i nuovi movimenti sia a Torino, in occasione del Grand Prix, sia agli Assoluti di Ancona. Carattere introverso, umile ma determinato, Coppolino è un altro prodotto della fabbrica di campioni che fa capo a Maurizio Allievi e Franco Giorgetti ed ha sede sociale nella Ginnastica Meda, la stessa palestra dove si allenano Cassina ed Angioletti. “Se dovessi raggiungere i traguardi di Igor sono consapevole che dovrò lavorare un po’ sulla mia timidezza – ha confessato il 26enne lombardo - anche se ora devo concentrarmi sul mio esercizio, senza pensare al dopo”. A chi gli rimprovera di essere un perfezionista e gli fa notare che a volte – vedi Hambuechen alla sbarra di Debrecen – premia più fare il compitino che cercare sempre il capolavoro risponde deciso: “non è il caso di questi Mondiali dove se non sei perfetto non riesci neanche ad entrare in finale. Forse eccedere nella ricerca del limite in gare più semplici può sembrare un errore, ma poi quando arrivi a certi livelli ti rendi conto che è stato un bene allenarsi sempre per il massimo”. D’altra parte questa sembra una caratteristica della squadra azzurra, non accontentarsi mai della mediocrità a costo di sbagliare e non salire neanche sul podio. Cassina docet. “Non mi sentirò realizzato – aggiunge Coppolino – fino a che non avrò partecipato e vinto un’Olimpiade. Questo pensiero fisso, che potrebbe sembrare il frutto di un animo superbo, al contrario, è stato la molla che ha permesso al campione di oggi di vincere il brutto infortunio del 2004. “Quando mi ruppi il legamento crociato del ginocchio non pensai al ritiro perché sentivo di dover ancora sfruttare in pieno le mie potenzialità atletiche – racconta – Vincere il Campionato del Mondo sarebbe un grande traguardo, da dedicare a me stesso, alla mia famiglia e alla mia ragazza, ma non posso nascondere il desiderio di arrivare a Pechino 2008. Qualunque risultato farò a Melbourne, quindi, rappresenterà solo un ulteriore stimolo per andare avanti”. Non siamo, evidentemente, di fronte ad un Icaro che punta il Sole ma ad un uomo che vuole realizzare in pieno il proprio destino, consapevole dei mezzi straordinari che la natura gli ha donato e che, con il lavoro e la fatica, ogni giorno rifinisce. “Si diventa specialisti per caso – conclude Andrea Coppolino – Anche se eseguo i sei esercizi quando devo portare il mio contributo alla squadra, ho sempre avuto una predilezione per gli anelli. E’ come una dote, non va buttata via”.

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http://www.gymnastics.org.au/2005worlds/