Aarhus – giornata grigia e ventosa, con un pallido sole nordico a far capolino dal Kattegat, il braccio di mare sul quale si affaccia il porto danese, dove sta per partire il 39° Campionato del Mondo di Ginnastica Artistica. Gli azzurri stanno sostenendo la seconda giornata di allenamenti, in attesa, domani, di prendere confidenza con il podio di gara. Al mattino Vanessa Ferrari e compagne hanno provato sul campo tre, la Small Ingerslev Hall, per un’ora e mezza. Federica Macrì ha forzato la caviglia dolorante, assistita nelle uscite alla parallele da Diego Pecar, il suo allenatore di Trieste, e tentando qualche salto all’indietro nel corpo libero. Per la ginnasta dell’Artistica ’81 prosegue il programma di recupero, sia in palestra che con le sedute fisioterapiche di Salvatore Scintu. “Ci sono alcuni atleti che hanno bisogno di fasciature preventive e contenitive, per lassità, ad esempio, alle caviglie – ci racconta il fisioterapista azzurro, al seguito delle rappresentative di ginnastica da più di 20 anni – altri, invece, necessitano di trattamenti diversi. Intanto i bendaggi devono essere funzionali, in quanto non devono bloccale la mobilità dell’arto”. La stanza 1229 dello Scandic Hotel, che nella reception risulta abitata dal signor Scintu, in realtà è il vero punto di ritrovo della nazionale italiana. Qui, a qualunque ora del giorno o della notte, c’è un atleta sul lettino portatile di Salvatore, pronto ad essere massaggiato dalle sue mani d’oro, l’arma segreta di questa Italia vincente. “Potrei raccontare centinaia di aneddoti, a cominciare da Jury Chechi che ho trattato da quando era bambino. Ma questa stanza è come un confessionale. Qui gli atleti vengono a farsi curare piccoli o grandi problemi muscolari, ma soprattutto trovano l’ambiente giusto per rilassarsi. E’ per questo che, anche se lo spazio è piccolo, i ragazzi e le ragazze amano stare tutti insieme ad aspettare il proprio turno. Sono momenti importanti che servono per fare gruppo”. In questo modo il letto di Salvatore, spostato da un lato come fosse d’intralcio, diventa una sala d’attesa, dove piccole campionesse in pigiama scherzano e ridono mentre Enrico Casella le minaccia, per gioco, con un fibrolisore. “Ieri sera con il Pozzo abbiamo finito all’una di notte – riprende Scintu, che fa questo mestiere da una vita ed è arrivato oggi ad avere uno studio medico fisioterapico, in via Vitruvio 38, tra i più frequentati di Milano – Se decidi di dedicarti alla riabilitazione sportiva, soprattutto a questi livelli, lo fai per passione ed il fatto di essere sempre disponibili è il minimo che puoi fare, altrimenti è meglio che resti a casa”. Mentre ti dice questo, Salva, come lo chiamano affettuosamente tutti, ti offre un caffè espresso, come qui in Danimarca puoi solo sognarti, fatto con la sua moca da viaggio, con tanto di schiumetta tipo bar. La sensazione di confort è totale. Dopo pochi minuti, anche se non sei massaggiato da quelle mani grandi del piccolo fisioterapista sardo, ti senti subito conquistato da questa atmosfera di assoluto relax. “Ho fatto Olimpiadi e Mondiali con questi ragazzi, e con quelli che sono venuti prima di loro. Mi piace pensare che un pezzetto delle loro medaglie sia anche un po’ mio”. Carlotta Giovannini, che è sotto, distesa, per una fasciatura, alza per un momento la testa ed annuisce con affetto e riconoscenza. “Ti ricordi a Volos quella volta ?– inizia la ginnasta della Biancoverde Imola che proprio in Grecia, con la squadra, vinse un oro storico – Ti ricordi Salva?. Scintu annuisce e glissa perché non vuole che escano da quel “santa santorum” momenti di vita vissuta che sono solo loro. Anche quei momenti hanno contribuito a costruire un trionfo e per questo vanno custoditi gelosamente. Anche per questo Carlotta annuisce quando Salvatore rivendica un oncia di quell’oro. “Ho lavorato tanti anni in ospedale come infermiere specializzato – ricorda Scintu, mentre ritaglia le forme dei plantari - poi come assistente in sala operatoria. Mi sono occupato di riabilitazione neurologica, dove ho imparato a trattare con la sofferenza. Poi è arrivato lo sport, con la F1, il Rugby e la Ginnastica. I malati sono diversi - ora magari mi occupo principalmente di aspetti traumatologici - ma il rispetto per la persona è sempre lo stesso”. La pausa è finita. La femminile alle 17.00 riprende gli allenamenti. Finiranno alle 20.00. I maschi intanto dopo il turno dalle 13.00 alle 15.30, riprenderanno alle 19.30 sempre alla Viby Hall. Alle 21.00 doccia ed albergo, dove li attende la stanza 1229, con le macchine degli ultrasuoni e delle elettroterapie antalgiche e stimolanti al posto dei comodini, e quella del caffè nella presa dell’abajour.

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