Già la Ginnastica non è uno sport facile, poi fare un flic avvitato su una trave mondiale alle 9.00 del mattino - quando le giurie stanno ancora smaltendo il cappuccino e gli occhi degli addetti ai lavori ti stanno puntati addosso come avvoltoi – diventa davvero dura. C’è riuscita con un’apparente disinvoltura Vanessa Ferrari, il gioiellino del diadema azzurro. Apparente, perché nella prova podio quel salto non le era riuscito e con la caduta era venuta giù anche qualche lacrima di delusione. Sugli spalti, però, ci sono mamma Galia e papà Giovanni a tenerla salda in cuore e Vanny non è il tipo che si scioglie al pallido sole di una mattinata danese. Ma veniamo alla cronaca. Quando spuntano dal warm up le campionesse d’Europa si ritrovano davanti a quella trave minacciosa, che pare più alta del solito. Un piccolo battibecco con la giuria tecnica per il posizionamento del tappetino d’uscita, pochi minuti di prova, pronti e via. Monica Bergamelli, 22 anni e 5 mondiali alle spalle, sale sull’attrezzo con la serenità di un ministeriale che timbra il cartellino. Alla capitana, di essere la prima atleta a presentarsi davanti ad un’orchestra di giudici che, senza termini di paragone devono ancora accordare gli strumenti, non fa né caldo né freddo. 14.700 e avanti la prossima. Tocca alla compagna della Brixia. La Ferrari salta e stoppa come se avesse i chiodi nei piedi e non nella mano e si presenta al mondo con un 15.375. La Coza e la Bradaschia tremano come pulcini bagnati. Per entrambe è una prima assoluta, non solo mondiale. Le avevamo viste a Trieste, nell’incontro amichevole con la Russia, dove Lia Parolari e Francesca Benolli si erano infortunate, aprendo loro le porte della nazionale. Lorena, la rumena “de Roma”, cade ma si rialza e porta a casa un 13.350 utile alla causa. Sarà cade due volte, prende un 12.625 - che per la regola dei quattro punteggi buoni su cinque potrebbe non crear danni – e sbarra i due occhioni smeraldo. Enrico Casella, il tecnico azzurro, le parla a lungo. Il fratellino piccolo scende i gradoni della NRGi Arena e le stampa un bel bacio sulle labbra. Intanto le compagne sono tutte intorno a Fede. La Macrì, con una caviglia che le ha dato noia per tutta la settimana, deve rosicchiare qualche punto per tenere in alto la squadra. La ginnasta dell’Artistica ’81 è perfetta e ottiene un 14.175, che porta il totale dell’Italia a 57.600. “Ora, tolta la trave, ci divertiamo”, avranno pensato le ragazze durante la rotazione degli attrezzi. Forse l’unica con la scimmia ancora sulla spalla è la Bradaschia, che si leva il peso con un corpo libero veramente liberatorio. Il suo 13.875 a passo di valzer tradisce solo qualche scarso nei salti acrobatici. Il computer Bergamelli, sensuale e provocante su un pezzo jazz, continua i suoi calcoli matematici addizionando un 14.025 come se nulla fosse. A questo punto si affaccia sulla scena “Tsunami” Giovannini. Sulle note de “La maledizione della prima luna” la ginnasta più esplosiva e dirompente del sestetto non riesce a frenare la sua voglia di fare e alla fine paga con un 13.375. Carlotta ha qualità atletiche fuori del comune. Se imparerà a controllare la sua naturale irruenza sentiremo ancora parlare di lei. Le note del Nessun Dorma pucciniano introducono la Ferrari. Qualcuno giura di aver letto sul labiale di Vanessa, che nei pochi minuti di riscaldamento si era sgranchita con uno Tsukahara avvitato, un superbo “Vincerò!”. I giurati sono d’accordo e lo certificano con un 15.375. A voler cercare il pelo nell’uovo la bresciana dimostra di faticare più sulla parte artistica che su quella acrobatica. infatti il suo 16.400 di partenza scende a 16.300 per una piroetta da un giro e mezzo anziché tre. Lo staff tecnico azzurro, intanto, decide di rinunciare all’esercizio della Macrì per risparmiarle rischi alla caviglia. Sono buoni 4 su 4 e ci accontentiamo di un 56.650 complessivo, anche perché Federica deve scaldare i motori per il volteggio, dove può e deve darci tanto. Parte la Bradaschia: rondata flic teso con un avvitamento che vale 13.850. Segue la Bergamelli con lo stesso salto e prende poco meno (13.825). la Ferrari di avvitamenti ne fa due e vola a 14.650. Solo Carlotta Giovannini fa due salti: nel primo, quello per la squadra, ottiene 14.800; nel secondo, quello per se stessa, 14.025. La media è un 14.412 che farà tremare fino all’ultimo la ginnasta romagnola per l’accesso alla finale di specialità. Chiude la Macrì con un 14.525 che rende scartabile il punteggio di Monica e porta all’Italia un 57.825 secondo solo al totale delle coreane. La splendida cavalcata italiana si conclude alle parallele asimmetriche, dove le ragazze potranno riposare un po’ le gambe. Gli esercizi della Coza (13.700) e della Macrì (13.575) erano stati volutamente alleggeriti per una maggiore sicurezza, sempre nell’ottica del risultato di squadra, prioritario in Danimarca rispetto alle singole aspettative individuali. La Bergamelli chiude il bilancio con un 13.575, mentre la Giovannini pare il diavoletto della Tasmania e con una routine pulita regala alla Patria un bel 14.375. E’ di nuovo il turno della Ferrari. Le azzurre sono comunque in testa al girone, ma qualche punto in più può far comodo per il Concorso IV. Anche lo spettatore più distratto posa il popcorn e mette a fuoco il doppio staggio. Il 15.700 dell’azzurra vale il biglietto e, con il 57.350 complessivo alle parallele, proietta la nazionale italiana verso un 229.425 che può valere la finale ad 8. Al termine della gara il commento più divertente è stato quello di Casella: “Finalmente abbiamo finito di svegliarci all’alba”.