Vanessa Ferrari ad Amsterdam sta dimostrando tutto il suo valore e soprattutto di non aver perso di vista, dopo il successo di Aarhus, il suo principale obiettivo, vincere tutto, lasciando un segno indelebile nella storia di questa specialità. Nello sport ci possono essere due tipi di comportamenti vincenti: quello di chi si accontenta del risultato raggiunto e pensa a monetizzarlo, sfruttando il mondo della comunicazione e quello di chi non ama vivere di rendita e si suda la celebrità fino all’ultima goccia, ignorando le sirene dei media, per cercare di entrare nella leggenda. Vanessa rientra in questa seconda tipologia. Orgogliosa, antidiva nella sua austera divinità, determinata e carismatica. La Ferrari è solo un’adolescente ma sono già dieci anni che si impegna oltre ogni immaginazione per realizzare i suoi sogni di bambina. Quanti, alla sua età, posso dire altrettanto in una società come quella italiana dove i nostri figli fanno capolino dal bozzolo caldo della famiglia non prima dei 35 anni. Dobbiamo prendere esempio da Vanessa e dall’educazione che infonde l’ambiente della ginnastica. “Nella mia cameretta – ci racconta la bresciana - ho un poster di Nadia Comaneci con una sua frase che dice: «Quando sei una giovane ginnasta le parallele sono sempre molto alte». Nadia fu la prima a raggiungere la perfezione collezionando non un dieci, ma bensì sette. Queste parole mi hanno fatto capire che se saprò lavorare duro verrà anche per me il momento di raggiungere l’impossibile”. Ormai nulla è impossibile per Vanessa e nulla, neppure la malasorte, può toglierle il gusto della raccolta, dopo tanta semina, perché la Ferrari ha i suoi rimedi contro la sfortuna. “Sono solo rituali scaramantici – ci spiega - Ad esempio quando gareggio mio papà deve indossare sempre una maglietta rossa e mia mamma deve stare seduta in un posto particolare del palazzetto e sopratutto, prima della gara, mi devo truccare gli occhi con la matita della mia compagna Monica Bergamelli”. La piccola bresciana, con Monica e i genitori attorno non ha paura di nulla, anche se, al momento la sua principale preoccupazione non sono gli assalti della Izbasa o della Memmel, bensì i dispetti dei fratellini. “E’ vero, litighiamo spesso. Ci nascondiamo le cose e quelle che mi nasconde Ivan non le trovo quasi mai. La cosa che mi fa più ridere al mondo, comunque, è prendere in giro quei due là”. Vanessa, rispetto a Michele ed Ivan che seguono e praticano altre discipline, ha scelto la ginnastica perché è particolarmente portata all’acrobatica. “Consiglio questo sport a tutti, è completo e ci si diverte un sacco. Quando ho vinto ad Aarhus il mio primo pensiero è stato: vuoi vedere che i sogni si avverano!? Veramente da piccola sognavo di volare come una farfalla. Lo faccio anche adesso e qualche volta .....ci riesco. Io non pratico ginnastica a scuola da un lato perché ci vado la sera dopo gli allenamenti, dall’altro perché sarebbe il colmo. Dopo sei ore al giorno in palestra, dovrei farne un’altra a scuola? Se dovessi scegliere un’altra disciplina opterei per il pattinaggio artistico e se, invece, potessi trascorrere una giornata lontano dal mondo dello sport sceglierei di passarla a casa. No, non per ascoltare musica, per quello non ho molto tempo. Preferisco leggere, disegnare o guardare qualche film. Mi piacciono molto quelli horror. Amo gli animali, ma, purtroppo, non ne possiedo. Mi piace pure la pizza margherita. Ma il mio piatto preferito è la carne, cucinata in vari modi. Tra la montagna e il mare, preferisco la campagna, dove mi diverto a fare le capriole”. A partire da domani le sue evoluzioni potrebbero portarle altre medaglie da mettere nello scrigno dei desideri in attesa di quelle che valgono più di tutte, le medaglie olimpiche. “Mi piacerebbe essere scelta per portare la bandiera italiana a Pechino – conclude Vanessa - sarebbe bellissimo, ma purtroppo i Giochi del 2008 sono ancora molto lontani per fare questo tipo di progetti. Non mi disturba affatto che mi si paragoni alla Ferrari di Maranello, anzi di dà una carica in più. Comunque è meglio un giorno da Vanessa che mille da Ferrari. Al di fuori di me stessa, io non ho altri idoli. Quando sono stata premiata a Roma da Prodi e da Napolitano tutti i giornalisti mi hanno assalito nonostante la sala fosse piena di campioni del calcio. Vorrà dire qualcosa?”. Credere in se stessi nello sport è più importante di ogni altra cosa. L’autostima non è presunzione ma consapevolezza nei propri mezzi. Vany ha sempre saputo di essere una campionessa, ora ce lo sta dimostrando, senza compromessi.

Per la cronaca Vanessa si allena anche oggi dalle 16.30 alle 19.00 insieme alle compagne di nazionale. Stamani mattinata libera, passata sugli spalti del palazzetto a fare il tifo per i maschi. Alle 12.30 pranzo in albergo e un breve periodo di riposo prima del trasferimento in palestra. Domani c’è la finale dell’All-around. Si riparte da zero con le migliori 24 delle qualificazioni di ieri e non più di due ginnaste per nazione. Poco prima delle 13.00 la Ferrari parte per ottava alla trave nella prima rotazione, con la Macrì terza al corpo libero. Poi vedremo Vanessa per penultima sul quadrato della pedana e Federica seconda al volteggio. Nella terza rotazione alle 13.20 sarà la volta del volteggio per la Ferrari, che partirà per quarta, e della parallela per la Macrì, prima all’attrezzo delle otto. Saranno, quindi, le parallele asimmetriche, sulle quali la Campionessa del Mondo salirà per terza, a decretare l’ordine finale del Concorso Generale. Per sapere come è finita però l’azzurra dovrà aspettare l’ultimo esercizio della compagna alla trave.