Oggi si è conclusa l’esperienza preolimpica dell’Artistica femminile. Lia Parolari e Federica Macrì tornano a casa dopo aver conquistato, rispettivamente, la 6ª e la 7ª posizione nella finale al corpo libero del “The Good Luck Beijing 2007”. Senza la penalità di un decimo per un’uscita di pedana la ginnasta di Trieste, che ha chiuso con 13.925, sarebbe probabilmente finita davanti alla compagna di nazionale, ma ciò che più conta è che ambedue abbiano scavalcato la russa Klyukina, settima nel Concorso Generale. La bresciana, che con 14.100 ha fatto un leggero passo indietro rispetto al 14.325 della finale All-around, ha chiuso, comunque, a poco più di un punto dal vertice. La medaglia d’oro è finita a Fei Cheng (15.275). La cinese, che ha vinto pure nel volteggio (15.150) e alla trave (15.725), ha tenuto a debita distanza la coppia statunitense Sloan (argento con 14.925) – Memmel (bronzo con 14.725). Il dominio delle padrone di casa è stato spezzato soltanto dalla rumena Zgoba, leader dell’ottetto alle parallele asimmetriche con 15.725. “Il nostro obiettivo era provare il campo di gara – ci racconta da Pechino Diego Pecar – e verificare i tempi di recupero delle ragazze dal jet lag. Ebbene, devo dire, da un lato che abbiamo trovato strutture davvero ottime e dall’altro che le ginnaste hanno assorbito il fuso orario meglio di come sperassimo. Al di là di questo ci siamo trovati immersi in una competizione dal punto di vista tecnico tutt’altro che semplice. Qui c’erano le prime scelte australiane e cinesi, una campionessa del mondo come la Memmel ed atlete che non ci stanno mai a perdere come Dariya Zgoba. Quello che doveva essere soltanto un test, quindi, si è rivelato subito una gara vera e noi, in un periodo di scarico della preparazione, su 18 esercizi abbiamo avuto solo tre cadute - una della Macrì in qualifica alla trave e due della Parolari alle parallele - che ci hanno precluso l’accesso alle rispettive finali. Federica, poi, per non rischiare infortuni ha eseguito un solo avvitamento, anziché due, al volteggio, altrimenti sarebbe entrata di sicuro tra le prime otto anche in questo attrezzo. Più di ogni altra cosa ci conforta la performance delle azzurre al corpo libero, l’apparato più difficile quando c’è da recuperare la fatica di un lungo viaggio. Il riscontro è stato positivo, soprattutto in finale, dove le avversarie che ci hanno preceduto partivano da una difficoltà maggiore. Sia Fede che Lia rientrano galvanizzate, con l’entusiasmo giusto per lavorare bene e tornare qui tra otto mesi per giocarsi le medaglie che contano”.

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