“Mamma mia!” avrà pensato, in inglese, Valery Liukin, guardando le azzurre che gli stavano davanti dopo tre rotazioni. 134.6 punti l’Italia contro i 133.75 degli Stati Uniti. In partenza la Giovannini esegue al volteggio prima il doppio avvitamento per la squadra e poi, con la testa già alla finale continentale, la rondata mezzo raccolto con avvitamento. “Mi sento pronta a difendere il titolo. Non so se ci riuscirò, ma, per come si erano messe le cose, il solo fatto di esserci e nella condizione giusta per provarci, è una grande soddisfazione. A Clermont Ferrand me la giocherò alla pari, ho lavorato tanto per questo ed ora mi tolgo qualche soddisfazione. Come il 5° posto assoluto di oggi. Finalmente sono tornata a fare tutti gli attrezzi e con i miei vecchi programmi, quelli competitivi. Non è facile rientrare dopo 10 mesi in nazionale e trovarsi davanti gli Usa. Mi sembra, però, che siamo state brave”. Peccato per la Benolli, oro europeo al volteggio nel 2005, la quale, con un solo avvitamento, non è riuscita a portare alla causa azzurra quei decimi in più che sono nelle sue corde. “Dopo una rincorsa troppo veloce – ci spiega la giuliana – sono arrivata schiacciata sul cavallo e per non rischiare di cadere ho rinunciato al secondo avvitamento. Al corpo libero, invece, devo aggiungere qualche elemento per aumentare la difficoltà. Sto lavorando sulle strisce facilitanti e presto sarò pronta ad eseguire ben altre diagonali. Che bello, comunque, trovare ad un’ora da Trieste la possibilità di confrontarsi a tali livelli. Guardando le statunitensi mi sembrava di essere ad un mondiale chissà dove, invece eravamo in Italia. Sugli spalti c’erano i miei genitori e tanti amici che di certo all’estero non ci vengono”. Alle parallele asimmetriche, nel secondo giro, sale in cattedra Lia Parolari, con l’uscita che porta il suo nome e un buon 14.900. La ginnasta di Travagliato completerà l’opera alla trave, con una prova maiuscola e il punteggio più alto della sua carriera (15.250). “E pensare che a Genova avevo sbagliato il Comaneci! – esordisce la timida Lia, che come Clark Kent nasconde sotto due piccoli occhiali i suoi superpoteri – ho inserito un nuovo elemento che mi alza la nota di partenza. E ora che ho la palestra nuova e la rincorsa regolamentare mi tocca sistemare un po’ il volteggio”. Straordinaria alla trave anche la capitana. Il 14.900 di Monica Bergamelli è stato il terzo parziale buono per un totale di squadra da 45.950. Senza il 16.200 spaziale della Johnson, la trave di Jesolo, per le americane, rischiava di tramutarsi in una Pearl Harbour ginnica. “Io sono caduta – ci fa notare Sara Bradaschia, ha conferma della nostra tesi – eppure ho preso 14.00. Un punteggio comunque alto, perché ho fatto una gara pulita, senza penalità. Senza quegli 8 decimi di penalità… Siamo una squadra davvero forte. Dopo l’infortunio a Federica (Macrì, ndr.) ci siamo compattate ancora di più. Io e Francesca, in particolare, avvertiamo la responsabilità di non far sentire troppo l’assenza di Federica, sia in nazionale sia nell’Artistica ’81. Sono più responsabilizzata, quando salgo in pedana cerco di dare il massimo, anche per lei, che è un pilastro di questa Italia dei miracoli ed ora è costretta a guardarci da fuori. Il fatto che fosse in tribuna ci ha dato, a tutte, una carica in più. Questo secondo posto è anche merito suo”.

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