Niente miracoli. Nella Ginnastica non si inventa niente, ma qualcuno in cuor suo ci aveva sperato. E così accade che dopo la prova podio tutti fossero preoccupati per corpo libero e volteggio, ed invece Vanessa ti sbaglia alla trave e alle parallele, dove, invece, il 7 scorso aveva fatto bene. Cosa è successo in meno di tre giorni? Niente, solo che trave e parallele sono attrezzi così tecnici che la grinta non basta. E la grinta era l’unica freccia all’arco di Vany. La ginnasta azzurra ce l’ha messa tutta, ma non le è bastato di fronte alle cannonate di Americane, Cinesi e Rumene. Senza lasciare neanche il tempo ai suoi tifosi di stropicciarsi gli occhi, alle 7.40 italiane, la Ferrari è già per terra. Le è fatale il primo salto del primo esercizio della sua prima olimpiade. Poi torna su e completa la prova con il volto visibilmente tirato. “Sul campo di riscaldamento il tendine mi faceva un po’ male – racconta – ma una volta in gara non ho sentito più nulla”. Ad aprire ci aveva pensato la veterana del gruppo, Monica Bergamelli, che porta a casa un signor 14.350. Il successivo 14.775 della stella di Orzinuovi brucia la prima finale. Nel computo di squadra entrano anche i punteggi della Giovannini (13.900) e, soprattutto, della Parolari (15.175), la quale, zitta zitta, da perfetta outsider, punta a raccogliere l’ascia deposta dalla più celebre concittadina. Il 58.200 complessivo non è da buttar via. Intanto la Johnson e la Liukin cominciano a martellare sulla pedana centrale, all’inseguimento della Cina. Seconda rotazione e tocca all’Italia sfilare davanti ai giudici del corpo libero. La prima è la Benolli che bagna il suo esordio ai Giochi sulle note di Andrea Guerra e il motivo principale de “La finestra di Fronte” di Ferzan Ozpetek. Le lacrime sul volto della giuliana non scendono per il suo 13.600 ma per l’emozione di vedere la Macrì salire dopo di lei. Al di là del 13.800 con Music di John Miles, quello di Federica è davvero un miracolo. Sei mesi fa era in una corsia d’ospedale con una gamba ingessata. Francy e Fede sono amiche del cuore ed entrambe sono passate attraverso gioie e dolori. E’ la volta di Vanessa, che il calvario lo sta vivendo ora, costretta a sparare a salve. Il suo famigerato programma al corpo libero, l’apparato di punta, costruito con maestria da Michela Francia sul vocalizzo pucciniano del tenore Fabio Armiliato e del soprano Daniela Dessi, è stato depotenziato per evitarle inutili rischi. Così facendo perde due decimi di partenza e punta sull’esecuzione in chiave All-around, abbandonando però i sogni di specialità. Infatti il 14.650 è lo scontato, quanto ingeneroso epilogo di un’acrobatica messa appunto in extremis e di un crescendo Tosca-Madama Butterfly-Turandot pensato per ben altre difficoltà. Cinque diagonali, niente tsukhara avvitato e un’altra finale bruciata. A seguire Carlotta ci mette la solita irruenza sulla colonna sonora di “X Man 2” - troppa in verità - e finisce a sedere dopo la prima serie di salti (13.575). Chiude Lia. Un cigno che si cimenta nel Tango di Roxanne (Vanessa Mae) e con un buon 14.575 porta al team il totale di 56.625. Usciamo malconci dall’attrezzo più sfavorevole con tanta voglia di recuperare al volteggio. Della terza rotazione, scartato il 13.900 di Monica, rimane un sorprendente, viste le premesse di giovedì, 14.825 della Ferrari, che dopo Clermont Ferrand aveva dovuto rinunciare al doppio avvitamento per i soliti problemi fisici. Rondata flic salto teso con doppio avvitamento, invece, per la Benolli (15.075). Lo stesso salto della Giovannini (15.100), che però ci aggiunge una rondata flic con mezzo giro, ribaltata e salto avanti con un avvitamento e mezzo e vola in finale con la media di 15.137 (6^). La Parolari continua a buttar dentro punti, questa volta sono 14.075, mentre l’Italia sui 25 metri ottiene la sua performance migliore, con 59.075. Ossigeno, nella speranza di rientrare tra le migliori otto al mondo. Speranza che si dissolve come neve al sole alle parallele. L’attrezzo è ancora caldo per le stratosferiche routine della Tweddle e della Liukin. Nastia si permette anche il lusso di litigare in uscita con il tappetino. La sua nota di partenza è talmente alta che prende 15.950 nonostante la caduta, rifilando tre decimi all’inglese. Sbaglia anche la Memmel, come, ahinoi, da lì a poco la Ferrari e la Parolari. Dopo i due 14.475 di Carlotta e Francesca, Lia sale per mettere la freccia e commette lo stesso errore degli Europei. “C’ho provato – dirà – era il mio momento, l’ho aspettato ed ho forzato per renderlo indimenticabile. Non ho rimpianti”. Certo, a vedere i punteggi delle altre non ce ne sono davvero. Sarebbe stata dura anche senza l’errore. Manca completamente lo staggio alto, invece, la campionessa Europea che con 14.050 brucia l’ultima chance di prender parte al Concorso III. Il 13.550 della Macrì resta fuori e le azzurre non vanno oltre un 57.375. Dopo due suddivisioni siamo sesti su sei squadre con 231.275, poi ci finiscono alle spalle Ucraina e Germania. Dal quarto posto storico dei Mondiali tedeschi scivoliamo al decimo di Pechino. In cima la Cina scalza di un punto e spicci gli Stati Uniti. Terza la Russia. La Ferrari (58.300) e la Parolari (58.200) accedono al Concorso Generale con, rispettivamente, il 19° e 20° parziale. “Con una Ferrari al 100% avremmo avuto tre punti in più – commenta in sala Stampa il DTN Enrico Casella - Toglieteci poi l’errore di Lia alle parallele e siamo ancora lì dietro la Romania. La fine di un ciclo? Qualcuna lascerà, è fisiologico, ma non Vanessa. Basta riuscire a fermarla per quattro mesi e torna quella di sempre, magari già agli Europei di Milano, nell’aprile del 2009. La mancata medaglia olimpica non cancella quanto fatto in questi anni. I media parleranno di noi meno bene ma non certo di meno. Guardate Cassina, era stato dato per finito ed ora è qui a giocarsi un altro oro. La gente non ha mai fatto mancare l’affetto ad Igor e non lo farà con Vany. Questa ginnastica è sempre più logorante, il Codice dei Punteggi, senza il calmiere del 10, premia chi fa le cose più difficili. C’è una coreana che esegue il triplo avvitamento e se non fai almeno un doppio parti con due punti e mezzo in meno. Noi abbiamo lavorato con il materiale umano a disposizione. Non siamo gli Usa o la Cina che se si rompe una ginnasta hanno la fila alla porta. Per questo abbiamo fatto molta attenzione a non forzare, rinunciando alle tappe di Coppa del Mondo. Capisco la delusione, viste le premesse ci si aspettava molto da questa squadra, ma noi da quest’altra parte conoscevamo la realtà del momento. E per certi aspetti sono state vinte tante piccole medaglie morali, come quella della Macrì, il cui recupero è ai limiti della scienza medica. Non abbiamo portato Federica per premio ma per guadagnare decimi. Con la Ferrari negli ultimi mesi a Brescia e Trieste non abbiamo mai provato il corpo libero, perché altrimenti avremmo rischiato di non averla neppure qui. Purtroppo quando lavori con tempi così stretti non è possibile inventare nulla. Rispetto alla preolimpica di Roma è migliorata molto, ben tre ecografie ne mostravano i progressi, questo lascia intravedere l’enorme sforzo compiuto dalla ginnasta, dallo staff medico e da quello tecnico. Problemi ne ha avuti anche la Benolli, a giugno. Con lei siamo riusciti a rimettere in piedi il primo salto al volteggio, per il secondo, quello da finale, non c’è stata la possibilità. Ora affronteremo queste due finali con grande serietà. Venerdì 15 la Ferrari farà gli stessi esercizi di oggi, anzi potremmo pure toglierle qualcosa da una parte per guadagnarla dall’altra”. Domenica 17, invece, toccherà alla Giovannini, chiamata ad un’impresa per entrare in zona medaglia. La Federginnastica continua la sua marcia qualificando in altre due finali (con i maschi il computo sale a cinque) tre diverse ginnaste. Contando Cassina, Morandi, Pozzo e Coppolino arriviamo ad un totale di sette, più della metà della delegazione di Artistica. Gli altri faranno il tifo dagli spalti del National Indoor Stadium.

Le quattro rotazioni dell’Italia: TOT. 231.275

TRAVE
Monica Bergamelli 14.350
Vanessa Ferari 14.775
Carlotta Giovannini 13.900
Lia Parolari 15.175
Francesca Benolli 13.850
Tot. Italia 58.200

CORPO LIBERO
Francesca Benolli 13.600
Federica Macrì 13.800
Vanessa Ferrari 14.650
Carlotta Giovannini 13.575
Lia Parolari 14.575
Tot. Italia 56.625

VOLTEGGIO
Monica Bergamelli 13.900
Vanessa Ferrari 14.825
Francesca Benolli 15.075
Carlotta Giovannini 15.100 – 15.175 (media 15.137)
Lia Parolari 14.075
Tot. Italia 59.075

PARALLELE ASIMMETRICHE
Carlotta Giovannini 14.475
Francesca Benolli 14.475
Lia Parolari 14.375
Vanessa Ferrari 14.050
Federica Macrì 13.550
Tot. Italia 57.375


QUALIFICATE VOLTEGGIO
1. F. Cheng CHN 15.912
2. U.J.Hong PRK 15.725
3. A. Sacramone USA 15.625
4. O. Chusovitina GER 15.525
5. A. Pavlova RUS 15.275
6. C. Giovannini ITA 15.137
7. J. Barbosa BRA 15.050
8. A. Kaslin SUI 14.975

Per il gioco dei passaporti (in finale posso entrare massimo due per nazione) Vanessa Ferrari entra nella finale a 24 con il 16° punteggio e Lia Parolari con il 18°. “Considerando che ho sbagliato nei due attrezzi dove non avevo avuto problemi, in finale potrò sicuramente far meglio e recuperare almeno due punti – dice Vanessa al fianco di papà Giovanni e mamma Galia, i capelli pettinati e l’ombrellino rosso tra le mani. La pedana del corpo libero e il volteggio non mi erano piaciuti eppure oggi sono andata meglio lì. Mi dispiace però essere arrivata ad un momento cruciale della mia carriera non in perfette condizioni fisiche”. “Anch’io sono amareggiata – la interrompe Lia – per il piazzamento della squadra (un gradino più su rispetto all’11^ piazza di Sydney 2000). L’All Around mi ripaga dell’errore alle parallele. Ora voglio mostrare a tutti il mio esercizio. Non faccio pronostici, voglio solo far bene, d’altra parte sono una debuttante”. In funzione dei sorteggi, invece, Carlotta Giovannini, sesta al volteggio in qualifica, partirà in finale per ultima. “E’ sicuramente un vantaggio – dichiara la campionessa imolese – ma dipende anche da me. Spero di fare due bei salti come oggi. In ogni caso, vista la concorrenza, sarà ugualmente dura. Intanto mi gusto questa finale olimpica. Centrarla alla prima botta non è male”.