Descrivi il tuo errore alle parallele asimmetriche

Per riuscire ad entrare nella finale, visto pure il livello delle altre, ho dovuto rischiare il tutto per tutto e purtroppo non è andata bene. L’elasticità dell’attrezzo in gara è molto diverso da quello in prova e quindi nel fare l’Endo sono rimasta con il corpo troppo indietro, senza riuscire ad arrivare bene in verticale. A quel punto non riuscivo a continuare e così sono scesa.

Raccontaci l’emozione di partecipare alla prima Olimpiade

Prima di entrare in gara mi veniva quasi da piangere. Ero agitatissima. La musica d’ingresso a tutto volume, la gente che gridava, sembrava un’arena di leoni, e i tamburi…battevano al ritmo del mio cuore. Poi una volta sull’attrezzo mi sono rasserenata. Ho vinto un Europeo ed ho disputato i mondiali, ma la tensione che si sente qui è un’altra cosa. Forse durante gli allenamenti, in palestra, è tutto uguale a sempre, ma il resto, quello che c’è fuori, a cominciare dal Villaggio Olimpico, è troppo emozionante.

Tu sei in camera con la Ferrari, cosa vi siete dette dopo la qualificazione?

Siamo in un appartamento da sei, quindi soltanto un piccolo corridoio ci separa dalle nostre compagne, Federica e Francesca da un lato, Carlotta e Monica dall’altro. La sera qualcuna va all’internet point per chattare o parlare con i genitori in Italia, oppure ci troviamo in una stanza per chiacchierare in pigiama. Dopo la gara di qualificazione, io e Vanessa abbiamo parlato a lungo. Ci dispiaceva per la squadra, perché senza i nostri errori avremmo potuto regalare alle altre la finale ad otto. Ora ci concentreremo sull'All Around, dove saremo avversarie. Io spero però che Vany torni nelle posizioni che le competono. Ho provato a confortarla, le ho detto di stare tranquilla, anche se non ce n’era bisogno. Lei sapeva di non essere al 100% ed ha fatto il massimo. Certo, quando arrivi con così tante aspettative, ti dispiace deluderle, ma è una tosta, ha reagito bene.

La capitale cinese e il villaggio olimpico, un macro e un micro cosmo. Impressioni?

Pechino l’abbiamo vista poco. I primi giorni siamo andati in centro. In un violetto cucinavano spiedini di scarafaggi, che schifo. E poi c’è puzza d’aglio ovunque. Preferisco stare nel Villaggio, così magari mi imbatto in Montano. Ma è bello incontrare anche gli altri, tutta questa gente famosa che avevo visto in Tv. A me piace tanto l’atletica. Non vedo l’ora che arrivino i velocisti e i saltatori, a cominciare da Andrew Howe, che è troppo simpatico.

Tornando alla ginnastica. Tre rotazioni perfette, poi l’errore. Ora una finale davanti ai tuoi cari, dove puoi arrivare?

Fino alla parallela ero molto soddisfatta della mia gara. A fare tutti gli attrezzi eravamo io, la Ferrari e la Giovannini. Credevo che me la sarei giocata con Carlotta, invece mi sono ritrovata ad un decimo da Vanessa. Non me lo aspettavo. A farmi il tifo sono venuti mia mamma Flavia, papà Valerio e mio fratello Simone, che studia Economia e Commercio. Poi c’è Vincenzina Manenti, la mia allenatrice nell’Estate ’83 Galleria del Tiro, con il marito e la figlia Clara, e pure il mio fisioterapista con la moglie. Erano tutti soddisfatti. Come me del resto. L’errore alla parallela ci può stare, mentre una finale olimpica all’esordio è un bel regalo per i miei 18 anni, compiuti proprio qui, il 30 luglio scorso. Credo che la medaglia sugli staggi se la giocheranno la Liukin e la cinese, hanno esercizi che partono dalle stelle. Io sto studiando un nuovo salto, un richna dallo stalder aperto, lo eseguo in allenamento ma è ancora presto per inserirlo nel programma. Bisogna lavorare per stabilizzarlo e se riuscirò a collegarlo ad altri movimenti mi dovrebbe portare tre decimi in più. Comunque, come vedete, ho ancora margini di miglioramento.