“Mi hanno massacrato” dice commosso mentre sfila nel serpentone della zona mista. Flavio è fuori dalla finale del trampolino elastico. Con il totale di 66.50 – “il più basso della mia carriera” dice – non si avvicina neppure ai primi otto. Carta canta, ma quello che si è visto oggi al NIS (National Indoor Stadium) è davvero un’altra cosa. “Mi sono abbassato un po’ nel secondo salto dell’obbligatorio e ho faticato a riprendere quota, però il punteggio del libero davvero non lo capisco. E’ stata una bella esecuzione fino all’ottavo salto, il nono così così, il decimo bene. Credevo di poter recuperare dopo la 13^ posizione del primo esercizio”. Invece, Cannone, scende addirittura un gradino, anche rispetto alla passata edizione, e conclude la sua seconda olimpiade in 14^ piazza. “Ora è dura andare avanti. Negli ultimi mesi ho girato il mondo per prepararmi a questa gara, lontano da casa, allenamenti su allenamenti. Rispetto ai Giochi del 2004, dove ero arrivato praticamente senza preparazione per guai fisici, qui ero più pronto e credo di averlo dimostrato. Con Vincenzo (Canali, il suo allenatore, ndi) abbiamo scelto di abbassare la difficoltà (15.5 nell’obbligatorio, rispetto ai 16.00 e passa dei primi otto), puntando sull’esecuzione, ma è andata male. Una giornata nera, capita!”. Nella prima routine il ginnasta dell’Esercito Italiano ha ottenuto un 29.00 che non rispecchia affatto la pulizia e la centralità dei movimenti espressi. Il 37.50 della seconda, però, è ancora più ingeneroso. Per la cronaca, davanti, troviamo i due fortissimi cinesi, Lu (72.40) e Dong (71.70), seguiti a distanza di sicurezza dal russo Ushakov (71.50). Poi l’oro di Atene Nikitin (70.70), Sotomura (70.30), Rusakov (69.90), Burnett (69.70) e Kazak (69.70). Da questi nomi, martedì 19 agosto, uscirà quello del nuovo campione olimpico. Ueyama e Jensen riserve, mentre, malinconicamente ultimo, in 16esima posizione, troviamo il tedesco Stehlik, bronzo della passata edizione. Nel concorso femminile comanda la cinese He (67.20), davanti alla russa Karavaeva (66.40) e alla coppia canadese Maclennan (66.00) e Cockburn (65.60). La georgiana Golovina (64.90), l’ucraina Movchan (64.80), la campionessa olimpica Dogonadze (64.30) e l’uzbeka Khilko (63.90) completano l’ottetto che rivedremo lunedì 18.

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Le qualifiche si svolgono su due esercizi, obbligatorio e libero, composti entrambi di 10 movimenti consecutivi. Nel primo esercizio conta il punteggio all'esecuzione, calcolato valutando tutti e 10 i movimenti, a cui si somma il valore della difficoltà di due salti indicati dall'atleta sulla carta di gara. Tutti gli elementi del 1° esercizio devono avere almeno 270° di rotazione sull'asse trasversale e l'atleta deve eseguire esattamente i 10 salti che ha dichiarato e nell'ordine in cui li ha dichiarati per non incorrere in penalità. Nel secondo esercizio, sempre composto di 10 elementi, conta il punteggio all'esecuzione, calcolato valutando tutti e 10 i movimenti, a cui si somma la difficoltà di tutti e 10 i salti. L'atleta in questo caso è libero di cambiare i salti o la loro sequenza senza incorrere in penalità ma non può ripetere i 2 elementi di cui ha dichiarato la difficoltà nel primo esercizio. Teoricamente non ci sono requisiti minimi ma a livello di Giochi Olimpici, salvo errori, il secondo esercizio è composto solo di salti doppi e tripli per lo più con avvitamento.