Giro Adler alla verticale. Il corpo che va da una parte anziché dall’altra, come una pallina da tennis che danza sul nastro della rete e cade sul campo amico. Oppure la palla da basket che ruota sul ferro e poi finisce fuori. Woody Allen ci ha fatto un film, s’intitola “Match Point” e racconta il gioco più vecchio del mondo: il gioco del destino. Gli allenatori di calcio, quelli navigati, quando la punta si ingolfa e non segna rispondono che l’importante è essere sotto rete perché, prima o dopo, la butti dentro. Cassina - dopo quattro anni ed un oro a 27 che avrebbe appagato molti - alla terza partecipazione, nella finale olimpica c’era. Diversamente da specialisti come Pegan, Maras e tutti, dico tutti, i finalisti di Atene, fuorché Hambuechen. L’azzurro è arrivato quarto, a due decimi dal bronzo, ma ha difeso il titolo, con onore. Due decimi persi nella nota A, proprio a causa di quel piccolo errore che ha compromesso il collegamento al salto Voronin successivo. Per esecuzione Igor è stato superiore a Kai Zou, pari merito con il tedesco. La partenza da 6.6 piuttosto che da 6.8 è stata fatale. “Se fossi caduto sarebbe stato buio pesto, così, invece, ho dimostrato il mio valore – ha dichiarato - La sbarra è un attrezzo rischioso, bisogna tenerne conto. Dopo la serie dei tre salti, la parte più difficile del mio programma, sono andato alla verticale con troppa veemenza. Maurizio (Allievi, ndi) si era raccomandato di non far spegnere il motore dopo il Kovac raccolto e, così, ho spinto troppo sul gas”. Un gioco di frizione spesso determinante nelle partenze in Formula Uno. Perché lo sport è ancora un confronto tra gli uomini. Quando è leale se ne devono accettare le regole. Ed è quello che ci insegna il campione medese, seguito a Pechino dai genitori, dalla sorella Mara, da Cristiano, l’amico di sempre, e il fans club del “Non Solo Cafè”, il bar del cugino. “Avrei voluto fare un regalo a mio padre, che oggi compie gli anni. Faccio gli auguri anche a Coppolino, che invece il regalo se l’era fatto da solo e glielo hanno portato via. Va bene giocare in casa e avere un occhio di riguardo quando sei lì, ma tra l’argento del cinese e il quarto posto di Andrea ne corre di strada. La classifica della sbarra, però è corretta. Certo, eravamo partiti con diverse chance di medaglie e un po’ ho sentito la pressione di dover concretizzare qualcosa che dopo le qualificazioni era a portata di mano. Salire per ultimo e sapere che se fai il tuo esercizio confermi l’oro non è detto che sia un vantaggio. Le Olimpiadi sono una competizione speciale, nella quale entrano in gioco dinamiche di ogni tipo. Guardate quanti nomi eccellenti hanno fallito: Diego Hyppolito al corpo libero, Jordan Jovtchev agli anelli, Maras, lo stesso Zonderland alla sbarra, Petrovsek alle parallele. Tutti campioni indiscutibili che si allenavano da anni per questo momento. Ora ho voglia di vacanza, con il permesso del coach. Almeno fino a metà settembre. Andrò in Val Passiria a raccogliere i miei funghi. Tra porcini e gallinelle ritroverò me stesso e deciderò sul futuro”. Sull’argomento Cassina appare combattuto. Aveva detto che senza medaglia avrebbe pensato al ritiro, ma il modo in cui è andata potrebbe fargli cambiare idea. “Siamo giovani – scherza in mixed zone, sollevando Allievi, ancora molto dispiaciuto – Mi sento bene e sicuramente mi faccio tutto il 2009, con gli Europei di Milano e i Mondiali di Londra. Poi si vedrà. Diciamo che ora non vi dico che nel 2012 non ci sarò”. Sliding Doors, per rimanere in tema di movies, è un’altra pellicola che ben rappresenta il momento. Poteva essere un’altra Olimpiade. La Ginnastica italiana ha confermato di essere ad altissimi livelli. Nonostante il ritiro di un personaggio trainante come Chechi, nonostante la crescita di una realtà come la Cina, arrivata a contendere la leadership del medagliere assoluto agli Stati Uniti. I cinesi avevano tante cose, il turno casalingo, un bacino umano su cui lavorare sterminato, fisici predisposti alla ginnastica, ma è l’unica carenza, probabilmente, ad essere risultata determinante: non essere una superpotenza del pallone. Gli idoli delle folle, da queste parti, sono un saltatore agli ostacoli, Liu Xiang, un giocatore di basket, Yao Ming, e mettiamoci anche Yang Wei, All-arounder dorato. Eroi nazionali per 365 giorni all’anno. La monocultura calcistica dell’Italia porta molte Federazioni a compiere veri e propri miracoli. La storia di Vanessa Ferrari lo ha dimostrato. Nel nostro sport basta fermarsi pochi mesi e si perde il treno. Immaginate, allora, cosa deve esserci dietro alle prestazioni di Cassina, Coppolino, Morandi e Pozzo, per citare soltanto i finalisti, corpi scolpiti su strutture trentennali. L’impegno, la fatica, il sudore, la professionalità di un settore, quello maschile, ingiustamente finito nel cono d’ombra mediatico della femminile. Se quelle di legno vengono chiamate medaglie significa che, pur con un’accezione negativa, si riconosce la valenza della piazza ai piedi del podio. E’ la posizione più temuta dagli atleti, perché chi la occupa avrebbe meritato ma non ce l’ha fatta. Per bravura degli altri, per demeriti propri, purtroppo qualche volta per ingiustizie arbitrali. Bando, dunque, agli sciacalli. Non ci sono carcasse da smembrare. Guardiamo a Londra con la convinzione di aver fatto il massimo. In una edizione dei Giochi tra le più difficili abbiamo qualificato, per la prima volta, entrambe le squadre di Artistica, per la prima volta tutte e quattro le Sezioni, con 7 ginnasti diversi in cinque finali (che è più difficile di avere un solo Phelps in dono da madre natura). Risultati che in un’analisi corretta non possono essere frustrati dalle aspettative della partenza. Aspettative, tra l’altro, che si sono costruiti gli stessi ginnasti che domani torneranno a mani vuote. E chiudiamo con una considerazione per gli amanti delle statistiche. Dal 1960 ad oggi, ossia in quella che viene definita l’era della Ginnastica moderna, abbiamo vinto tre medaglie a Roma nel ’60, a Tokio nel ’64 e ad Atene nel 2000. Nelle altre otto edizioni c’è stato l’oro di Chechi ad Atlanta '96 ed allora, a 32 anni da Menichelli, si parlò di trionfo. Il 21 agosto scendono in pedana le ginnaste della Ritmica. Ogni critica risulterebbe ora una diminutio implicita delle nostre farfalle e di una Sezione che attualmente conta il maggior numero di tesserati FGI.

CLASSIFICA SBARRA
Zou Kai CHN 16.200
J. Horton USA 16.175
F. Hambuechen GER 15.875
I. Cassina ITA 15.675
T. Nakase JPN 15.450
H. Tomita JPN 15.225
E. Zonderland OLA 15.000
Y. Cucherat FRA 14.825