Sulla lista ufficiale sono 24. Non tutte dello stesso livello, ci mancherebbe, come in una finale mondiale. Quelle di oggi sono soltanto qualificazioni. Le prime dieci si giocheranno, domani, le medaglie. In verità, in pedana, salgono in 21, visto che Italia, Turchia e Grecia si sono presentate con una ginnasta in più, rispetto al massimo di tre consentite. Si tratta dell’ellenica Aikaterini Giakoumelou, della turca Nevin Sevinc Deveci e, prima notizia della giornata, di Federica Febbo, la giovane promessa teatina, che la DTN Marina Piazza ha preferito lasciare in panchina, nonostante le pressioni del pubblico di casa, che l’avrebbe voluta al fianco di Chiara Ianni. Ma al PalaTricalle di Chieti si respira una strana atmosfera, e questa è la seconda notizia. Senza quel po’ di russo che normalmente aleggia nell’ambiente della ritmica e le regine dell’Est europeo a fare da “convitato di pietra” la manifestazione, seppur bene organizzata ed impreziosita dalla presenza sugli spalti del presidente mondiale Bruno Grandi, risulta leggermente insipida. Tant’è. Ce l’hanno messa tutta, perché non si sentisse troppo la mancanza della Kanaeva e compagne, quelle che sono sfilate in campo, stamani, con la fune e con il cerchio: Chrystalleni Trikomiti, Loukia Trikomiti (CYP), Marina Fernandez, Carolina Rodriguez (ESP), Delphine Ledoux (FRA), Evangelia Gkountroumpi, Ioanna Tacha, Michaela Metallidou (GRE), Julieta Cantaluppi, Martina Alicata Terranova, Chiara Ianni (ITA), Marija Filipovic, Natasa Jovovic (MNE), Giada Della Valle (SMR), Mojca Rode, Tjasa Seme (SLO), Ranim Elmalt, Fafma Elshiekh Aly (SYR), Pinar Akilveren, Burcin Neziroglu, Ozge Ozkebapci (TUR). Davanti a poco pubblico, in una giornata coperta e fredda per la stagione, la francese Ledoux, che ad Almeria 2005 conquistò l’argento dietro la splendida Almudena Cid, ha preso il comando della gara con il totale di 50.450 (FU 25.500; CE 24.950). Staccata di un decimo, al giro di boa, insegue la Cantaluppi con 50.350 (FU 26.200; CE 24.150). Terza l’iberica Rodriguez, che con 50.175 (FU 24.925; CE 25.250) si tiene dietro la nostra Chiara Ianni, quarta con 49.150 (FU 24.650; CE 24.500). Martina Alicata Terranova, al momento, occupa la 7ª posizione con 46.850 (FU 23.475; CE 23.375) e, considerando che in finale non possono andare più di due rappresentanti per Nazione, appare in ritardo rispetto alle compagne. Per quanto si tratti ancora di qualifiche il secondo posto provvisorio di Julie brucia, altroché. La campionessa italiana, infatti, senza una maldestra perdita al cerchio, che le è costata 4 decimi e un’antipatica rincorsa fuori pedana, sul vertice alto di sinistra, sarebbe stata saldamente al comando, lanciando un messaggio forte e chiaro alla giuria e agli organi di stampa. La Cantaluppi vuole e può vincere l’oro, anche se, lo ricordiamo, una medaglia, qualunque fosse il suo colore, sarebbe pur sempre un risultato storico per la Ritmica azzurra in questa competizione. “Non so cosa è accaduto – ha dichiarato l’atleta di Como – forse non ho messo la mano e l’attrezzo è schizzato via. Meglio sbagliare oggi, che conta poco. Nell’infilata finale con la fune ho messo solo un piede, vale lo stesso, anche se io ci tengo a fare le cose bene. La francese mi piace molto, è pulita ed elegante”. La Ianni, nata e cresciuta a Torre de’Passeri, abruzzese doc, non sembra aver risentito più di tanto dell’emozione di gareggiare davanti ai propri tifosi: “Veramente all’inizio, con il cerchio, ero frenata dalla paura – confessa Chiara, con la solita simpatica timidezza – poi è andato tutto liscio, come al solito. Il nodo alla fune? Ci sono abituata. Mi era capitato anche agli Assoluti di Biella. Oramai sono un fulmine a scioglierli. Per fortuna io sono sempre in anticipo sulla musica e così ho potuto fare con calma. Speriamo bene con il nastro. La palestra di riscaldamento è molto umida e per questo attrezzo non è una bella notizia”. A Martina, sorridente come sempre, abbiamo chiesto notizie sul villaggio: “Io sono in stanza con Chiara e Fede, ci troviamo bene. Mi dicono che alle Olimpiadi sia tutta un’altra cosa, però anche qui non è male. No, non abbiamo ancora socializzato con gli altri sportivi. Per quanto riguarda la mia prestazione mi ritengo abbastanza soddisfatta, anche se, forse, alla fune potevo fare meglio”. Prima della siriana Ranim Elmalt, che ha avuto l’onore e l’onere di inaugurare, per la ritmica, questa XVI edizione dei Giochi del Mediterraneo, la scena è stata rubata da Federica Febbo. La promessa dell’Armonia d’Abruzzo, con grande naturalezza e la sua rinomata espressività, ha deliziato il pubblico con un’esibizione al nastro, l’attrezzo nel quale ha ottenuto il bronzo agli Europei Juniores di Torino, l’anno passato. Un modo come un altro per mettersi alle spalle la delusione di non gareggiare: “Ho saputo all’ultimo che sarei stata la riserva e non me la sono presa più di tanto. Sono giovane, ho tempo per esprimermi su altre importanti ribalte. Comunque non ho mai fatto in vita mia un nastro così bello come quello di oggi. Peccato che non valesse!”