Un maledetto decimo. Dove l’abbiamo perso oppure dove l’hanno rosicchiato loro, difficile dirlo. E’ stata una gara entusiasmante, tra sorpassi e contro-sorpassi, decisa soltanto al fotofinish, all’ultima parallela, quella da 14.90 della Dufournet. Youna – fulgido fiore d’Oltralpe, sbocciato nell’Europeo juniores di Clermont Ferrand, lo scorso anno - tanto per la cronaca, sugli staggi continentali di Milano chiuse al quarto posto dietro “mostri di bravura” del calibro della Tweedle, della Semenova e della Brinker. Non c’è da stupirsi, dunque, che su quattro attrezzi, la stella di Saumur ne abbia dominati tre (14.90 alle parallele asimmetriche, 14.950 alla trave, 14.30 al volteggio), portandosi nettamente al comando della classifica All-around con un 58 tondo. Un’avversaria di tutto rispetto, insomma, affiancata dall’esperienza di Rose Eliandre Bellemare, classe 1989, e dalla premiata ditta Morel-Petit, che contribuì a portare la Francia ai Giochi di Pechino, con il 6° posto ai Mondiali di Stoccarda 2007, meno di due punti dietro la “grande Italia” della Ferrari. Ecco, senza Vanessa, con 4 atlete contate, un’Italia più piccola, ma soltanto anagraficamente, è riuscita a tenere botta, “rischiando” seriamente di difendere il titolo conquistato, dalle più celebri compagne, al Almeria 2005. "Le ragazze sono state bravissime - hanno commentato con un velo di delusione i tecnici Claudia Ferrè e Luigi Piliego - Sono riuscite a risollevarsi psicologicamente dopo lo spavento di ieri per l'incidente di Serena ed hanno dato filo da torcere ad un gruppo, le avversarie d'Oltralpe, più esperto del nostro". Ore 19.00, pronti via! Le azzurre partono con Andrea La Spada alle parallele (13.650), Pauline Morel cade alla trave (12.400). Purtroppo finisce in terra anche la Preziosa che manca lo Jager (12.500). Ma mentre viene giù pure la Malaussena (11.700), Emily Armi si mangia gli staggi, come non aveva fatto al PalaMediolanum di Assago, lo scorso aprile, e porta a casa un bel 13.300. L’esecuzione da applausi della Dufournet (14.950) raggela subito gli italici entusiasmi e suggerisce prudenza. La gara è lunga! La Galante, infatti, sporca il suo esercizio, pur senza cadere, con Piliego, sotto, pronto a limitare i danni. Il 13.600 della Bresciana, tolto il punteggio di Betta, ci consegna un totale di 40.55. La Francia, con l’errore di Marine Petit (13.65), che fallisce il flic con mezzo giro, non va oltre un 41.00, ma ha il vantaggio psicologico di essersi tolta la trave, il nostro prossimo apparato. La Grecia, intanto, con un 40.750 al volteggio, si piazza tra noi e le Transalpine. Nella seconda rotazione partiamo subito alla grande: Emily suona la carica (14.150), Paola risponde (14.250). Dall’altra parte, nella pedana centrale, la Morel guadagna appena 13.550 punti, ma la Bellemare mette in mostra una buona acrobatica piena di salti doppi (tesi, raggruppati e carpiati) e si merita un bel 14.100. La Spada cade, non ci voleva, sull’enjambé cambio con mezzo giro (13.550). Per fortuna ci pensa il cigno di Tradate, campionessa italiana di specialità per due anni consecutivi, la nostra Betta nazionale, a danzare su quella maledetta striscia di legno di 10 cm di larghezza, a 125 dal suolo. Il suo 14.800, stile rumeno, ci fa volare a 43.200, per un totale, dopo due attrezzi, di 83.050. Che mazzata! Anche perché le Francesi con il 13.850 della Dufournet e il 13.700 della Petit mettono insieme un 41.65 che non basta a difendere la leadership provvisoria. Ora sono seconde (82.650), le vediamo nello specchietto retrovisore, a 4 decimi di distanza. La Grecia si sgonfia alle parallele (38.70 per il totale di 79.450). Al terzo giro ci tocca il corpo libero. La Francia è al volteggio, la Grecia alla trave. La Slovenia? E’ fuori dai giochi, inutile parlarne. Il 13.45 della Galante viene scartato. Paoletta ce la mette tutta, ma viste le sue precarie condizioni fisiche, il problema al ginocchio, è già un miracolo che arrivi fino in fondo. La sua generosità vale una medaglia. Preziosa (13.85), una Armi scatenata sulle note di Ratatouille (13.65) ma soprattutto il rombo del Topomoto pavese (14.250), finalista juniores in Francia nel 2008, ci porta ancora più avanti. Altra legnata, un decimo più delle Francesi limato sul suolo del PalaUniverso, 41.75, contro il loro precedente 41.65, per un totale di 125.50. La Dufournet e compagne trovano in fondo alla rincorsa dei 25 metri un 41.500 che le fa salire a 124.150, in ritardo, addirittura, di un punto e 35, il nostro tesoretto. Dal loro conteggio resta fuori Aurelie Malaussena (13.350), mentre entrano il 13.450 della Bellemare, il 14.300 di Youna, che esegue anche il secondo salto (13.550 per una media di 13.925) e il 13.75 della Morel. Ultimo suono della campanella. Manca un attrezzo e poi gli inni nazionali. Le Greche, 41.35 alla trave, con 120.800 sono ormai rassegnate ad ascoltarli dal gradino più basso del podio. Partiamo al volteggio, con la consapevolezza di non avere salti stratosferici. Lo Yurcenko con un avvitamento e mezzo della Licchetta avrebbe fatto comodo, non c’è che dire. Tant’è, bisogna resistere. La Galante è out (13.55). La Bellemare non brilla sugli staggi, il suo 13.30 è inferiore al 13.65 con il quale avevamo esordito noi, grazie a La Spada. La Preziosa corre incontro ad un 13.90. La Malaussena esce dalle parallele con un 13.55. Sono ancora dietro! La Spada 13.70 (salta due volte: il 13.800 le porta la media di 13.75). Morel 14.30. Armi 13.70. Nel confronto sullo stesso apparato, con 41.30, cediamo un paio di decimi. Sembra fatta. O forse no? Manca sua maestà Youna. Un asso nella manica mica da poco. Il suo programma strappa applausi e un 14.90 che ci ammazza. Siamo argento per 10 centesimi, 100 millesimi. Dopo aver comandato la parte centrale della gara, dobbiamo cedere il passo di mezza ruota, sul traguardo, sotto la bandiera a scacchi, in casa nostra. Che beffa! Alle parallele asimmetriche ci danno più di due punti (42.75 contro 40.55) ed è qui che si decide la contesa: Francia 166.90, Italia 166.80, Grecia 159.60, Slovenia 153.40. Che dire?! Sulle sconfitte di misura ci sono due correnti di pensiero: quella che si rammarica perché perdere così brucia e avrebbe preferito la disfatta piuttosto che il rigore contro al 90° minuto e quella che si rallegra, perché ci siamo andati vicini, gliela abbiamo fatta sudare e, prima o poi, con una squadra così, toccherà a noi fare festa. Ebbene, delle due preferiamo sposare la seconda, sicuri che oggi, a Silvi Marina si sia aperto un nuovo ciclo della Ginnastica Femminile azzurra. Quello di ieri per la Federazione italiana è il 70° argento ai Giochi del Mediterraneo, l’affermazione numero 195, che ricalca una tradizione vincente, iniziata nel 1971 ad Izmir, con le apripista Alberti, Bovani, Fiamminghi, Marchi, Peri e Storai. Adesso ci aspettano le finali individuali. Si comincia domani, alle 11.00, con il Concorso generale: La Spada (55.150) e Preziosa (55.050), rispettivamente terza e quarta in qualifica, ricominceranno da zero sui 4 attrezzi. La regola dei due ginnasti per nazione lascia in panchina la Galante (5ª assoluta con 54.85) e la Armi (6ª con 54.800), artefici, tuttavia, di una prova che rimarrà nella storia. Andrea Francesca è stata la più brava al corpo libero, l’unica in grado di buttar giù dalla testa di una classifica la Dufournet. Betta è terza. Le rivedremo entrambe venerdì. Il giorno in cui, a partire dalle 18.00, si disputa la finale alla trave, per la quale hanno staccato il biglietto la stessa Preziosa, terza, e la Galante, quarta di un decimo davanti alla Armi, che purtroppo resterà a guardare e a fare il tifo per il prosieguo della competizione. Giovedì, infatti, toccherà ancora a Paola, 5ª alle parallele, e ad Andrea, 4ª sugli staggi e 2ª al volteggio. Un quartetto di finali per La Spada, che perse Milano per infortunio e che ora ha 4 frecce all’arco per centrare altrettante soddisfazioni mediterranee.