Scaricata la tensione dell’esordio, stamani, in albergo, si respirava un’atmosfera molto più serena. Le ginnaste azzurre, a colazione, avevano voglia di scherzare. E così, per distogliere il pensiero dalle gare, è stato divertente commentare un po’ questa esperienza in Giappone, così diversa, in un paese tanto distante dal nostro e non soltanto geograficamente. “Qui funziona tutto al rovescio – commenta la Stefanescu – la guida a destra, le riviste che si sfogliano da sinistra e poi dentro sono scritte in verticale. Le serrature delle porte si chiudono girando la chiave dalla parte opposta”. E per fortuna Andreea è riuscita ad avere un letto normale, a differenza delle due tecniche, Germana Germani e Laura Bocchini, che sono con lei nella stessa stanza ma dormono sul tatami. Il capo delegazione, Matildio Paccotti, ha chiesto ed ottenuto, infatti, che almeno le ginnaste potessero cambiare il tradizionale futon con rete e materasso. “E dobbiamo stare attente a non rovinarglielo, il Tatami, altrimenti ce lo fanno ripagare – aggiunge, sorridendo, la Ianni, che sta in un’altra tripla, con la Febbo e la Cantaluppi – Ci stiamo divertendo molto. La prima sera, a causa del Jet lag, siamo riuscite a prendere sonno alle 5:00 del mattino, con la sveglia alle 9:00. Poi, grazie alla melatonina, è andata meglio”. “Qui sono tutti molto puliti e gentili – ci spiega Julieta, che da queste parti c’era gia stata, per un’esibizione a Nagasaki – però devi rispettare le loro usanze”. “Va bene, ma non è possibile che ovunque ci si debba togliere le scarpe. Incalza di nuovo Andreea – stiamo tutte a piedi nudi!”. A proposito di piedi, in un angolo dello splendido Toba Seaside Hotel affacciato sull’Oceano pacifico, proprio all’inizio della grande baia di Ise, ci sono quattro piccoli acquari poggiati in terra con altrettante sedie di fronte. Chi vuole può immergervi per mezzora le stanche estremità e lasciarsele mordicchiare da un branco d’innocui pesciolini. Dopo aver superato il piccolo sgomento iniziale, poi diventa molto rilassante. “Le prese della corrente sono differenti, ci vuole l’adattatore – riprende la Febbo, che da due giorni prova in continuazione i suoi due esercizi e non ce la fa più per la smania di gareggiare – e per via del voltaggio più basso non funziona il fon”. Per il resto il Giappone è un po’ come te lo aspetti. Tanti inchini tra una sequela di “hhhai”, e qualche comprensibile sayonara e arigato, un'organizzazione capillare, una moneta forte (che ti fa molto male quando prendi un taxi), sushi e bacchette. La prefettura di Miè, inoltre, è famosa per la coltivazione delle perle e il Kongoshoji Temple, un luogo di preghiera che attira moltissimi devoti. Una quiete mistica e preziosa, insomma, rotta soltanto dalla soave musica dei gioielli della Ritmica.