Nastro azzurro, non è soltanto la birra italiana più famosa al mondo, ma la risultanza dei tre esercizi delle nostre ginnaste (72.275), in gara oggi ai Campionati del Mondo di Miè. Un altro vanto, lasciatecelo dire, dell’italian Style. A stappare la bottiglia è stata una effervescente Federica Febbo, che, dopo il buon esordio di mercoledì ci teneva a confermarsi nell’attrezzo con il quale, nel 2008, vinse il bronzo juniores agli Europei di Torino. Il suo 24.300 (D. 8.000 A. 8.100 E. 8.200 ) è la risultanza di una prova pulita, articolata su una canzone egiziana piena di brio, che ha trascinato il pubblico della Sun Arena di Miè. Non è una novità, infatti, che la giovane teatina possieda un carisma particolare e una spiccata presenza scenica: “Mi viene naturale – ci spiega la 16enne abruzzese in mixed zone – io sono un po’ pazzerella e quindi mi piace esibirmi davanti a tanta gente. Non fingo, sono realmente entusiasta di quello che faccio e non riesco a nasconderlo”. Il suo sorriso smagliante, la gioia di fare sport, l’amore per la Ritmica arriva fino all’ultima gradinata e, come un pesciolino nel suo elemento, Fede corona una stagione esaltante. “Non avrei mai immaginato che quest’anno sarebbe stato più bello del 2008, quello dello scudetto, dell’oro agli Assoluti e del terzo posto continentale. E, invece, nel 2009, al primo anno da senior, sono arrivati gli Europei di Baku, il posto da riserva ai Giochi del Mediterraneo, e questi Mondiali, con le grandissime della Ritmica. Non mi monterò la testa, tranquilli! Anzi, lasciatemi ringraziare Germana Germani, Manola Rosi, Francesca Frassinelli, la prof. Piazza, Anna Mazziotti e, soprattutto, Nini Palasheva, che mi ha insegnato a girare così bene. E’ grazie a tutte loro che ho realizzato un sogno”. Adesso non la smetterebbe più di parlare, la Febbo, che, stamani, però, era un po’ più tesa e taciturna, forse per paura dei lanci. “Il palazzetto di Follonica aveva il soffitto basso – ci svela la sua allenatrice – e così, nell’ultimo periodo della preparazione, non li abbiamo più potuti provare. Comunque è andata alla grande. Ha aggredito la pedana come solo lei sa fare, con carattere e una personalità atipica per una debuttante. Non è stato facile, per me, gestire il pre-gara, con due ginnaste una dopo l’altra (per la rinuncia di una cilena alla palla), però le ragazze sono state bravissime. E’ vero, noi dell’Armonia d’Abruzzo abbiamo vissuto un periodo straordinario. Non dimentichiamoci il 20° posto della Ianni in Azerbaijan e il 4° a Pescara 2009, per non parlare della seconda edizione del trofeo Città di Chieti”. A proposito di Chiara, il suo 22.925 (D. 6.625 A. 8.150 E. 8.150 ) è il più basso dei tre parziali azzurri, la conseguenza di una prestazione leggermente involuta sulle inconfondibili note del “The Godfather” di Francis Ford Coppola. I giri sono stati buoni, tuttavia, verso il finale, la stella di Torre dei Passeri è stata frenata da un recupero su un lancio troppo lungo e da qualche imprecisione ben mascherata. Lei però non è d’accordo, anzi non si spiega una valutazione così bassa, soprattutto nel tecnico: “Ieri, alla palla, ho preso di più che nel cerchio, dove, secondo me, avevo fatto meglio. Non capisco!”. Nelle sue parole c’è un pizzico di comprensibile delusione, per lei che, nel maggio scorso, era tra le migliori 20 d’Europa e domani, purtroppo, dovrà guardarsi la finale All-around dalle gradinate. “Mi dispiace tanto per Chiara – rincara Germana Germani – Le hanno chiuso un po’ la porta in faccia. Ad ogni modo è stata un’esperienza importante. Adesso lavoreremo, sulle base delle indicazioni raccolte, per migliorarci. È giovane, ha tutto il tempo per mettersi di nuovo in mostra”. La chiusura della Cantaluppi è stata degna dei migliori crescendo rossiniani. Il 25.050 (D. 7.950 A. 8.500 E. 8.600), dopo l’errore alla palla, riporta la campionessa italiana sui suoi standard, o forse ancora leggermente al di sotto, come sostiene la sua tecnica: “Abbiamo pagato il fatto di essere nel primo gruppo. La giuria ci mette sempre un po’ a prendere le misure e, così, le ginnaste della mattina viaggiano qualche decimo sotto”. In verità Julie è partita come un razzo su “Volver”, il tango di Maxim Rodriguez, con la voglia di riscattare subito lo scivolone di ieri. “E pensare che avevo fatto quattro palle perfette durante il warm up – ci racconta la capitana della Ginnastica Fabriano – Oggi sono stata più cinica. Ho capito che qui non si può sbagliare nulla, non posso mostrare mai il fianco. Ripetevo a me stessa, deve andare bene per forza. Niente forse, né dubbi. Sono contenta per la finale a 24, anche se mi dispiace non essere rientrata tra le migliori 12. Dopo i primi due attrezzi ci avevo fatto un pensierino. Il più bello dei quattro? La fune, non c’è dubbio, è quella che spicca di più nel contesto generale. Ma anche al nastro avrei meritato la finale”. A toglierle questa soddisfazione, tra le altre concause, c’è il 25.425 dell’azera Aliya Garayeva, che si è resa protagonista di una perdita eclatante ed ha tenuto un nodo per tutta la durata dell’esercizio senza lasciarne traccia nella valutazione del tecnico. Abbiamo commentato, a più riprese, che quando non c’è corrispondenza tra l’errore evidente ed il punteggio, al di là dei sofismi degli addetti ai lavori, si crea un muro con gli spettatori che impedisce a questa disciplina di divenire popolare come meriterebbe. Il calcio è lo sport più amato del pianeta perché è immediato, comprensibile a chicchessia, al di là delle sue regole specifiche: se la palla supera la linea è goal, altrimenti è fuori! Forse il Comitato Tecnico dovrebbe punire con più decisione le perdite d’attrezzo, ne guadagnerebbe lo spettacolo. “Io dico che la fortuna gira – chiosa la Cantaluppi, già concentrata sulla sfida di venerdì pomeriggio (diretta su Rai Sport Più dalle 11.00 alle 13.30) – Non gareggio con le più brave, ma io non mi sento inferiore a nessuna e domani dimostrerò, ancora una volta, il mio valore”.

jQuery(window).on('load', function() { new JCaption('img.caption'); }); jQuery(document).ready(function(){WFMediaBox.init({"base":"\/","theme":"standard","mediafallback":0,"mediaselector":"audio,video","width":"","height":"","lightbox":0,"shadowbox":0,"icons":1,"overlay":1,"overlay_opacity":0.8,"overlay_color":"#000000","transition_speed":500,"close":2,"scrolling":"fixed","labels":{"close":"Close","next":"Next","previous":"Previous","cancel":"Cancel","numbers_count":"{{current}} of {{total}}"}});}); jQuery(function($){ initTooltips(); $("body").on("subform-row-add", initTooltips); function initTooltips (event, container) { container = container || document;$(container).find(".hasTooltip").tooltip({"html": true,"container": "body"});} });