La delegazione italiana si rifocilla nella sala mensa della Bremen Arena. Le farfalle della squadra, che stamani si sono allenate con esercizi di stretching in albergo, si congratulano con le giovani individualiste, sedute, più piccole che mai, in una tavolo a parte, con le colleghe spagnole. Gli umori di Giulia – esclusa per un decimo dalla finale al cerchio – e di Chiara – ammessa all’esordio in un’inattesa finale alla fune – non sono affatto contrapposti, bensì collidono nella comune consapevolezza di aver condiviso un grande avventura. “Sono felice di essermi tolta il pensiero – dichiara la stellina della San Giorgio, in una delle sue prime interviste – E’ vero, c’è mancato un pelo, forse senza una piccola imprecisione sul giro penchée ce l’avrei fatta. Quelle che mi precedono, però, sono tutte del 1995, un anno più grandi di me, quindi posso ritenermi soddisfatta. Adesso farò un gran tifo per le mie compagne. Cosa mi ha detto Elena Aliprandi prima di entrare non ve lo dico, però voglio approfittare per mandare un bacio a Nathalie Van Cawenberghe”. Di fronte a Giulia siede, silenziosa, Chiara Di Battista, ancora incredula di quanto le stia accadendo. “L’Europeo non ha nulla a che vedere con tutte le altre gare a cui ho partecipato – ci confida - L’emozione è fortissima, la tensione dietro le quinte si taglia con il coltello. E’ un’esperienza unica, indescrivibile. Non mi sarei mai aspettata di andare in finale, tanto meno alla fune. In verità potevo fare anche di più, diciamo che mi sono lasciata qualche decimo per questa sera. I miei tifosi? Non ho sentito nulla, in pedana ero concentratissima. Però voglio salutare il Presidente della mia società, l’Armonia d’Abruzzo, Anna Mazziotti, che è qui con la mia famiglia, Irina Gromova e Nina Palasheva, che mi seguono da casa”. Chiudiamo con l’autorevole parere della sua allenatrice, Germana Germani, visibilmente soddisfatta della prestazione della sua ginnasta: “La cosa più importante è che abbia fatto vedere quello per cui abbiamo lavorato in questi ultimi mesi,  Mesi difficili, in verità, a causa di un infiammazione al ginocchio che ci ha costretti ad uno stop di 20 giorni tra gennaio e febbraio. Oggi ha fatto davvero del suo meglio. E pensare che la fune era un attrezzo che detestava. Considerate, però, le sue doti di salto, le altezze che riesce a raggiungere e la sua potenza abbiamo insistito ed ora posso dire a ragione. Stasera però deve godersela. Solo il fatto di essere arrivati fin qui per noi è un traguardo”.

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