“Il 13° posto è il mio miglior piazzamento europeo, sia a Baku che a Torino ero arrivata al 16esimo. Un 13° posto che acquista un significato particolare se si pensa che ai prossimi Mondiali di Mosca del prossimo settembre le prime 14 staccheranno subito un bel biglietto per i Giochi di Londra. Era importante, dunque, cominciare fin d’ora a piazzarsi dentro questo gruppetto. Il 13 era il numero fortunato di Manola Rosi (allenatrice delle individualiste azzurre scomparsa prematuramente lo scorso anno, ndr.). Me lo disse prima di partire per Miè, predicendo il mio risultato. Io preferisco il numero 17, ma in questo caso 13 è meglio. Manola mi è mancata moltissimo e mi dispiace tanto di aver fatto così bene adesso e non lo scorso anno a Baku, quando lei era in giuria. Ho sempre con me il fazzoletto che lei portava al collo, lo tengo fra le mani fino ad un attimo prima di entrare in pedana, poi lo bacio e mi butto con la solita grinta. Potrebbe sembrare anche rabbia, ma in verità è la concentrazione dell’inizio. Sono sempre un po’ tesa prima del via e non vedo l’ora di scaricare tutto in quel minuto e mezzo. Sono partita al cerchio molto bene, ma mi hanno pagata poco. Mi aspettavo almeno un 26.000, considerato che 25.650 lo avevo preso a Portimao, facendo peggio di qui. Ogni gara, comunque, fa storia a sé, le giurie sono diverse e bisogna accettare il loro responso. Alla fune, invece, non mi è venuto il nodo preparatorio del rischio finale, così ho dovuto inventarmi un paio di lanci per raccogliere le stesse difficoltà. Conoscendo bene il Codice dei Punteggi riesco a fare anche questi calcoli. E’ una dote che mi riconoscono tutti, quella di saper reagire con prontezza alle difficoltà. Ripeto, sono felice di come è andata. Soprattutto perché non ero al top psicologicamente. Ho iniziato la stagione con uno slancio superiore al solito, trovando troppo presto la condizione fisica e così non ci stavo tanto con la testa. Ho bisogno di faticare di più per sentire la gara. Adesso mi aspettano gli Assoluti in casa. Voglio vincere il 5° titolo italiano, nessuna ginnasta c’è mai riuscita nella storia di questo sport. Quella si che è una gara che mi mette ansia, altro che l’Europeo. A proposito, voglio salutare tutta Fabriano. E’ un mese che manco da casa, tra la Bulgaria, Desio, e la Germania non vedo le mie ginnaste da troppo tempo. Ho voglia di tornare da loro in palestra”.