
BREMA - ANTIPASTO D'ARGENTO.
Alla squadra azzurra di Ginnastica Ritmica - composta da Elisa Santoni, Elisa Blanchi, Giulia Galtarossa, Daniela Masseroni, Angelica Savrayuk e Romina Laurito - non riesce la doppietta Mondiali ed Europei. Il titolo continentale, infatti, rimane alla Russia, campione in carica, che con 54.500 riesce a precedere le farfalle italiane (53.925), leggermente fallose con i 5 cerchi, di appena mezzo punto. Bronzo per la Bielorussia con 53.600. Per la nostra Nazionale è la quarto argento della storia in campo europeo, dopo le due medaglie di Mosca nel 2006 e quella di Torino nel 2008 con i cerchi e le clavette. L’undicesimo podio in totale (1 O. – 4 A. – 6 B.). “Non ci ha pesato affatto l’idea di essere la squadra da battere – dichiara la Santoni – anzi è stato bellissimo. Ci sentivamo ammirate dalle altre delegazioni, che ci hanno riempito di complimenti. L’oro in Giappone ci ha dato una grande consapevolezza, siamo arrivate a questo appuntamento molto cariche. Abbiamo commesso un piccolo errore ai cerchi, ma quando si cerca la perfezione il difetto è sempre dietro l’angolo. In pratica mi sono arrivati addosso due attrezzi contemporaneamente, e non potendoli lanciare entrambi né ho respinto uno contro Giulia Galtarossa, che è finito in terra. E’ stato uno sbaglio di sincronizzazione, tutto qui. D’altra parte il nostro programma è così pieno di difficoltà che basta un niente per inceppare il meccanismo. Peccato, perché in allenamento abbiamo sempre fatto bene. Tra una specialità e l’altra abbiamo messo tutto da parte e ci siamo concentrate sulla seconda esecuzione. Certo, un po’ di amarezza è rimasta. Adesso ci buttiamo sulle due finali di domani e ce la metteremo tutta per regalare altre soddisfazioni ai nostri tifosi”. Più realista l’allenatrice Emanuela Maccarani, che, visti i giudizi delle russe nell’Artistico e nel Tecnico, è convinta che l’Italia non ce l’avrebbe comunque fatta a vincere l’oro. E poi svela un retroscena che spiegherebbe l’errore ai cerchi: “Nelle sale di allenamento non ci sono le sottopedane e così sono tre giorni che non proviamo i salti come avremmo voluto. Salti che sono proprio funzionali alla riuscita di quel movimento che abbiamo sbagliato. Sono tanto dispiaciuta, non per il risultato, che secondo me sarebbe rimasto invariato, ma per le ragazze, le quali, per l’impegno che ci mettono, si meritano di fare anche in gara ciò che gli viene benissimo in palestra. L’esercizio stava andando alla grande, poi, in uno dei passaggi più difficoltosi, dove necessita una grande coordinazione, ecco la perdita che non ti aspetti. Pazienza. Ciò che più conta, a livello statistico, è che abbiamo scalato un gradino del podio rispetto a Torino 2008, dove conquistammo il bronzo. Di questo passo il titolo potrebbe arrivare nel 2012”. Il Capo Delegazione Erika Cutuli ci tiene, in conclusione a dichiarare che, durante il minuto di silenzio indetto dall’UEG in memoria del presidente polacco Lech Kaczynski e delle altre 95 persone, morte nel disastro aereo avvenuto una settimana fa, tutte le azzurre hanno rivolto una preghiera per le vittime del disastro ferroviario in Val Venosta.