E’ la campionessa italiana in carica e ha una voglia tremenda di consacrarsi anche in campo internazionale. Sono diversi anni, ormai, che Elisabetta Preziosa gira intorno alla medaglia della trave. Se la finale mondiale di Londra sembrava un miracolo, quella continentale di Birmingham le stava per regalare un sogno. Ultima a salire, l’argento servito su un vassoio eppure la stella di Tradate, nella rassegna del 2010, commise un errore veniale, che la relegò al sesto posto. Adesso sembra un deja vu. Nella finale di domenica (diretta Rai Sport 2 dalle 13.30) Betta salirà sull’attrezzo di nuovo per ottava, in virtù del 4° parziale in qualifica. Dovrà guardarsi tutta la gara e poi, con i risultati delle altre già acquisiti, provare a fare meglio. “E’ vero, sembra che il destino mi voglia dare un’altra chance – ci racconta – Devo rimanere calma e concentrata. Se mi agito finisce come in Inghilterra. Ai Campionati del Mondo nessuno aveva aspettative su di me, quindi riuscii ad esprimere le mie qualità. Anche a Rotterdam sono rimasta fuori dalla finale per 8 millesimi. Gli Europei, invece, mi mettono più pressione, anche se, ormai, posso far leva su un discreto bagaglio di esperienza. L’importante è sempre avere la possibilità di giocarsela. A forza di girarci intorno e di far ascoltare il mio nome alle giurie, arriverà anche il mio turno. Spero già domenica. Le russe, la Mustafina e la Dementyeva sono forti e poi avrò un’avversaria speciale, la mia compagna Carlotta Ferlito (quarta nella start list, ndr.) . Ci alleniamo tutti i giorni insieme, al Centro Tecnico Federale di Via Ovada, abbiamo gli stessi maestri (Paolino Bucci, Claudia Ferrè e la coreografa Tiziana Di Pilato, ndr.) sarebbe splendido finire entrambe sul podio. Non importa l’ordine, mi basterebbe festeggiare con lei. Siamo amiche, certo, anche se qualche volta abbiamo dei battibecchi. Quando salirò sulla trave non voglio sentire altre voci al di fuori della sua, l’ho detto alle altre. Solo lei sa darmi i consigli giusti. Auguro a “Carlo”, stasera, di fare una grande finale a 24. Con mezzo avvitamento in più al volteggio e una parallela maggiormente pulita può scalare qualche altra posizione in classifica. Tranquilla e decisa, come sarò io, al momento giusto. Salire per ultima alla trave può essere un vantaggio solo se riesci ad amministrare bene la tensione dell’attesa. Mi sa che preferisco aspettare nella palestra accanto ed entrare solo quando sarà il mio turno”. Il resto è già scritto nel destino della travista di Tradate.