Eleganti, ordinati e soprattutto festosi con i loto cori e slogan di incitamento: è l’onda colorata dei 2267 atleti (267 la delegazione siciliana) in rappresentanza delle 14 isole che hanno aderito alla 15^ edizione dei Jeux des Illes, in programma a Palermo, fino alla prossima domenica. 3000 le presenze complessive previste, 1253 donne, 1014 uomini in gara, 10 le discipline ufficiali, 9 le dimostrative, 712 i componenti dello staff tecnico, 607 tra arbitri e giudici, 54 medici, 60 pullman, 22 impianti sportivi, questi i numeri da capogiro della terza edizione sicula della rassegna COJI. Tante persone entusiaste arrivate in Sicilia a caccia di medaglie nella piccola olimpiade a loro dedicata. Ieri, con una cerimonia di apertura degna dei Giochi maggiori, quelli del CIO, nella splendida cornice del Castello a Mare, ha preso ufficialmente il via una 8 giorni che vedrà la Ginnastica impegnata al PalaOreto di via SS. Maria di Gesù, sotto la supervisione del Comitato Regionale del Presidente Francesco Musso. Con la regia di Vittorio Piccioni, il creatore del logo ufficiale di Italia ’90, nel sito archeologico palermitano è andata in scena “La Sicilia: Terra, Acqua, Aria e Fuoco”, uno show hollywoodiano aperto dalle vestali romane e dalla sfilata degli atleti. Un carretto siciliano ha poi introdotto il “cantu di carritteri” del gruppo Val d’Akragas di Agrigento. Una narrazione epica che ha ripercorso la storia della Trinacria dagli antichi romani (coreografia di Cinzia Di Carlo) fino ai nostri giorni. La danza del ventre delle ballerine di Chiara Saccomanno, quella Moresca dei Tataratà di Casteltermini ha preceduto la sfilata delle bandiere ufficiali di Regione Sicilia, Europa, CONI e Coji, su un brano composto dai Tinturia. Eos e il Circo dell’avvenire hanno rappresentato la corte di Federico II, propedeutica ai discorsi del Presidente del CONI regionale, l’avv. Vincenzo Massimo Costa, giovane deus ex machina di questo spettacolo spettacolare, del Presidente Coji Pierre Santonì e dell’Assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, Daniele Tranchida, cui è spettato l’onore della dichiarazione di apertura dei Giochi. "Hanno ammazzato compare Turiddu!". Cosa c’è meglio, in questa atmosfera verghiana, del celebre grido della Cavalleria Rusticana per introdurre il tema dell’Ottocento? Stefano Palmigiano e Monica Verì sottolineano l’incedere del 19° secolo in un passo a due appositamente costruito sulla celebre aria di Pietro Mascagni. Entusiasmo da stadio per l’ingresso di Javier Pastore, tedoforo ed idolo dei tifosi rosaneri, ad una settimana dall’attesissima finale di Coppa Italia, all’Olimpico di Roma contro l’Inter di Leonardo. Durante il giuramento di due piccoli atleti, la bandiera con i cinque cerchi è sorretta dal Campione di Atene 2004, il nostro Igor Cassina. Il “cantu di carritteri” riprende poi da Garibaldi, al galoppo con una lunga barba bianca e l’inconfondibile giubba rossa, fino a Falcone e Borsellino, eroi antichi e moderni di un’Italia Unita da 150 anni. Subito dopo l’alzabandiera e l’Inno di Mameli, è il turno dei Tinturia in carne ed ossa, sul palco con il loro tipico sbrong", fusione eterogenea di pop, rock, folk, ska, funk, rap e reggae. Lello Analfino e la sua band hanno cantato “Manallaria” (Mani all’aria), l’inno ufficiale della manifestazione, con tanto di videoclip stile MTV, e “Abballu senza sballu”, sulle cui note la serata volgeva ad un clamoroso epilogo. La Compagnia dei Folli, con saltimbanchi, mangiatori di fuoco e maschere sui trampoli hanno ricordato l’energia dei 4 elementi e la lotta tra l’uomo e i Titani. Un finale neoclassico, tendente all’epos omerico, stigmatizzato dal “Mungibeddu”, una festa di fuoco, suoni e colori della pirotecnica Santa Chiara. Un turbinio di saette piromusicali sfreccianti sulle teste degli spettatori attoniti, nel cielo stellato di una notte di metà maggio. Pelle d’oca, brividi e un po’ di cenere in testa, per l’emozione si è sciolta anche la mascotte, Max La Goccia. Presente in prima fila, festeggiatissimo dalle autorità locali, il nostro prof. Agabio, presente nella duplice veste di presidente FGI e Vicario del CONI Nazionale. Con l’occasione, nel pomeriggio, la redazione dell’agenzia di stampa Italpress, leader nel settore sportivo, lo ha incontrato nella sua sede palermitana, con il Direttore Gaspare Borsellino, per un forum dedicato. Tanti i temi trattati, a cominciare dai prossimi appuntamenti ginnici che vedranno la Sicilia al centro del calendario federale con ben 4 eventi di caratura internazionale. Il clou naturalmente è rappresentato dal Grand Prix, la manifestazione itinerante della Federazione Ginnastica d’Italia, che dopo Torino, Milano, Brindisi e Cagliari si fermerà i primi di dicembre a Catania. Riccardo Agabio, stuzzicato dalle domande dei giornalisti, sgombra anche il campo da una sua eventuale corsa alla successione di Gianni Petrucci alla guida del Coni. Il mandato dell'attuale Presidente scadrà al termine dei Giochi Olimpici di Londra e il numero uno della Federginnastica esclude una sua candidatura. "Non è nei miei pensieri" – assicura, non esitando a definire l’attuale Presidente "uno dei più grandi nella storia del Coni, al livello di Giulio Onesti. Ha gestito il Comitato Olimpico nei momenti più difficili, nel 2002. Non avevamo i soldi per programmare le attività in vista dei Giochi di Atene e ha risolto il problema come sta facendo ancora oggi". Fosse per Agabio, il successore di Petrucci dovrebbe essere... Petrucci stesso ma il Presidente del Coni ha già fatto sapere che anche in caso di modifica alle attuali norme chiuderà la sua avventura. "Spero allora in una continuità della linea Petrucci, che potrebbe essere assicurata dal Segretario Generale Pagnozzi o dal Presidente del Comitato Paralimpico Pancalli, anche se ci saranno diversi candidati che aspireranno a questo posto". Il discorso si sposta poi sulla Ginnastica e a due anni dai Giochi di Londra tornano a galla le delusioni di Pechino. Nel 2012 il Presidente punta almeno ad una medaglia 'vera', perché di 'legno' in Cina ne sono arrivate fin troppe, e fa una scommessa: la rinascita di Vanessa Ferrari. In autunno arrivano i Mondiali che mettono in palio il pass olimpico. la Ritmica sarà di scena a Montpellier a settembre, l'Artistica in pedana il mese dopo a Tokyo mentre per il Trampolino Elastico appuntamento a Birmingham a novembre. Agabio firmerebbe volentieri per un en-plein come nello scorso quadriennio, in quanto, "visto che si qualificano solo 12 nazioni, essere ammessi ai Giochi è già come aver vinto una medaglia. Ma non è sufficiente". E il ricordo vola all'ultima edizione. "Nel 2008 ci siamo qualificati in 4 specialità su 4 e abbiamo raccolto tre medaglie di legno", ma se nel caso di Cassina alla sbarra "ci poteva stare", al capo della FGI brucia il quarto posto di Coppolino agli anelli ("meritava l'argento") e soprattutto quello delle ragazze della Ritmica. “Fu un brutto colpo - riconosce - le ragazze erano almeno da podio, ancora oggi non ho rimosso quel magone". Le farfalle azzurre si sono poi rifatte ai Mondiali di Miè e poi a quelli di Mosca, nella tana del lupo, e le premesse per andare a Londra ci sono tutte, così come per l'Artistica femminile ("se le ginnaste stanno bene, abbiamo buone possibilità") e maschile. "Chi riesce a superare il primo turno è avvantaggiato - spiega Agabio – perché dopo, nel Test Event, si scatenerà una vera e propria lotta e oltre al fatto che le squadre dovranno mantenersi in forma fino a gennaio, c'è il rischio purtroppo di accordi che determinino i giudizi finali". L’Italia si giocherà, dunque, gran parte delle sue chance a Tokyo, dove il Campionato del Mondo è stato confermato nonostante lo tsunami dello scorso marzo e la crisi nucleare di Fukushima. "Non credo che la Federazione Internazionale abbia preso questa decisione senza valutare le possibile conseguenze, ritengo abbia avuto dei dati confortanti anche se l'impressione e' che i problemi non siano stati del tutto risolti - il pensiero del vicepresidente Coni - Noi ci presenteremo al completo, a meno di infortuni o di fattori esterni alla nostra volontà. Nel nostro sport, infatti, ci sono atleti minorenni e le famiglie dovranno essere d'accordo". Tornando alla strada che porta a Londra, la Ginnastica italiana dovrà fare a meno di Igor Cassina (oro ad Atene 2004 nella sbarra e quarto quattro anni dopo nella finale cinese), che nei mesi scorsi ha annunciato il ritiro. "Ho parlato con lui a lungo, ma quando ho capito che era veramente convinto della sua decisione non ho insistito - ammette Agabio - Nei suoi esercizi il rischio è altissimo e ci vuole la concentrazione giusta altrimenti ti fai male sul serio". E anche se Cassina ha preso il testimone da Chechi ("il rapporto con Jury è, comunque, buonissimo") nel ruolo di ‘ambasciatore’ della FGI ("è sempre una bella figura"), la nazionale italiana continua ad avere i suoi 'assi' nella manica. Uno su tutti Vanessa Ferrari, alla ricerca di un definitivo rilancio. "E' subentrata una trasformazione fisiologica che le ha creato qualche problema, il rapporto peso-potenza è andato a suo sfavore, così come il fatto che per il suo carattere introverso non ha avuto un grande rapporto con la stampa e col mondo che la circonda - spiega il professore di Cagliari - Ma il talento resta, ha grandi potenzialità nel corpo libero e nella trave anche se deve aumentare le difficoltà perché è quello che la penalizza nei confronti delle altre atlete. Speriamo di rivederla presto in auge". In attesa c'è da registrare l’esplosione di un'altra ginnasta, la 16enne catanese Carlotta Ferlito, argento nella trave agli Europei di Berlino (seguita con il bronzo da Elisabetta Preziosa), dove ha confermato quanto di buono fatto vedere ai Giochi Olimpici della Gioventù. "E' ancora una promessa ma a Singapore è stata una delle atlete più premiate", ricorda il Presidente federale, che auspica "un recupero della Ferrari come degna antagonista della Ferlito, sarebbe un dualismo positivo", fermo restando che già a Londra la giovane ginnasta catanese potrà dire la sua, a patto "di aumentare il coefficiente di difficoltà. Non a caso sta già migliorando nelle parallele". A capo della Federazione dal 2000 ("doveva essere per un periodo di transizione e invece eccomi ancora qui", scherza), Agabio ha condotto la Ginnastica azzurra alla conquista di 172 medaglie (più le 39 dell'Aerobica) tra Mondiali, Europei, World Cup, World Games, Giochi del Mediterraneo e Universiadi. E allora, pensando al 2012, l'auspicio non può che essere uno: "spero di andare a Londra e di restituire il legno cinese in cambio di metallo pregiato".

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