Erano ormai quasi 15 giorni che la Delegazione azzurra di Trampolino Elastico, guidata da Luigi Meda, si trovava in Cina e dopo il lungo stage a Pechino è arrivato finalmente il momento della verifica. 30 Nazioni si sono date appuntamento a Wuxi City per la terza Coppa del Mondo stagionale. “È stata un'esperienza meravigliosa e difficile, al tempo stesso – ci racconta il tecnico milanese - Abbiamo vissuto per una settimana come gli atleti cinesi, la squadra più forte del mondo, ci siamo allenati cercando di seguire i loro ritmi, mangiando nella loro foresteria solo cibi locali e con le bacchette. Cannone ha fatto passi da gigante, mentre Aloi, malgrado il solito mal di schiena, ha migliorato il suo grado di sopportazione grazie alla fisioterapia. Stefano Crastrolla, infine, da buon diesel è cresciuto giorno dopo giorno”. E non è stato facile neppure comunicare, visto che a Beijing in pochi parlano inglese. “Già, neppure un inglese scolastico come il nostro - continua Meda – Così, se pur gentili, ci è stato impossibile carpire qualche segreto ai nostri ospiti. Anzi, osservandoli saltare, all’inizio ti demoralizzi un po’ per l'ampiezza delle aperture, tale da rendere i movimenti davvero virtuosi. Poi guardando meglio e paragonando il loro stile al nostro mi accorgo come nei tempi che scandiscono aperture e chiusure del corpo siamo più razionali; le rotazioni, le posizioni si distinguono meglio, specialmente quelle con più avvitamenti”. Il problema, semmai, è proprio nelle aperture che rendendo il salto degli azzurri apparentemente meno ampio. Tuttavia i ragazzi si avvicinano alla competizione nella provincia di Jiangsu con la massima tranquillità, sapendo di essere migliorati, anche grazie a questa esperienza. Certo, una volta a casa bisognerà lavorare sodo, a cominciare dagli esercizi obbligatori dove i tre italiani potrebbero guadagnare qualche punticino. Intanto si riparte dal 14° posto di Flavio, dal 21° di Dario e dal 26° di Stefano, su un totale di circa 40 ginnasti in gara. Nella classifica virtuale della qualificazione olimpica, depurata dei passaporti in eccesso, sia l’atleta dell’Esercito Italiano che quello della Milano 2000 sarebbero ammessi, con, rispettivamente, il 10° e il 13° piazzamento. “Tocchiamo ferro – chiosa l’allenatore - Rispetto alla scorsa prova abbiamo scalato qualche gradino. Purtroppo nell'ultimo gruppo, a giochi fatti, i giudici hanno spesso un calo di tensione e così ci passano davanti interpreti tecnicamente inferiori. Speriamo per Birmingham di essere sorteggiati in fondo”. Per la cronaca la classifica vede al comando Lu Chunlong  e Dong Dong, entrambi in forma smagliante. Al terzo posto Xiao Tu, un filino in ritardo rispetto ai colleghi, sente forse la fatica dei cinque tripli (l’unico ad eseguirli!). A seguire i giapponesi Masaki Ito e Yasuhiro Ueyama, il talentuoso francese Gregoire Pennes, l'inglese Higgins, il portoghese Nuno Merino, il russo Ushakov, che senza eccellere prendono parecchi punti forse anche al di sopra dei loro obbiettivi meriti. Ci riferiamo il particolare al’inglese Luke Strong, un vero mistero il suo 13° parziale. Molto applaudito, invece, il ritorno dell'olimpionico Jeson Burnet, che dopo la frattura della gamba sembra si sia ripreso all’ 80%. Nel Syncro, ahinoi, la schiena di Dario frena le ambizioni dell’Italia: “Onde evitare di complicare la situazione – ci spiega ancora Gigi Meda – Aloi si è fermato dopo pochi salti nel libero, scendendo zoppicante. Onore a lui, perché ha voluto provarci fino all’ultimo. Era un'altra finale a portata di mano, ma la giornata è stata troppo intensa. Con le qualifiche concentrate in un’unica giornata il carico era veramente pesante da sopportare”. La Cina ha concepito un programma molto serrato per ragioni televisive, imponendo orari scomodi. Alle 13.00, ad esempio, all’ora del pranzo, gli atleti erano già impegnati in pedana. D’altronde se si vuole rendere questa disciplina popolare qualche sacrificio bisogna pure affrontarlo.