Con la prova podio odierna delle tre azzurre sono caduti i veli sulle loro composizioni. 12 esecuzioni per un numero imprecisato di note. Nella Ginnastica Ritmica la musica è una componente del punteggio Artistico, la risultanza di due distinti fattori: 1) l’aderenza ritmica del brano alla composizione coreografica, che, in teoria, dovrebbe essere cucita, come un vestito su misura, ad ogni singola nota; 2) il carattere dell’interpretazione. In altri termini la ginnasta deve esprimere in pedana ciò che il suono suggerisce dal punto di vista melodico. Ne consegue che le scelte delle individualiste italiane sono state ben ponderate, in vista della 31ª edizione dei Campionati del Mondo, ormai alle porte. Nuovo di zecca, assolutamente inedito il nastro della Cantaluppi. Come per il cerchio, che abbiamo ammirato sia a Prato sia a Cagliari, Julie ha optato per un brano tratto da Night of the Sultans, lo show canadese, acclamatissimo a Vancouver, del compositore israeliano Udi Harpaz. Omaggio alla Francia, invece, con la palla, l’attrezzo con il quale la stella fabrianese aprirà, lunedì mattina, il suo 6° Mondiale: la grande Sylvie Vartan, reginetta dello yèyè anni ’60 portò al successo anche “Oblache le bialo”, una canzone degli emigranti bulgari. In pochi forse lo ricordano, ma l’ex moglie di Johnny Hallyday , in realtà è nata a Iskretz, in provincia di Sofia e quindi è concittadina di Kristina Ghiurova, ex campionessa del mondo alla fune (Londra 1979), mamma e allenatrice di Julieta. Alle clavette, infine, un vero e proprio classico Libertango di Astor Piazzolla, reso immortale dal film "Frantic" di R.Polanski, nel 1988. Altrettanto classica, ma nel vero senso della parola, la palla di Alessia Marchetto. L’Ave Maria di Franz Schubert farà calare sull’Arena di Montpellier un’atmosfera davvero mistica. Una “Serenade” per il cerchio, prima di passare tra mercoledì e giovedì, a due brani della tradizione folcloristica europea. La routine alle clavette è stata egregiamente montata da Marisa Verotta su una ballata turco-gitana “Marcaja” resa celebre dalla cantante bulgara Yıldız İbrahimova, una delle più famose cantanti Folk e jazz del Vecchio Continente. «Kalì nifta! Se finno ce pao; plaja 'su ti 'vo pirta prikò ce pu pao, pu sirno, pu steo 'sti kkardìa-mu panta sena vastò» («Buona notte, ti lascio, vado via, dormi tu, ché io parto dolente, ma ove io vada, fugga o stia ti porto sempre nel mio cuore»). Con queste parole scritte dal poeta calimerese Vito Domenico Palumbo (1854-1918), inizia Matinata (o Kali Nifta, Καληνύχτα), una serenata greca talmente diffusa da potersi considerare patrimonio popolare della Grecia salentina. Perfetta per il nastro della 17enne di Busto Arsizio. Il brano è una struggente serenata d'amore che un innamorato - affacciato alla propria finestra - canta alla propria amata, mentre pensa intensamente a lei. Sebbene l'uomo nutra un profondo sentimento per la fanciulla, portandola sempre nel cuore ovunque vada, l'amore non è minimamente corrisposto. Ciò causa in lui una profonda e intensa sofferenza. Kalì nifta è anche prima traccia della colonna sonora di Nuovomondo (The golden door), il lungometraggio di Emanuele Crialese del 2006. The last but not least Federica Febbo. Per l’espressiva teatina Germana Germani ha appositamente confezionato due nuovi esercizi. L’apertura con la palla vola sulle note sensuali di “The question of U”, traccia tratta dall’album “The music of Prince” suonato dalla Classic Metropolitan Orchestra. Il nastro, altrettanto originale, si basa sul Tango Amor di Edvin Marton, pseudonimo di Csűry Lajos Edvin, compositore ungherese, divenuto famoso come il violinista dei pattinatori sul ghiaccio e in particolare di Evgenij Pljuščenko. Fede, bronzo juniores al nastro agli Europei di Torino 2008 come il campione olimpico di Torino 2006, non sarebbe niente male! E se al cerchiol’atleta dell’Armonia d’Adruzzo si muoverà sulla melodica “Music forever”, alle clavette torna la magia con La Bayadère, musica scritta dall’austriaco Léon Minkus, primocompositore del balletto del Teatro Imperiale di San Pietroburgo dal 1871 al 1886. La Bayadère (La danzatrice del tempio, in russo Баядерка - Bayaderka) è un tipico prodotto del periodo in cui venne ideata e montata: una storia melodrammatica, frammentata da vari episodi (4 atti e 7 scene con apoteosi), che si svolge in una terra antica ed esotica, perfetto veicolo di danze e scene di mimo in atmosfere sontuose e ricche. In quegli anni andavano i soggetti della tradizione del balletto romantico che coinvolgevano un triangolo amoroso e presentavano donne soprannaturali che racchiudevano l'ideale femmineo. La trama piuttosto tragica de La Bayadère è sicuramente conforme a questi modelli, perfetta per le grandi ribalte, qual è la pedana centrale del Mondiale occitano.