En plein! Oltre le più rosee delle previsioni. La nostra Squadra Femminile di Ginnastica Artistica raggiunge Morandi e compagni ai Giochi, portando la contabilità olimpica, per quanto riguarda la FGI, a 17 atleti qualificati (7 nei piccoli e 10 nei grandi attrezzi, 5 uomini e 5 donne). Quasi il massimo consentito (Federica Febbo potrebbe accrescere il computo della Ritmica, la settimana prossima). Se ce la dovesse fare, domani l'altro, anche Flavio Cannone nel Trampolino Elastico, la Federginnastica avrebbe portato a Londra tutte le sue Sezioni a cinque cerchi. In totale la missione Coni sale, intanto, a quota 129 unità. Con il punteggio complessivo di 224.621 l’Italia si aggiudica l’oro del Test Event, “London Prepares”, davanti al Canada (221.913), alla Francia (220.744), al Brasile (217.985) – le altre qualificate – al Belgio (216.863), Corea (214.930), Spagna (213.054) e Olanda (212.061). “Abbiamo adempiuto al dovere fondamentale che ogni Federazione ha nei confronti del CONI – ha dichiarato il Presidente Riccardo Agabio – portare il maggior numero di atleti all’Olimpiade. Rispetto a Pechino per noi è stata più dura, a causa del nuovo regolamento introdotto dalla Federazione Internazionale. I Mondiali di Tokyo ci avevano rimandati a gennaio ma noi ci siamo fatti trovare pronti e abbiamo superato l’esame a pieni voti. La Maschile, in particolare, ha compiuto una vera impresa, riuscendo a rimpiazzare due pezzi da 90 come Cassina e Coppolino con giovani interessanti e volenterosi, compattandosi intorno ad un gruppo di grandi professionisti. Nella Femminile, invece, si è creata una alchimia perfetta tra l’esperienza delle più grandi, e mi riferisco in particolare a Vanessa Ferrari, e l’energia di nuovi talenti emergenti. Il merito di tutto ciò è del DTN Fulvio Vailati e del suo staff (Maurizio Allievi, Andrea Sacchi, Marco Fortuna, Serguei Oudalov e Sergio Kaspersky per gli uomini, Paolo Pedrotti, Paolo Bucci, Claudia Ferrè, Tiziana Di Pilato, Enrico Casella, Rodica Demetrescu, Mauro Di Rienzo e Laura Rizzoli per le donne, ndr.). Certi risultati non sono mai frutto del caso o della fortuna, ma sempre e comunque di una ponderata programmazione. L’obiettivo primario del quadriennio è stato raggiunto, adesso parte una nuova avventura”. Vanessa è la migliore nella classifica All-around con 56.532, in finale al corpo libero e alle parallele asimmetriche “Se confronto il gennaio 2012 con quello del 2008, quando ero afflitta dal problema al piede – ci racconta soddisfatta la campionessa bresciana – è tutta un’altra cosa. Questa squadra, rispetto a quella di allora, è meno forte alle parallele ma molto più competitiva alla trave, quindi, credo, che potremo toglierci delle belle soddisfazioni. Appena finita la gara ho trovato sul telefonino un messaggio del mio fidanzato (il nazionale Andrea Cingolani, ndr.), che mi diceva che sono una grande. Occhio però alla Fasana, è una che lavora tanto, in questo mi somiglia, e se continuerà così potrà fare cose eccezionali”. Erika è stata la seconda migliore generalista all’O2 Arena con il punteggio complessivo di 56.466. L’allieva esordiente staccata dalla maestra di appena 66 millesimi, niente male davvero. “Che botta che avevo preso nel Warm Up – ci svela, sorridendo, la promessa comasca, sbocciata nella Polisportiva Carmini – Ero caduta nella prova al volteggio e con la trave ad inizio gara vi assicuro che non sono entrata proprio tranquilla”. Figuriamoci se lo fosse stata! Non tanto distante, appena 4 decimi dalla vetta, la terza azzurra, Carlotta Ferlito (56.132), che può già vantare un primo record personale. La ginnasta catanese, infatti, è la prima dei giovani partecipanti azzurri ai Giochi Olimpici Giovanili di Singapore a conquistare il pass per la rassegna maggiore. “Rispetto ad altre discipline sono avvantaggiata dal fatto che l’età del passaggio senior da noi è molto più bassa – ci precisa l’argento continentale alla trave, protagonista della fortunata serie Ginnaste. Vite parallele – Il programma di MTV ha dato notorietà all’Artistica, scrollandoci di dosso l’etichetta di sport minore. Noi ci alleniamo quanto e forse più di altri sportivi, altro che minore. La mia immagine ne era uscita, però, un po’ distorta, sono felice, invece, di aver dimostrato qui che il mio modo di essere e di allenarmi alla fine paga”. Oh Yes! Come amano ripetere tra loro le ragazze con un intercalare divenuto un tormentone dalla trasferta nipponica. Tra le più insistenti nell’usarlo c’è la romana Chiara Gandolfi, che, malgrado non sia riuscita a far entrare il suo punteggio alle parallele, ha dato ugualmente un contributo tecnico decisivo, non solo Oltremanica. “L’esercizio era nuovo, con passaggi complessi – ci spiega la stella della Olos Gym, scoperta da Francesca Cavallo – Non è stato agevole presentarlo subito in un contesto del genere, con una tale posta in gioco, senza il tempo necessario a stabilizzarlo”. Sugli staggi la Ferrari conquista con 14.333 l’ultimo posto utile per la finale. Vanessa è dentro anche al corpo libero (14.166), insieme a Carlotta (14.100), che a sua volta agguanta con 14.533 anche l’ottetto alla trave, insieme a SuperDeago (14.525). Erika finalista al volteggio con la media del 14.150. A proposito della Deagostini, la piccola esordiente de La Costanza Andrea Massucchi (con il suo Presidente, Vittorio, a fare il tifo sugli spalti), non solo è stata bravissima ma ci ha preso decisamente gusto. “Mi piacerebbe tanto tornare qui, la prossima Estate – ripete timidamente con un filo di voce – Iniziare alla trave mi metteva ansia ma ci siamo sostenute a vicenda, facendo un gran tifo ogni volta che saliva una all’attrezzo. E poi ho capito che la cosa più difficile era non perdere la concentrazione. Guardando il maxi schermo che ci dava un grande margine di vantaggio potevamo rischiare di adagiarci sugli allori. In questo sport basta un niente, una distrazione e sei a terra. Che esperienza fantastica!”. Contenta anche la Preziosa, che alla North Greenwich Arena aveva brillato nel 2009, chiudendo al 5° posto mondiale alla trave. Il 14.100 odierno la relega, invece, in decima posizione: “Mi basta aver dato i miei punteggi alla squadra. Ho fatto l’apripista alla trave, il primo attrezzo, perché serviva qualcuno d’esperienza. La strategia ha pagato anche se in finale sono andate Carlo e Francy. Dopo la parallela di Vanessa, il nostro ultimo attrezzo, mi veniva da piangere. Raggiungere un traguardo di gruppo è un’emozione unica, più forte anche del mio bronzo a Berlino. Che brave le piccoline, se le avessimo avute con noi in Giappone forse avremmo sofferto meno”. In effetti, punteggi alla mano, con il 224.621 di oggi l’Italdonne a Tokyo avrebbe concluso davanti alla Gran Bretagna di Beth Tweddle. “Ci siamo ripagati con gli interessi della rinuncia alle vacanze di Natale – commenta Paolo Pedrotti, responsabile degli allenamenti della Femminile – Quando ci sono i risultati si cancella anche il ricordo dei sacrifici. Adesso daremo alle ragazze una settimana di riposo. Comunque, seppur in una data infelice, tutte le Nazionali si sono fatte trovare pronte, segno di una grande competitività generale, che rende ancora più prestigiosa la nostra vittoria”. Sulla stessa lunghezza d’onda Enrico Casella: "Se la qualificazione poteva sembrare agevole, vincere lo era molto meno, soprattutto dopo il 222 sfiorato in mattinata dal Canada. Tutte le ginnaste hanno fatto la loro parte, dando una mano dove potevano. Si, questa può diventare una squadra molto forte e ripetere le imprese del passato, ma c’è tanto da lavorare”. L’ultimo pensiero va a chi non era qua, ma ha lottato fino alla fine per esserci, stimolando una costruttiva competizione interna e un clima degno di uno spogliatoio, nel suo complesso, veramente olimpico: Jessica Mattoni, Giulia Leni, Emily Armi, Giorgia Campana e Serena Licchetta. Grazie ragazze, l’Inno di Mameli risuoni anche per voi!