La Nazionale Italiana di Ginnastica Artistica Femminile - composta da Vanessa Ferrari, Erika Fasana, Francesca Deagostini, Giorgia Campana e Carlotta Ferlito – si aggiudica la medaglia di bronzo a squadre ai Campionati Europei di Bruxelles, con il punteggio complessivo di 171.430. L’oro va alla Romania che con il totale di 176.288 toglie il titolo alla Russia, seconda con 175.536. A seguire Gran Bretagna (167.763), Francia (164.295), Belgio (163.821), Spagna (163.522) e Germania (160.497). “Le ragazze sono state stupende – ha commentato Enrico Casella, il quale, assieme a  Claudia Ferrè, Paolo Bucci, Laura Rizzoli e Rodica Demetrescu, ha portato l’Italdonne a questo ennesimo successo, con il coordinamento del referente per gli allenamenti Paolo Pedrotti – Stupende perché hanno praticamente recuperato tutte le piccole imprecisioni commesse in qualifica. Non parlo di errori, non ce n’erano stati. In tre giorni, anzi, abbiamo completato 24 esercizi (o meglio, 25 contando il secondo salto al volteggio di Erika) senza cadute. Un dato di fatto, a testimonianza di una grande stabilità”. Partite alle parallele, subito dopo le fortissime inglesi, le azzurre sono riuscite a rimanere in scia, a meno di un decimo, grazie soprattutto al 14.466 (D. 5.90 – E. 8.566) della Ferrari, salita dopo la compagna della Brixia, la Fasana, apripista con un onesto 13.900 (D. 5.40 – E. 8.500). Ultima la romana della Nuova Tor Sapienza, che stavolta non tocca lo staggio prima dello Jaeger e mette in cascina altri preziosi 14.233 punti (D. 5.80 – E. 8.433). Il parziale al primo giro dice Italia 42.599, Gran Bretagna 42.632. La Russia, con la caduta della Siderova e una prova sporca della Komova alla trave, era addirittura dietro di oltre un punto, mentre la Izbasa (15.200) e compagne prendevano letteralmente il volo sui 25 metri (45.291). Quando tocca a noi salire alla trave, naturalmente, ci giochiamo uno dei jolly, visto che la truppa di Sua Maestà finisce in terra sia con la Pinches, sia con la Whelan, e con il totale di 40.333 non va lontano. Tocca ancora ad Erika inaugurare la nostra sessione. Malgrado l’uscita in doppio carpiato con le spalle un po’ giù la 16enne di Como, cresciuta alla Polisportiva Carmini di Fino Mornasco, strappa un 14 tondo (D. 5.700 – E. 8.300). Francesca, dopo di lei, esegue un’enjambée cambio ad anello da leccarsi i baffi. Stessa uscita della compagna, stoppata bene e via con un altro 14.300 (D. 5.800 – E. 8.500). Il cuore adesso palpita per Carlotta, che tira fuori il carattere, cancella l’errore sul salto teso indietro e conclude in doppio avvitamento e mezzo. Il suo 14.900 (D. 6.10 – E. 8.800) è secondo soltanto a Catalina Ponor. “Finalmente ho fatto la trave così come l’alleno – dichiara con il solito sorriso da star in mixed zone - Ed ho mostrato che la Ferlito prende certi punteggi anche all’estero, non soltanto in Italia, come dice qualcuno. Mi dispiace di aver mancato l’accesso alla finale, ovvio, però oggi mi sono presa una rivincita finendo davanti alla Iordache, alla Komova, alle altre che si giocheranno domani la medaglia. E che soddisfazione lasciarsi alle spalle Gran Bretagna e Germania che ci avevano battute ai Mondiali di Tokyo. Questo ci fa ben sperare anche in vista dei Giochi di Londra”. Tempo al tempo. La Russia combina qualche pasticcio anche al corpo libero, soprattutto con la Mustafina, fuori pedana e irriconoscibile, dopo l’incidente di Berlino. Il 42.474 di Aliya e socie non è ancora sufficiente a sopravanzare l’Italia (forte del 43.200 alla trave) e così, a metà gara, siamo più in alto, tanto delle vice campionesse iridate, quanto della Gran Bretagna. Tolti gli attrezzi più pericolosi una classifica così è proprio un bel vedere. Al corpo libero si ripresenta la siciliana. Triplo sulla prima diagonale, doppio raccolto nella seconda. Flic tempo, flic doppio avvitamento, doppio giro impugnato. Chiusura in doppio carpio con le ginocchia un po' piegate. Che grinta! E il 13.900 (D. 5.500 - E. 8.400) è buono come il pane. Cala un rispettoso silenzio, quando Carlo si cambia con Vanessa. Al caporal maggiore dell’Esercito Italiano non piace sentire le grida d’incitamento dagli spalti, chiusa nella sacralità della sua concentrazione. Tsukahara avvitato in apertura, poi Tsukahara, senza rischiare. Sull'uno e mezzo, un avvitamento della terza linea acrobatica esce di pedana, lasciando sul quadrato uno 0.10 di penalità. E dopo il doppio carpio perfettamente stoppato non si riesce davvero più a non gridarle: Evviva Vany! Il 14.400 (D. 5.900 - E. 8.600) è un’altra botta tremenda alle speranza delle rivali d’Oltremanica, orfane, va detto, di Beth Tweddle, presente in postazione commento TV.  “Sono tornata sul podio dopo tre anni, in cui ho affrontato un lungo calvario – racconta la Ferrari - Dagli Europei di Milano a quelli di Bruxelles, in mezzo l’operazione al piede e un recupero lungo e difficile. Per me è una grande soddisfazione. Dopo l’ennesimo infortunio ai Mondiali di Tokyo, che mi aveva privato della finale al corpo libero, ho cominciato a star meglio. Si è visto al Test Event di gennaio e nelle gare successive. Anche se abbiamo preferito non rischiare alla trave, spero di continuare a lavorare con la stessa serenità fino all’Olimpiade. Ma questo è un successo del gruppo, non solo mio. E’ bello gareggiare con una squadra come la nostra. Le mie compagne sono tutte più giovani di me ma hanno già una certa esperienza. Dispiace solo leggere certi commenti sui Forum italiani. In molti ci davano per bollite, ci spiace averli delusi. Per noi il sostegno dei nostri tifosi è molto importante, vorremmo sentirli più vicini. A Londra, con Romania e Russia, saranno imprendibili anche Cina e Stati Uniti, ma con tutte le altre ce la possiamo davvero giocare. Noi lotteremo, senza mollare mai!”. La certezza del bronzo, manco a dirlo, arriva al termine della sequenza dei salti al volteggio. Non prima, però, di aver ammirato anche Erika Fasana sul quadrato centrale. Doppio teso, seguito dallo Tsukahara. Uno e mezzo salto teso, quello che aveva sbagliato in qualifica, perfettamente eseguito. Solita chiusura in doppio carpio. Tutto bellissimo, tutto perfetto. Le azzurre continuano a migliorarsi rispetto alle qualifiche. Il 14.266 (D. 5.600 - E. 8.666) della Fasana ne è l’ennesima prova. Il 42.566 complessivo contro il 41.566 della Gran Bretagna, invece, mette praticamente in banca il risultato. Basterà non sbagliare al volteggio, un calcio di rigore. Ma anche i più grandi campioni hanno perso il controllo una volta sul dischetto. E non è facile salire dopo fenomeni come la Chusovitina (15.033), la Izbasa (15.200), la Iordache (15.058) e la Mustafina (15.166). “Oggi la tensione era molto più palpabile – conferma Casella – La finale è sempre dura da gestire dal punto di vista nervoso. Non ci siamo riusciti meglio di altri”. Ed infatti l’avvitamento e mezzo della Ferrari  da 14.266 (D. 5.300 - E. 8.966), il doppio della Fasana da 14.633 (D. 5.800 - E. 8.833) e l’avvitamento della Ferlito da 14.166 (D. 5.000 - E. 9.166), portano altri 43.065 punti. Totale 171.430, gli unici sopra quota 170, insieme alle prime due. Dopo di noi, verrebbe da dire, quelle normali. “Se fosse stato necessario – prosegue il tecnico della Brixia di Brescia – eravamo pronti al doppio avvitamento di Vanessa e all’avvitamento e mezzo di Carlotta. Ma per fortuna non è servito rischiare”. Per l’Italia il bronzo a squadre odierno rappresenta la terza medaglia del 29° Campionato d’Europa di Ginnastica Artistica, la prima senior, dopo l’argento a squadre juniores e l’oro di Enus Mariani nel concorso generale giovanile di ieri sera. A livello assoluto, si tratta, invece, del 51° piazzamento continentale dell’Artistica azzurra di sempre. La Squadra Femminile uguaglia il risultato di Patrasso 2002, lasciando il primato a Volos 2006, quando la stessa Ferrari con le compagne di allora salì sul gradino più alto del podio. Durante la premiazione ad Erika, Francesca e Carlotta sarà sembrato di vivere un deja vu. Nell’edizione precedente, infatti, le avevamo lasciate sullo stesso gradino, ma della categoria inferiore. “Però questa volta è ancora più bello e importante – precisa la Fasana – Competere con le ginnaste più forti del momento è un’altra cosa. Adesso pensiamo alle finali di specialità di domani. Vany è impegnata al corpo libero, io ci riprovo al volteggio. Oggi ho fatto bene, ma si può sempre far meglio”. Della serie chi si accontenta…non è un ginnasta!