
Mosca - Casella: brava Italia, ma bisogna osare di più per arrivare in alto!
“Carlotta aveva iniziato molto bene alla trave – ci ha raccontato Claudia Ferrè (la Ferlito è stata portata via per il controllo antidoping) - con la ribaltata senza combinata al montone e la serie a tre acrobatica, flic flic salto teso. Sui giri si è fermata, perdendo la combinazione artistica e poi il passetto all’arrivo dal doppio avvitamento e mezzo ha fatto il resto. La beffa è che vada a medaglia la Grishina, che non doveva neppure farla la finale. L’Italia in qualifica aveva dentro 4 ginnaste la Russia nessuna. Dispiace restare a mani vuote. Mi è piaciuta comunque la reazione della Ferlito al corpo libero. E’ andata dentro con la rabbia giusta e la voglia di riscattarsi, dimostrando le sue grandi potenzialità. In futuro potremmo inserire uno Tsukahara. Questa estate, dopo che avrà superato la Maturità, valuteremo”. Sulla stessa lunghezza d’onda il Direttore Tecnico della Femminile: “E’ necessario che Carlotta si convinca che per competere a certi livelli occorre inserire qualche difficoltà in più. Non bastano i collegamenti – aggiunge Enrico Casella – bisogna stupire le giurie e il pubblico con elementi spettacolari, come fanno le rumene. Il podio della trave, infatti, non fa una grinza. Lo stesso discorso vale anche per le altre azzurre. Se guardiamo lo standard il nostro è stato un Europeo positivo, ma per emergere , per vincere le medaglie serve altro. Le nuove pedane in dotazione nelle gare internazionali spingono in maniera esagerata. Credo che di questo passo le ginnaste del futuro faranno cose pazzesche. Bisogna adeguarsi, acquistandone un paio anche in Italia, così da non trovarci disorientati quando andiamo a gareggiare all’estero. E alle parallele asimmetriche obbligheremo le nostre atlete ad usare i paracalli. Ormai senza non si va da nessuna parte. Insomma, Mosca ci dà lo spunto per lavorare e migliorarci ancora. Ripeto, negli esercizi siamo molto apprezzati, gli addetti ai lavori degli altri Paesi si complimentano con noi per le coreografie e per l’eleganza delle nostre ragazze. Non possiamo, tuttavia, fermarci a questo. Noi vogliamo vincere e le ginnaste per prime non devono accontentarsi, trovando dentro di loro la volontà di spingersi oltre”.