In una gara a parte, mentre Biles, Andrade e Jones facevano scintille, due italiane brillavano luminose nel firmamento mondiale. Alice D’Amato con 54.265 ottiene il quinto posto, miglior piazzamento azzurro dell’era moderna, esclusa Vanessa Ferrari, dietro di mezzo punto alla cinese Qiu Qiyuan (54.799), finita ai piedi del podio stellare. La ventenne genovese è quindi anche la migliore ginnasta europea. Manila Esposito, all’esordio in una finale a 24 iridata, entra nella top ten, anzi fa meglio perché si classifica nona con il personale di 53.898. L’Italdonne di Enrico Casella, Monica Bergamelli e Marco Campodonico, in una serata storica segnata dai record di Simone Biles, piazza così due atlete tra le 10 étoile del pianeta.

Alice D’Amato, finalista olimpica a Tokyo, decima a Liverpool nel 2022, ottava l’anno precedente a Kitakyushu, parte alla trave con un 13.166, ma al corpo libero finisce con le mani a terra sul triplo della seconda diagonale. Il conseguente 12.500 sembra frenare le ambizioni del bronzo europeo di Antalya. La genovese delle Fiamme Oro, però, si fa coraggio e forte della sua esperienza di fata tira subito una linea di matita sui brutti pensieri, saltando uno Yurchenko con doppio avvitamento da 13.933. Il destino la porta poi alla sua parallela asimmetrica, con la quale ha litigato sia in qualifica (13.033), domenica scorsa, mancando l’ottetto decisivo per una medaglia, sia mercoledì nella finale a squadre (13.200). E qui Alice rimette la chiesa al centro del villaggio con un 14.666 finalmente degno della migliore parallelista del Vecchio Continente. Il totale delle quattro rotazioni la proietta in paradiso e può assistere dal vivo alla cerimonia di premiazione, guardando le tre davanti dal basso in alto ma con la testa altissima e il petto gonfio d’orgoglio.

Manila Esposito, bagna il debutto nell’all around con un buona parallela da 14.166. Purtroppo conclude una altrettanto eccellente trave con una caduta sulla rondata doppio carpio. Si scoprirà che un infortunio in allenamento alla mano l’ha condizionata per tutta la gara. Anche per la diciassettenne della ginnastica Civitavecchia, cresciuta da Camilla Ugolini, il 12.866 della giuria diventa una pesante zavorra. Sulle note di “Le vent le cry” di Moricone Manila aggiusta un po’ il tiro grazie ad un 13.100 su un 5.50 di partenza. Peccato per un piedino fuori della linea. Ma è al volteggio che esplode tutta la potenza del talento di Boscotrecase. Il 13.766 la porta lì dove cantano gli angeli. E intanto, sulla road to Paris 2024, lei suona la Sinfonia numero Nove!