Benedetta Gava è nata a Conegliano, in provincia di Treviso, il 22 maggio del 2009. Scoperta ginnicamente parlando da Edoardo Trobec alla Ginnastica Moderna, arriva all’Artistica 81 di Trieste da Diego Pecar e Teresa Macrì, dove è tesserata tutt’ora. “Benedetta è una ragazza davvero caparbia – ci racconta Pecar che in società è coadiuvato anche dalla figlia Carolina e da Tea Ugrin - Pretende moltissimo da se stessa e quando non riesce a dare il massimo è molto contrariata perché in tutto ciò che fa ci mette il cuore. È molto socievole e gentile ma quando entra in gara, di solito, si trasforma in una guerriera. Il suo punto di forza è il volteggio perché siamo riusciti ad incanalare qui la sua esplosività che è espressa al meglio però se la cava egregiamente anche sugli altri attrezzi. È molto bello lavorare con lei in palestra anche quando si chiude un po’ in se stessa perché si sente un po’ in difficoltà su qualcosa, si vede che combatte per cercare di superare la situazione”. “Benny”, il diminutivo che usano le sue compagne, prima degli EYOF di Maribor ha partecipato a due edizioni del Trofeo Città di Jesolo arrivando quarta al volteggio nel 2022 e prima con la squadra italiana (Emma Fioravanti, Sara Caputo, Emma Puato e Camilla Ferrari) nel 2023. Le abbiamo fatto qualche domanda per conoscerla meglio.

Come si è avvicinata alla ginnastica?
Come spesso accade mi sono avvicinata alla ginnastica artistica grazie a mia mamma, perché l’ha praticata da bambina. Mi ha incoraggiato lei ad iniziare e ne sono davvero felice.
Quando ha capito che sarebbe stata convocata in nazionale si ricorda quali fossero i suoi pensieri, preoccupazioni e obiettivi di quel periodo?
Il mio primo incontro con la nazionale è stato il Trofeo Città di Jesolo. Non me l’aspettavo di essere convocata. Ero felicissima ma allo stesso tempo preoccupata di non riuscire a dare il meglio di me per l’emozione. È un po’ il mio tallone d’Achille ma ci sto lavorando su.
Quali sono le qualità che la rappresentano? L’attrezzo su cui si sente più a suo agio e quello che non le piace?
Sono una ginnasta abbastanza esplosiva. L’attrezzo in cui mi sento più a mio agio è il corpo libero perché riesco ad esprimermi al meglio anche grazie alla musica ma mi piacciono tutti in realtà.
Ci racconta una sua giornata tipo?
La mattina mi alzo, faccio colazione e mi preparo per andare in palestra. Mi alleno dalle 8.30 fino le 16 con una pausa pranzo. Poi ho scuola per tre ore, ceno e vado a letto e penso alla giornata successiva e a tutti gli elementi che voglio migliorare.
Qual è stata l’esperienza sportiva più bella fatta fino ad ora?
Sicuramente Jesolo perché è stata la mia prima esperienza internazionale.
Se dovesse indicare il suo punto di riferimento in palestra chi sarebbe?
I miei allenatori ma anche Federica Macrí e Tea Ugrin. Sono persone splendide che mi aiutano giornalmente a superare i miei limiti e le mie insicurezze. Devo tanto a loro.
Ha un modello di ginnasta che vuole imitare?
La mia ginnasta preferita è la statunitense Alexandra Raisman ma ammiro molto anche tutta la nazionale italiana senior indistintamente. Sono ragazze dal grandissimo talento e con una fortissima forza di volontà. Crescendo voglio assomigliare a loro!
Ha un rito scaramantico prima di entrare in gara?
No non ne ho uno di preciso ma non sto mai ferma prima di ogni attrezzo, ho paura di raffreddarmi e quindi mi muovo sempre per scaldarmi.
Quando è in gara qual è il momento più difficile da affrontare secondo lei?
Sicuramente il primo attrezzo. Se lo supero con tranquillità poi la gara prende tutta un’altra piega. Il primo ostacolo è sempre il più duro da superare.
Può dare un consiglio ai tanti giovani atleti che si avvicinano alla ginnastica?
Bisogna avere forza, coraggio e determinazione anche davanti agli ostacoli, credetemi lo dico per esperienza anche se ne ho ancora poca alle spalle ma con tutta la voglia di crescere in questo bellissimo sport.
E il suo obiettivo qual è?
Migliorarmi sempre di più a livello ginnico e caratteriale. Secondo me l’uno aiuta l’altro e ti permette di scoprire lati di te sempre nuovi.

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