Dritte, orgogliose e sorridenti” è il motto che Emma Fioravanti e i suoi allenatori, Paolo Bucci e Tiziana Di Pilato, ripetono sempre all’inizio di ogni allenamento e prima di ogni gara. Concetto che esprime benissimo l’essenza di questa giovane atleta nata a Milano nell’ottobre del 2009 e che ha in sé il potenziale per diventare una grandissima ginnasta. Scoperta in tenera età da Elena Zambrino e Lara Pellegrini alla Edes di Abbiategrasso, arriva all’Accademia di Via Ovada a Milano all’età di 8 anni come riconoscimento al suo talento da parte delle sue prime allenatrici. Ora è tesserata per la Forza e Coraggio e si allena giornalmente al centro tecnico federale. “Ciò che contraddistingue Emma è il suo sorriso contagioso e l’incredibile forza di volontà”, sono le parole di Tiziana Di Pilato, presente agli EYOF di Maribor insieme a Diego Pecar per seguire la squadra femminile, che già si è distinta nella prima gara internazionale a cui hanno partecipato: il Trofeo Città di Jesolo di inizio aprile dove hanno conquistato la medaglia d’oro nel concorso generale. E in Slovenia hanno bissato il risultato arrivando sul primo gradino del podio del Festival Olimpico della Gioventù. Ma ad Emma non bastava, voleva anche una medaglia individuale ed ecco il bronzo nella finale All Around dietro alla sua compagna di squadra Sara Caputo. Dietro ad un concentrato di muscoli e una forza esplosiva si cela una dolcezza e un’intensità emotiva rara. Scopriamolo…

Come si è avvicinata alla ginnastica?
Non stavo mai ferma da piccola e visto che mia sorella già praticava ginnastica ho iniziato anche io.
Quando ha capito che sarebbe stata convocata in nazionale si ricorda quali fossero i suoi pensieri, preoccupazioni e obiettivi di quel periodo?
Quando ho partecipato all'Incontro Internazionale di Jesolo. In quel periodo ero molto felice ed emozionata, anche perché sapevo di dover gareggiare, per la prima volta, con le Americane. Ho sempre visto in tv le loro gare, la loro ginnastica, la loro eleganza e forza esplosiva e mi dicevo: arriverò anche io a quei risultati.
Quali sono le qualità che la rappresentano? L’attrezzo su cui si sente più a suo agio e quello che non le piace?
Penso di essere una ragazza solare, umile e altruista. L'attrezzo in cui mi sento più a mio agio è corpo libero, perché riesco ad esprimermi al meglio, ma anche gli altri attrezzi mi piacciono molto.
Ci racconta una sua giornata tipo?
Durante l'estate mi sveglio verso le 7, faccio colazione, vado in palestra per le 8:30, faccio doppio allenamento fino al 16.30 e torno a casa verso le 17. Faccio i compiti, ceno e dopo o mi guardo un film o vado a fare un giro in bicicletta, perché non riesco a stare mai ferma (dice sorridendo, ovviamente).
Qual è stata l’esperienza sportiva più bella fatta fino ad ora?
Per me sono tutte belle non so fare una classifica. Dopo Combs la Ville e il Trofeo Città di Jesolo ora c’è Maribor perché, al di là dei risultati, poter gareggiare con le mie compagne e i miei compagni, conoscere atleti di tanti altri sport all’interno del villaggio olimpico, visitare città nuove mi regala emozioni indescrivibili. Domani chissà cosa mi aspetta…
Se dovesse indicare il suo punto di riferimento in palestra chi sarebbe?
I miei allenatori. Tiziana e Paolo sono due persone splendide da cui imparo moltissimo ogni giorno. Mi spronano sempre ma hanno anche quella parola di conforto nei momenti giusti anche se io prendo sempre tutto con il sorriso perché non deve mai mancare. Sono felice di averli conosciuti e potermi allenare con loro.
Ha un modello di ginnasta che vuole imitare?
Mi piacciono moltissimo le ginnaste americane Shown Jonhson e Simone Biles ma vorrei tanto assomigliare a Martina Maggio perché ha tanta grinta e una grande tenacia e poi è sempre sorridente come me.
Ha un rito scaramantico prima di entrare in gara?
Non so se posso chiamarlo rito ma mi viene da fare sempre dei respiri profondi ad occhi chiusi, forse per trovare la maggiore concentrazione possibile. Poi li apro e parto!
Quando è in gara qual è il momento più difficile da affrontare secondo lei?
L'inizio della gara, senza dubbio. È sempre il momento più ansioso perché vieni dal campo di allenamento dove comunque sai di non essere ancora in competizione ma ti sembra di essere a casa. Poi entri nel palazzetto e tutto cambia. Crescere tecnicamente significa imparare a gestire anche questi aspetti.
Può dare un consiglio ai tanti giovani atleti che si avvicinano alla ginnastica?
Di credere in loro stesse e in quello che stanno facendo e capire se è quello che vogliono fare veramente. Perché quando c’è la passione c’è tutto e mi raccomando, sempre con il sorriso.
E il suo obiettivo qual è?
Sogno l’Olimpiade ma intanto mi alleno per perfezionarmi ogni giorno di più.

jQuery(window).on('load', function() { new JCaption('img.caption'); }); jQuery(document).ready(function(){WFMediaBox.init({"base":"\/","theme":"standard","mediafallback":0,"mediaselector":"audio,video","width":"","height":"","lightbox":0,"shadowbox":0,"icons":1,"overlay":1,"overlay_opacity":0.8,"overlay_color":"#000000","transition_speed":500,"close":2,"scrolling":"fixed","labels":{"close":"Close","next":"Next","previous":"Previous","cancel":"Cancel","numbers_count":"{{current}} of {{total}}"}});}); jQuery(function($){ initTooltips(); $("body").on("subform-row-add", initTooltips); function initTooltips (event, container) { container = container || document;$(container).find(".hasTooltip").tooltip({"html": true,"container": "body"});} });