
Mogliano Veneto - Cent'anni di ginnastica: la FGI festeggia Gabriella, la nonna della Federazione
Quando si parla di centenari, nel nostro ambiente, si pensa subito alla ricorrenza di fondazione di una società sportiva, e non è neanche raro che accada, vista la longevità media delle affiliate FGI. Ma se il felice compleanno riguarda una persona fisica allora l’interesse cresce, e se questa persona è una simpatica ex ginnasta, ancora nel pieno delle sue facoltà psichiche, siamo di fronte ad un evento che merita davvero di essere celebrato. Oggi Gabriella Balestra, il suo nome da nubile, sposata Raccanelli spegne cento candeline. Nata a Venezia appunto il 14 luglio 1923, dotata di spirito arguto e sinapsi veloci, con un linguaggio forbito e tanta autoironia, la nonna della ginnastica ha mosso i suoi primi passi ginnici alla Reyer Venezia, la culla della Federazione, e obbligatoriamente alla G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio). Attualmente abita a Mogliano Veneto, in provincia di Treviso, e il primo cittadino Davide Bortolato è andato a renderle i doverosi omaggi, rimanendo impressionato dalla sua vitalità. Gabriella dovrebbe aver vestito la maglia della nazionale di artistica femminile dal 1938 al 1941. Il presidente federale Gherardo Tecchi ha fatto pervenire alla veterana azzurra, tramite i suoi tre figli, la seguente lettera di auguri:
“Gentile signora Balestra,
in questa giornata così importante, per Lei e i suoi cari, e al raggiungimento di un tale traguardo anagrafico, sono lieto di porgerLe i miei più sinceri auguri di buon compleanno, anche a nome del Consiglio Direttivo Federale e dell’intero movimento ginnico italiano.
Come ben sa il nostro ente ha superato i 154 anni di fondazione ed è commovente pensare che in questo lungo cammino, a cavallo di tre secoli, Lei, cara Gabriella, l’abbia accompagnato per quasi due terzi della sua storia, ostinatamente direi, tra gioie e momenti difficili, fino al gradino più alto del Suo personale podio centenario.
La lieta notizia c’è stata annunciata dai Suoi figli - Luisa, Pietro Maria e Carla - ai quali avrà trasmesso la Sua passione per il mondo dei grandi attrezzi, ovvero, se non altro, la disciplina e l’educazione apprese nei Suoi anni alla Reyer di Venezia, la culla della Federazione Ginnastica d’Italia.
Che esperienza incredibile deve essere stata la pratica dell’artistica dei pionieri! E di sicuro, dal Suo esempio si evince, senza timore di smentita, che quella pratica è stata sana nel corpo e nella mente. Noi lo sappiamo - perché lo sperimentiamo sulla nostra pelle - che lo sport fa bene e che i suoi valori conducono a corretti stili di vita, preservando la salute, nella prosperità e nella floridezza, ma sono persone come Lei che ce ne danno la prova provata, convincendo gli scettici o le pigre generazioni moderne afflitte dalla sedentarietà dell’era tecnologica.
Chi cercava l’elisir dell’eterna giovinezza in pozioni magiche e in luoghi esotici e leggendari forse non aveva compreso, in realtà, che basta un po’ di movimento per rimanere in forma, finanche nella testa e nel cuore, e la ginnastica per sentirsi, comunque, immortali, grazie ad una pulsione che va oltre le cose terrene.
Quando si impara a volare più del tempo, vestendo magari la maglia azzurra come ha fatto Lei nel secondo anteguerra, le lancette si fermano sulla pedana, e neppure il soffio di cento candeline basta a spegnere la fiamma sportiva che ci arde dentro, in una festa continua che dà le vertigini soltanto a coloro che non sapranno mai cosa significa rialzarsi da una caduta o guardare al di là di una nuvola di magnesio.
Probabilmente non posso augurarLe altri cento di questi giorni, sarebbe un’extraterrestre più di quanto mi dicono che già sia; tuttavia, mi piace pensare che qualcuno lo abbia fatto cento anni fa e che Lei, con la sua tenacia, l’abbia preso sul serio. E, allora, se vorrà prendere seriamente anche questi miei rispettosi omaggi, sono sicuro che saranno per sempre”.