Si è svolto oggi, presso la sede dell’Istituto Auxologico Italiano, il primo incontro tra il comitato scientifico dell’IRCCS di Milano e la Federazione Ginnastica d’Italia. Il vicepresidente vicario FGI Valter Peroni, Commissario dell’Accademia Internazionale di Desio, era accompagnato dal Segretario Generale Roberto Pentrella, dal Responsabile Ufficio Federale Comunicazione e Relazioni Esterne David Ciaralli e dalla commissione medica e fisioterapica federale, rappresentata dal suo presidente, la dottoressa Giovanna Berlutti, e da alcuni componenti: l’ortopedico Alessandro Carcangiu, la nutrizionista Raffaella Spada e il medico dello sport Maria Conforti. Ad accogliere la delegazione della ginnastica italiana c’erano il direttore generale dell’Auxologico Mario Colombo, l’Healthcare Manager di Piancavallo Emanuele Fresa, il direttore scientifico Gianfranco Parati, ricercatore e professore ordinario di Medicina Cardiovascolare all’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Il meeting ha offerto l’occasione per approfondire, in presenza e con un approccio scientifico, il tema dei Disturbi Alimentari e della Nutrizione:  anoressia e bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata, ortoressia, vigoressia e disturbo evitante restrittivo dell’assunzione di cibo. Sono circa 5 milioni le persone affette da DAN in Italia, con 5.000 morti all’anno, ma il 75% dei pazienti guarisce se individuato e trattato per tempo. Diversi studi hanno dimostrato una maggiore prevalenza di disturbi alimentari negli atleti rispetto a chi non pratica l’attività sportiva. Circa l’8% degli atleti maschi e il 30% delle atlete sviluppano un Disturbo del Comportamento Alimentare. La percentuale sale al 19% per i ragazzi e al 45% per le ragazze se consideriamo alterazioni alimentari che non configurano ancora un DCA propriamente detto. La genesi di un disturbo alimentare è multifattoriale e comprende fattori genetici, biologici, psicologici e sociali. Negli atleti il modello biopsicosociale incontra fattori di rischio specifici derivanti non solo dall’individuo ma anche dal “mondo” che lo circonda. Gli sport maggiormente associati all’insorgenza di disturbi dell’alimentazione sono i cosiddetti “lean sport”, in cui è richiesta una determinata classe di peso o in cui si crede che un basso peso e un corpo magro possano conferire un vantaggio competitivo su base biomeccanica o relativa al giudizio sull’aspetto fisico. Nel 2007 l’American College of Sports Medicine evidenziava le discipline sportive “a rischio”: 1) sport in cui è valutata la prestazione individuale; 2) quelli di resistenza che favoriscono partecipanti con un basso peso corporeo; 3) quelli in cui l’abbigliamento per la competizione rivela la forma del corpo; 4) quelli che usano le categorie di peso per la partecipazione; 5) quelli in cui la forma corporea pre-pubere favorisce il successo. In quest’ultima si riconosce di certo la ginnastica femminile, la ritmica in particolare, che per il suo accesso precoce e le caratteristiche tecniche può offrire il fianco all’insorgere di patologie alimentari.

In questa direzione si sono orientati gli interventi dei professori dell’Auxologico, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, vera e propria eccellenza contro i disturbi neurologici, metabolici, genetici, cardiovascolari e non solo, con il quale la Federginnastica ha inaugurato un tavolo di lavoro, all’interno di una solida e duratura partnership, che mira a prevenire casi di DCA tra i ginnasti e le ginnaste attraverso corsi di formazione nelle accademie con allenatori, medici e personale direttamente interessato alla preparazione degli atleti di vertice, FAD con tutti i tesserati tecnici, ricerca vera e propria, interventi clinici di natura psiconutrizionale, convegni e altre iniziative di comunicazione.

Sull’argomento sono intervenuti il prof. Leonardo Mendolicchio, la dott.ssa Emanuela Apicella, la prof.ssa Simona Bertoli e il prof. Gianluca Castelnuovo. La squadra messa in campo con la collaborazione tra FGI e Auxologico è, insomma, di livello assoluto e accelererà una inelutabile svolta culturale, sensibilizzando il movimento sportivo più antico del Paese su una delle malattie più gravi e sottovalutate del nuovo millennio. Una disfunzione che colpisce soprattutto le nuove generazioni, e non soltanto le giovani donne, e che va affrontato nell’ottica delle dipendenze. Lo sport può essere un volano, anche perché uno dei sintomi dell’anoressia nervosa è l’iperattività, ma anche la soluzione. Molto dipende dagli operatori – coach, tecnici, staff medico e dirigenziale, societari e federali – che dovranno prepararsi a riconoscere il nemico, lavorando in sottrazione su se stessi, imparando cioè non cosa fare, bensì cosa non va assolutamente fatto. La Federginnastica, da sempre pioniera delle federazioni sportive, è pronta a vincere anche questa ulteriore sfida, con l’aiuto di campioni della specialità come Istituto Auxologico Italiano.