

Pezzi perduti del nostro puzzle: addio a Laura Micheli, la "Lady of the rings" dei Giochi di Londra 1948
Si è spenta, alla veneranda età di 94 anni, Laura Maria Luisa Micheli, ginnasta triestina, classe 1931, che prese parte ai Giochi di Londra del 1948, conquistando, diciassettenne, l’ottava piazza a squadre nel concorso generale e risultando la migliore delle italiane, e non solo. Renata Bianchi, Norma Icardi, Licia Macchini, Wanda Nuti, Luciana Pezzoni, Elena Santoni, Liliana Torriani e, appunto, la Micheli, si erano ben preparate sotto l’esperta e scrupolosa guida dell’allenatore Giulio Lay, ma pagarono lo scotto dell’esordio in campo internazionale e della giovanissima età (solo Torriani aveva ventotto anni, le altre erano diciottenni o quasi). Luisa arrivò terza nell’all around olimpico, alle spalle della cecoslovacca Zdeňka Honsová ed ex aequo con l'ungherese Edit Weckinger-Perényi, ma non prese la medaglia perché il CIO, all’epoca, a differenza della maschile, riconosceva soltanto il completo del team donne, non quello individuale, né le specialità femminili. Da un calcolo effettuato sui punteggi riportati nel rapporto ufficiale la piccola giuliana, una delle più forti interpreti di tutti i tempi, ottenne 53,65 punti, validi per la terza piazza di Londra.
Quindi la Micheli va considerata, nei cuori di noi appassionati, un’olimpionica in pectore – fu da podio anche agli anelli oscillanti (quindi sarebbe stata una “Lady of the rings”, ante litteram) e alla trave – e scrisse una di quelle storie di sport, dimenticate dal mainstream, dove non serve però il riconoscimento esterno per sentirsi comunque dei campioni. A quella memorabile spedizione a cinque cerchi presero parte anche i ragazzi del coach Franco Tognini – Guido Figone, Egidio Armelloni, Danilo Fioravanti, Domenico Grosso, Savino Gueglielmetti, Ettore Perego, Quinto Vada e Luigi Zanetti – che chiusero al quinto posto sotto gli occhi del presidente federale Achille Bellomi e dell’olimpionico Alberto Braglia, l’eroe di Londra 1908, partito per incoraggiare la spedizione FGI, oltremanica, alla Empress Hall, dal 12 al 14 agosto di settantasette anni fa.
Due anni dopo le Olimpiadi, nel 1950, Laura è stata bronzo ai Mondiali di Basilea, in Svizzera, sempre nel concorso a squadre, dietro a Svezia e Francia; nella stessa competizione chiuse settima nell’individuale e quinta al corpo libero. Nel 1947 a Roma, nel 1948 a Varese e nel 1949 a Siena vince per tre anni consecutivi il campionato italiano assoluto – inaugurato nel 1937 - vestendo i colori della Ginnastica Triestina, mentre nella GAM trionfavano Perego della Pro Lissone e Figone della Pro Chiavari.
Dopo aver intrapreso l’attività ginnica in tempo di guerra, nel 1946 aveva già vinto il titolo nazionale juniores a Como. L’esordio in maglia azzurra ci fu l’anno seguente, in un incontro internazionale con la Francia a Grenoble e poi, in Patria, con le stesse transalpine, in quel di Brescia. Nel 1952 si è sposata con il cestista Romeo Romanutti (scomparso nel 2007), anche lui presente ai Giochi olimpici di Londra 1948, e si è trasferita a Milano, dove suo marito giocava con l'Olimpia Milano. In seguito ha avuto una figlia, Cristiana, diventata insegnante. Nel 1951, ancora giovanissima, Laura Micheli era a bordo pedana, ad allenare Maria Storici in vista delle Olimpiadi di Melbourne.
Martedì 8 luglio 2025, dunque, un’altra stella della nostra storia ultracentenaria è andata a brillare nel firmamento delle grandi e indimenticabili, lasciando, ovviamente, un grande vuoto in terra, tra i suoi cari e nel suo ambiente. La Federazione Ginnastica d’Italia, avvisata dal CONI, si è subito unita nel cordoglio a Cristiana e alla progenie di una delle sue meravigliose e leggendarie interpreti. Il presidente Andrea Facci, il Consiglio Direttivo Federale e il Comitato regionale Friuli Venezia Giulia, nella persona del numero uno Roberto D'este, esprimono le loro più sentite condoglianze alla famiglia Romanutti e alla Ginnastica Triestina.