E adesso si può cominciare. Sotto gli occhi del presidente cinese Xi Jinping, acclamato al suo arrivo e affiancato dal presidente del Cio Thomas Bach, si alza il sipario sull'Olimpiade di Pechino 2022, prima città di sempre a organizzare sia i Giochi estivi che quelli invernali. E ovviamente la Federazione Ginnastica d’Italia regina dei primi augura un grande in bocca al lupo ai protagonisti azzurri dei secondi. Teatro dell'inaugurazione quel "Nido d'uccello" che già 14 anni fa ospitò il primo atto ufficiale della prima rassegna cinese e che oggi torna a illuminarsi sotto gli effetti speciali di uno show suggestivo ed emozionante. Il ricordo torna ai quarti posti delle Farfalle di Emanuela Maccarani, di Igor Cassina e Andrea Coppolino. E come allora, a disegnare la cerimonia è stato Zhang Yimou, regista tre volte candidato all'Oscar per il miglior film straniero con "Ju Dou", "Lanterne rosse" e "Hero". Per aprire un'Olimpiade invernale - col countdown scandito secondo il calendario lunare cinese - non poteva essere che scelto un fiocco di neve come filo conduttore dell'intera cerimonia, cercando di trasmettere l'idea di una Cina familiare, pronta ad accogliere il resto del mondo. Al pubblico presente sugli spalti - diverse migliaia alla fine, fra spettatori, autorità e addetti ai lavori, con accesso rigorosamente su invito vista la pandemia in corso - viene offerta una cerimonia fatta di storia e tradizione, non solo locale ma anche olimpica. E l’Olimpismo accomuna tutti i suoi figli, anche quegli atleti che dall’Italia assistono emozionati sognando Parigi 2024. Un cubo di ghiaccio - riferimento all'impianto di fronte al "Nido" che nel 2008 ospitò il nuoto e oggi è stato 'riciclato' per il curling - ripercorre i nomi delle 23 edizioni precedenti, fino all'apparizione dei cinque cerchi. Poi inizia la sfilata, aperta come da tradizione dalla Grecia e conclusa dalla Cina, con l'Italia penultima in quanto Paese organizzatore, con Milano-Cortina nel 2026, della prossima Olimpiade invernale. A guidare la delegazione Michela Moioli, che a Pechino sogna il bis dell'oro conquistato quattro anni fa nello snowboardcross: era la portabandiera designata della cerimonia di chiusura ma ha dovuto sostituire l'amica Sofia Goggia, costretta a posticipare il suo arrivo in Cina per l'infortunio di Cortina. "È stata un'esperienza unica - il suo commento a caldo - Sono onorata di averlo fatto per me e per tutti gli italiani e anche per il movimento dello snowboard. È stata una cosa unica che mi ha dato una grande carica. Mando un grande abbraccio a Sofia che son certa che arriverà qui e darà il meglio di sé come tutti noi. Adesso finalmente i Giochi possono iniziare". E alla Goggia rivolge un pensiero dalla sua camera d'albergo - dove si trova in isolamento a causa del Covid - il presidente del Coni, Giovanni Malagò: "Ho ricevuto un suo video privato, è pronta, sta tornando. Comunque, mi sono molto emozionato a vedere sfilare Michela Moioli con la bandiera. La squadra era elegantissima con la mantella disegnata da Giorgio Armani. Il tricolore è sempre da brividi. Saranno Giochi dove potrà accadere di tutto". La fredda serata del "Nido d'Uccello" – temperatura sotto lo zero - prosegue con i discorsi ufficiali, l'apertura dei Giochi dichiarata da Xi Jinping e pattinatori che si esibiscono sulle note di "Imagine". "Si apre una nuova era per gli sport invernali", ha ribadito Bach ringraziando gli organizzatori a cui va "la nostra gratitudine più profonda perché sfortunatamente la pandemia è ancora una realtà ma avete reso possibili questi Giochi e lo avete fatto in modo sicuro". Dal presidente del Cio un pensiero agli atleti che "a causa della pandemia non possono realizzare il loro sogno olimpico" e a quelli presenti: "è arrivato il momento che avete aspettato e abbiamo aspettato a lungo, il vostro sogno olimpico diventa realtà". Entra la bandiera olimpica, la scena se la prendono i bambini, travestiti da fiocchi di neve con sprazzi di blu e rosso, i colori tipici della porcellana cinese, prima dell'ingresso della torcia. E ad accendere il braciere sono due tedofori nati negli anni 2000, per celebrare la parità di genere e la nuova generazione di atleti: Dinigeer Yilamujang, fondista, e Zhao Jiawen, primo cinese a qualificarsi per le Olimpiadi nella combinata nordica. Il fuoco del tripode illumina Pechino. Non basta a cancellare le paure legate al Covid e una bolla olimpica blindata, non fa dimenticare la questione dei diritti umani che ha spinto molti Paesi al boicottaggio diplomatico né altri temi caldi come il caso Peng Shuai, ma almeno per una sera lo sport prova a restituire quella dimensione di normalità ormai dimenticata. La Federazione Ginnastica d’Italia, decana delle federazioni sportive riconosciute dal Coni, farà un gran tifo in questi giorni per tutte le atlete e gli atleti della missione guidata da Carlo Mornati e augura una pronta guarigione al Presidente Malagò.

Foto Simone Ferraro / Coni

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