Al volteggio femminile Asia D’Amato raggiunge un altro primato, vincendo la prima medaglia d’argento del lungo palmares femminile sulla rincorsa dei 25 metri. La diciottenne di Genova, in forza alle Fiamme Oro e cresciuta nella Brixia di Brescia, con 14.083 chiude alle spalle della brasiliana Rebecca Andrade, leader con 14.966. Terza la russa Angelina Melnikova con la media di 13.966. Ai piedi del podio giapponese, invece, l'egiziana Nancy Taman, a quota 13.733. Completano la classfica: Csenge Maria Backsay (HUN - pt. 13.733), Ofir Netzer (ISR - pt. 13.616), Natalia Escalera (MEX - pt. 13.483) ed Elisabeth Geurts (NED - pt. 13.349). La D’Amato si era aggiudicata il bronzo a squadre nel 2019 ai Mondiali di Stoccarda, insieme alla sorella gemella Alice e alle altre fate della Nazionale di Enrico Casella. Risale al 2007, sempre a Stoccarda, invece l’ultimo acuto individuale con Vanessa Ferrari, bronzo all-around. Pochi poi i precedenti e tutti di Basilea 1950 quando la FGI vinse il bronzo a squadre, mentre Licia Macchini e Wanda Nutti si mettevano al collo, rispettivamente, bronzo e argento alla trave.

“È un’emozione indescrivibile poter stringere la medaglia d’argento mondiale – ha dichiarato dopo la cerimonia di premiazione la genovese scoperta nell'Andrea Doria da Silvia Pezzati – Volevo riscattarmi dalla gara fatta nell’All Around e ci sono riuscita. Finire davanti ad Angelina Melnikova, la neo campionessa iridata, mi ha emozionato ancora di più. I miei due salti li ho fatti bene, sono entrata decisa e il risultato è palese: un primato mondiale che sa di magia. Mi sono emozionata quando sono uscita dal campo gara perché c’era mia sorella che mi aspettava in lacrime. Poter condividere questa medaglia con lei, con Elisa Iorio e Desiree Carofiglio è ancora più bello. Voglio dedicare questa medaglia a tutti quelli che hanno permesso questo storico risultato: dal Direttore Tecnico nazionale Enrico Casella, a Marco Campodonico, a tutto lo staff dell’Accademia Internazionale di Brescia, alla Federazione, al Gruppo Sportivo della Polizia di Stato e alla mia famiglia”.

Dal nostro inviato Federico Calabrò - foto di Simone Ferraro

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