Elegante come una farfalla, forte come una leonessa, spietata come un cannibale. Tre immagini che simboleggiano alla perfezione il profilo di Vanessa Ferrari, la più grande ginnasta italiana di tutti i tempi, campionessa mondiale (un oro storico nel concorso generale di Aarhus 2006 con due bronzi di specialità, sempre in Danimarca a sedici anni non ancora compiuti, un terzo posto all-around a Stoccarda l’anno dopo e l’argento al corpo libero di Anversa dietro l’astro nascente Simone Biles) e d’Europa (il titolo a squadre di Volos 2006, poi ad Amsterdam 2007 quello individuale e al corpo libero, quest’ultimo bissato a Sofia, nella patria materna, nel 2014, più altri tre argenti, tra i quali quello in casa sulla pedana centrale di Milano 2009, e tre bronzi), con tre partecipazioni olimpiche all’attivo e la quarta nel cassetto dei sogni realizzabili. Prima a presentare lo Tsukahara avvitato, 11 scudetti all’attivo con la Brixia di Brescia, collare d'oro al merito sportivo, Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana, quest’oggi, martedì 10 novembre 2020, Vany festeggia il suo trentesimo compleanno. Un traguardo esemplare che testimonia tutto l’impegno, la professionalità, la dedizione e la fame di successi del caporal maggiore dell’Esercito Italiano, cresciuto alla corte dell’attuale DTN Enrico Casella, fin da quando si allenava nella vecchia palestra Delfino di via Roma 27, e ancora protagonista al PalAlgeco su tutti gli attrezzi dell’artistica femminile, la disciplina della sua vita. Le coreografie del corpo libero, ad esempio, le hanno permesso di essere identificata come una leggiadra farfalla, che però sa digrignare i denti come una leonessa o assomigliare ad un cannibale, quando non si sazia neppure con le vittorie. L’intero mondo dello sport, non solo quello della sua amata ginnastica, dalla Federazione all’intero movimento, le si stringe attorno per festeggiarla, per partecipare alla ricorrenza gioiosa di un’atleta, classe 1990, che ancora si diletta a saltare fra gli staggi od eseguire mirabolanti acrobazie al volteggio e alla trave. Come sarebbe bello poterla circondare davvero con i nostri abbracci, portandole il solito biglietto augurale con scritto: Auguri regina e cento di questi giorni. Magari le avremmo portato anche qualche regalo. E cosa potrebbe piacere a Vanessa, una ragazza che ha collezionato ogni tipo di trofeo, dagli Europei Juniores in Olanda nel 2004 e dai Giochi del Mediterraneo di Almeria del 2005 fino ai nostri giorni, eccetto quella medaglia a cinque cerchi sfuggitale di un soffio sia a Londra, sia a Rio de Janeiro? Se potesse scegliere, lei, forse, ci consiglierebbe di cercarle un tendine nuovo, magari due, perché quelli che aveva prima li ha generosamente offerti alla patria e se non fossero stati così delicati chissà quali altri trionfi ci avrebbe regalato. Tenere un "Achille" di scorta potrebbe non essere una cattiva idea, visto che, andando avanti – e lo sta facendo ancora sulla Road to Tokyo 2021 - non si mai. Invece, purtroppo, niente festa, niente regali infiocchettati, niente abbracci, neppure quelli di mamma Galia e papà Giovanni, o di Ivan e Michele, i suoi due fratelli. Brescia è zona rossa ed ognuno rimane nel proprio comune di residenza. Il compleanno è la festa che Vanessa ama di più. Lo ha detto e ricordato in tante occasioni. Ma la ricorrenza di quest’anno, quella dei trent’anni anni, non le piace. Questo disastro della pandemia, con la rinuncia agli Europei di Mersin e agli Assoluti di Napoli, l’ha un po’ destabilizzata, senza dubbio rattristata ed allora, a maggior ragione, niente festa. Ma il mondo dello sport non ha resistito e così per celebrare una delle sue più grandi interpreti, sette volte campionessa italiana, icona indiscutibile di una disciplina che grazie a lei ed alle sue gesta è letteralmente esplosa, migliaia e migliaia di messaggi d’auguri hanno inondato i suoi profili social. Le testate giornalistiche le hanno dedicato una pagina, un pezzo d’apertura, oppure una semplice notizia. La Regina della ginnastica italiana è stata ricordata anche dai maggiori network nazionali. Chiamiamolo per nome questo trasporto verso Vanessa: si chiama “amore”, si chiama “rispetto”, si chiama ricambiare la passione che questa ginnasta, data più volte per finita e rinata dalle sue stesse ceneri, ha dato e continua a dare all’universo ginnico internazionale. Ed allora anche per noi è giunto il momento degli auguri. Perché è un fenomeno, un esempio, una brava ragazza… e nessuno lo può negar!

Foto Filippo Tomasi / Archivio FGI

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