In un periodo di agitazioni negli Aeroporti italiani, il cigno Parolari sta per spiccare il volo dal Datch Forum. Sabato la meravigliosa Lia, che per eleganza e fisionomia ricorda la regina olimpica Nastia Liukin, se la vedrà con Sandra Izbasa, oro al corpo libero di Pechino, in una emozionante rivincita dell’All around del National Indoor Stadium. Allora l’azzurra e la rumena finirono ad 1,825 punti l’una dall’altra con Lia che, pur essendo superiore alla rivale alle parallele, pagò un pesante pegno al volteggio, il suo tallone d’Achille. Da quando però ha la nuova palestra la stella dell’Estate ’83 Galleria del Tiro è riuscita ad allenarsi regolarmente sulla distanza dei 25 metri, colmando una lacuna che più che sua era dell’impianto di Travagliato. Strano destino quello della Parolari. Nata ad Orzinuovi come la Ferrari, ha dovuto in questi anni cedere la scena alla più celebre compagna, alla quale, tra l’altro, è legata da un bel rapporto di amicizia. Dividevano la stanza al villaggio olimpico e non è difficile immaginare le loro conversazioni prima di addormentasi, tra speranze e propositi a cinque cerchi. Quando Vanessa vinse il mondiale in Danimarca l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media si concentrò sulla sua fatiscente palestra, dimenticando che un’altra protagonista dell’Artistica nostrana, oro a squadre pochi mesi prima in quel di Volos, si trovava in condizioni simili. Pur vivendo all’ombra del Cannibale la piccola Lia non si è mai persa d’animo continuando ad allenarsi caparbiamente, al punto da laurearsi, quest’anno, campionessa assoluta ad Arezzo. Anche a Giochi Olimpici il suo 14° posto nel Concorso Generale è passato in secondo piano rispetto all’11° della Ferrari e alle polemiche che ne sono succedute, tuttavia la Parolari è riuscita a trovare forti motivazioni anche al suo rientro dalla Cina, riuscendo a vincere un bronzo alla trave nel prestigioso Memorial Gander di Chiasso, l’ottobre scorso, mentre la stragrande maggioranza dei protagonisti agostani vivevano un comprensibile momento di scarico, fisico e mentale. Lia e Vanessa hanno due personalità diverse, entrambe timide - la prima si schermisce arrossendo mentre la seconda si difende attaccando – le accomuna una passione immensa per la ginnastica. Impossibile non accostarle in un paragone dal quale la Parolari non esce affatto sminuita, anche se la storia porterà sempre agli altari della cronaca la Campionessa del Mondo e d’Europa, come è giusto che sia. L’atleta di Vincenzina Manenti e Georgy Yudenko, però, rappresenta un esempio di lavoro e dedizione utile per tutto il nostro ambiente. Un ambiente fatto di artigiani che nelle loro piccole botteghe si adoperano indefessi alla costruzione di ginnasti e ginnaste, sordi alle sirene dello show business che ti esaltano e poi ti distruggono alla medesima velocità. Questi artigiani spesso hanno la forza di chiudere le finestre e di creare in palestra un alveo protettivo, per conservare la giusta concentrazione e puntare sempre a nuovi traguardi. A Lograto ci sono riusciti, nonostante fossero più vicini di altri ai fatui riflettori della cronaca sportiva ed oggi possono presentare al Grand Prix una splendido esempio di quel gruppo invincibile che per due anni ha mietuto successi ad ogni latitudine. Se non fosse in contrasto con il suo aspetto così aggraziato verrebbe voglia di cantarle “Una vita da mediano” di Ligabue. Ma Lia, in verità, è stata molto di più: un all-arounder completa, una professionista discreta e per questo, qualunque sarà il suo percorso nel prossimo quadriennio, merita, sabato pomeriggio, la standing ovation del popolo d’Assago.