Enrico Casella (Brixia Brescia)


“Undicesimo titolo: beh, fa un certo effetto! Me li ricordo tutti, a cominciare dal primo, quando, dopo aver perso le prime due gare, riuscimmo - ben inteso, con altri regolamenti – a finire ugualmente davanti a tutti. Se quello del 2009 fu lo scudetto della stella e dell’addio di Monica Bergamelli, questo sarà ricordato come l’anno della consacrazione della Fasana e del ritorno della Ferrari. Vanessa è un’atleta ritrovata. Certo, per il resto della sua carriera dovrà lottare, giorno per giorno, con i suoi fastidi, ma non le manca né la voglia, né il coraggio. Qui, per esempio, con il cemento sotto la pedana, per lei non era il massimo. A casa lavoriamo su ben altre superfici ed è per questo che vorrei tenerla lì, fino all’ultimo momento, prima della partenza per Birmingham, evitando raduni altrove. Erika, invece, è un’atleta in costante crescita. Malgrado il freno di qualche piccolo e stupido infortunio – l’ultimo dopo Jesolo, una distorsione al 5° metatarso - è riuscita a mettere insieme un volteggio che, finalmente, la colloca tra le ginnaste di valore internazionale. E in parte il merito è della bellissima sfida tricolore con la GAL. Modena, infatti, aveva sentenziato che la partita si sarebbe giocata sui 25 metri. Per superare l’avvitamento e mezzo della Fasana, Andrea Foti è stata così stimolata a provare e trovare il doppio avvitamento. Ecco, dunque, che, malgrado gli acciacchi, anche la nostra junior, ieri, ha pensato bene di fare altrettanto. Da questa sana competizione ne ha guadagnato la Nazionale Italiana in partenza per l’Inghilterra. Devo fare i complimenti anche a Greta Carnessali, afflitta in settimana da un piccolo stiramento. Fino a tre giorni prima della gara non avevamo la terza ginnasta al corpo libero, cosa che, invece, si è materializzata alla trave, dove siamo saliti con due atlete contate. Non è facile gestire una rosa così corta. Ma anche le nostre rivali non stavano meglio. La GAL ha fatto un campionato eccellente. Sono state toste, non hanno mai mollato, e per noi questo loro fiato sul collo ha rappresentato un ulteriore stimolo. Mi fa piacere anche il terzo posto dell’Artistica ’81. Con Federica Macrì e Francesca Benolli ho condiviso un percorso, lo scorso quadriennio, conclusosi ai Giochi di Pechino. Non posso, dunque, negare un certo affetto nei confronti del team giuliano. Una dedica? A noi stessi, ovvio, a chi altrimenti?”    

 

Claudia Ferrè (G.A. Lissone)

 

“Ci abbiamo provato, anche perché mollare è un verbo che non fa parte del vocabolario della GAL. A proposito, con la promozione della Pro Lissone la nostra città diventa, di diritto, il fulcro della ginnastica italiana. D’altra parte da queste parti è un po’ lo Sport Nazionale. Comunque, siamo arivati a Genova con l’intenzione da un lato di spingere per l’ultimo assalto alla scudetto, dall'altro di provare soluzioni più difficili in vista dei prossimi Europei di Birmingham. Risultato: il doppio avvitamento della Foti al volteggio e il suo doppio carpio alla trave, oppure lo Tsukahara della Ferlito al corpo libero, tanto per fare qualche esempio. Con due 14.45, quelli di Andrea e Betta, questa benedetta trave l’abbiamo vinta ancora una volta. Certo, è un contentino per chi puntava a qualcosa di più grosso. Ma arriverà, prima o poi, parola di una che di Campionati ne ha vinti già 8, il primo dei quali da ginnasta e allenatrice contemporaneamente. Onore, intanto, ai vincitori. La Brixia con questa Ferrari è davvero imbattibile ed io, in prospettiva azzurra, sono contenta del recupero di Vanessa. La sua voglia di vincere poi è contagiosa e ha trascinato le compagne verso uno scudetto che a Firenze sembrava destinato a cambiare maglia”.

 

Diego Pecar (Artistica ’81)

 

“Dopo la terza giornata, a Modena, ci abbiamo cominciato a credere. Senza la Rupini all’inizio era quasi folle puntare al podio. Poi Anita è rientrata e, ironia della sorte si è beccata la varicella. Eppure, oggi, ha voluto a tutti i costi fare la trave, segno che è una ginnasta con un coraggio da vendere. E che dire della Macrì. Era da Stoccarda 2007 che Federica non faceva quattro diagonali al corpo libero. E quelle che ha presentato a Genova erano pure di un certo livello. L’ho già dichiarato nelle precedenti interviste, con Francesca Benolli, Ilaria Jez, Rachele Brunato ed il prestito della Spes Mestre, Irene Favarato, abbiamo messo su un gran bel gruppetto di simpatiche canaglie, che ridendo e scherzando hanno finito per scalare quello splendido gradino”