La dedicaè doppia. «A mia non­na paterna che vive a Como e che, insieme a mia zia, non è potuta ve­nire a vedermi, perché non è nelle migliori condizioni di salute. E poi alle mie quattro compagne di squadra con cui abbiamo sfiorato la vittoria nella gara d'Insieme». Julieta Cantaluppi ha ancora ne­gli occhi i flashback di un succes­so storico, peraltro conquistato proprio a Fabriano, ormai la sua città adottiva a tutti gli effetti. L'affermazione nella gara indivi­duale le è valsa l'ingresso nella storia della Ginnastica Ritmica Na­zionale, come unica atleta italiana ad aver vinto in cinque anni diver­si il titolo tricolore individuale nel Concorso Generale. Poi, onni­vora com'è, si è presa anche il con­torno di altri quattro ori nelle sin­gole specialità di fune, palla, cer­chio e nastro a completare uno strepitoso en plein. «Era una gara particolare e sinceramente l'ho sentita molto», ammette coccolan­dosi gli ennesimi trofei. «Alla fi­ne, però, la gioia per questo suc­cesso mi ha ripagato alla grande di sacrifici e tensioni». E adesso, Julieta, dove vuole arri­vare? «Adesso mi preparo per una lunga e calda estate. Tra dieci gior­ni gara internazionale a Prato, poi ritiro con la nazionale a luglio in Abruzzo e ad agosto nelle Mar­che. A fine agosto c'è la prova di World Cup a Pesaro e a settembre i Mondiali di Mosca in cui spero di confermare e magari migliora­re il tredicesimo posto dello scor­so anno». Lei si arrabbiaquando le dico­no che è al limite con l'età, giu­sto? «Ho 25 anni. In Italia, forse, sono la meno giovane tra le atlete di punta, ma in campo internazio­nale di mie coetanee che gareggia­no ad altissimi livelli ce ne sono tante». Allora può ancora sognare le Olimpiadi di Londra del 2012 come perfetto fine carriera... «Sin­ceramente non ci penso. Preferi­scono ragionare anno dopo anno, meglio ancora gara dopo gara».Intanto invecchiando migliora co­me il buon vino: ha qual­che sogno da rincorrere? «Maga­ri entrare nelle top ten ad un Mon­diale e vincere il prossimo anno per la sesta volta il tricolore indivi­duale. Così sto tranquilla che per un bel po' di tempo nessun altra ginnasta italiana potrà superarmi e soffiarmi il record». Intanto studia da allenatrice: è quello il suo futuro? «Mi ha rega­lato una grande gioia il terzo po­sto nel tricolore giovanile d'insieme della squadra Fabriano Matelica che ho cominciato da qualche tempo ad allenare. Anche quella la sento una medaglia molto mia, perché a me piace insegnare gin­nastica alle più piccole. Non so quando smetterò e non voglio pensarci, ma pure in futuro credo e spero che la ritmica resterà forte­mente parte integrante della mia vita».


Di Alessandro Di Marco  

FONTE: Il Resto del Carlino (Ancona)

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