Mortara - La Femminile e l'elisir d'eterna giovinezza
Nell’operosa provincia pavese non ci si ferma mai, neppure ad una settimana dalle Feste. In particolare a Mortara si montano e si smontano attrezzi ginnici con la stessa facilità con la quale, nel resto del Paese, si addobbano gli alberi di Natale. Merito dell’ultracentenaria La Costanza - “What else”, direbbe George Clooney - società leader nel territorio e polo di eccellenza a livello nazionale, capace di allestire un campo gara come fosse un Presepe, con la medesima ritualità e cura dei particolari. In questo ambiente ideale, nel confortevole rettangolo del Palazzetto di via Ciniselli, di fronte ad un pubblico ristretto ma competente ed appassionato, la Ginnastica Artistica azzurra si è guardata allo specchio, venti giorni prima della partenza per il Test Event di Londra. E il volto che ha visto riflesso è un volto giovane, acqua e sapone. Il volto sorridente di Erika Fasana, Francesca Deagostini e Ludovico Edalli, tre ragazzini terribili che con l’irruenza tipica della loro età hanno lanciato la propria candidatura, reclamando un posto al sole nell’anno che verrà. Senza nulla togliere a Ferlito e Principi che certo vecchi non sono, questo nuovo che avanza rappresenta di certo la “buona novella”, in un periodo in cui la fede assume il senso laico di una rinnovata fiducia nel progetto olimpico. «Allor mi venne a mente, che vana cosa è il giovenil fiorire», cantava Lorenzo il Magnifico e che gli anni non vadano sprecati pare lo sappiano bene le due fanciulle, una di Como, l'altra di Aosta, gagliarde e pronte a mordere il freno. «La sua criniera è folta e, se la scuote, ricade sulla destra, la spina dorsale sembra che corra doppia lungo il corpo, e con l'unghia compatta dello zoccolo scava la terra che cupa rimbomba». La descrizione dei cavalli di Marte o di Achille, tratta dalla Georgiche virgiliane, sembra perfetta per raccontare la ginnasta della Brixia di Brescia, un corsiero armato nel suo body nero portafortuna. “È lo stesso di Birmingham – racconta la 15enne lombarda, concentrato di muscoli e simpatia, scoperta da Laura Rizzoli alla Polisportiva Carmini – quello del bronzo al volteggio. Me l'ero rimesso anche agli Assoluti di Ancona nel 2010, dove non andò tanto bene (5ª al concorso generale, ndr.). Un capo del genere, però, non poteva restare a lungo in un armadio. Rispetto agli Europei sono cresciuta tanto e adesso sta per arrivare il mio momento. Aspettavo da una vita di diventare senior”. E già, per un curioso incastro anagrafico, l'atleta comasca “rischia” seriamente di disputare un'Olimpiade senza aver mai debuttato in un Mondiale. “L'esperienza agli Eyof di Trabzon – precisa Ery – è stata altrettanto utile, con quel programma serrato, una gara dopo l'altra, ho imparato ad isolarmi alla ricerca della concentrazione”. Una delle virtù delle campionesse, una virtù addirittura ostentata dopo l'errore sul flic twist, l'elemento acrobatico che apre il suo esercizio alla trave: 13.600, partenza con l'handicap? Macché, era soltanto una rincorsa. Se ne accorgeranno le avversarie. A cominciare da Francy, l'altra faccia della stessa medaglia. Stessa età (classe 1996, con qualche mese in meno), stesso palmares internazionale (il terzo posto di squadra a Birmingham, l'oro dell'Italbaby in Turchia, assieme alla Meneghini), stessa grinta, stessa smania di esordire tra le grandi (“E' il momento che tutte sogniamo” – dirà), insomma gemelle, fuorché nell'aspetto. La Deagostini, più minuta, elegante, somiglia tanto alla Komova, anche se la preferita, per sua stessa ammissione, è l'altra stella russa, Aliya Mustafina: “Spero di incontrarla a gennaio, dicono che stia per tornare”. La trave dell'atleta di casa, il gioiellino della Andrea Massucchi, era stata la migliore della giornata. Il 14.650 è figlio, certamente, della antica tradizione rumena e in particolare della sua allenatrice, Rodica Demetrescu. Con 50 millesimi di vantaggio sulla Ferlito, argento di specialità a Berlino, e due decimi e mezzo sulla Ferrari, il pubblico mortarese ha capito subito che si sarebbe divertito. E mentre si attendeva, nel secondo giro, una reazione di Vanessa e Carlotta, sono ancora le due juniores a graffiare la pedana del corpo libero. E questa volta la spunta la Fasana, di un soffio (14.350 contro 14.300). Doppio teso e Tzukahara nelle diagonali iniziali bastano a convincere le giurie coordinate da Gioconda Raguso che la sfida è tutt'altro che chiusa. Erika, poi, l'unica ad eseguire due avvitamenti al volteggio, prenderà il volo con uno strabiliante 14.900. “Abbiamo qualche giorno ancora per migliorare – ci svela Super Deago – Da un mese mi alleno a Milano e con Paolo (Pedrotti, ndr.) stiamo provando il doppio avvitamento al volteggio (troppo poco, per una come lei, il 13.700 di ieri, ndr.) e l'inserimento dello Jager alle parallele. L'obiettivo però rimane la squadra, la qualificazione olimpica. Dobbiamo farcela, anzi ce la faremo senz'altro. Io ed Erica abbiamo un bel rapporto, la nostra è una sana rivalità, una amicizia cementata sul campo, anche se, ultimamente, ho legato tanto con Elisabetta Preziosa, mi somiglia caratterialmente e ci sosteniamo a vicenda. La Ferrari? Vorrei avere la sua rabbia agonistica, per noi piccole è un punto di riferimento e finirle davanti in classifica ci dà morale. Significa essere pronte, all'altezza delle migliori al Mondo”. Uno status che Vany impone e rammenta alla platea sugli staggi, strappando con un 14.700 il terzo gradino del podio. Il caporal maggiore dell'Esercito non era al 100% della forma, dopo la botta alla caviglia rimediata a Tokyo, ciò nonostante chiude a 56.500, senza tirare l'esercizio al corpo libero e con un avvitamento e mezzo al volteggio. Una posizione privilegiata per applaudire la compagna, Erika Fasana, leader di questo meeting con 57.150. La parallela finale (14.300), infatti, non sposta gli equilibri al vertice, troppo il divario imposto nella rotazione precedente, in fondo ai 25 metri. Anzi, con il suo 14.100 (il terzo parziale di specialità), Francesca perde altra strada, ma conclude con l'argento a quota 56.750. “Ero preoccupata – ammette la valdostana, cresciuta alla Pro Patria di Milano con Alessandra Mottola, dopo essersi avvicinata alla Ginnastica per seguire la sorella Carlotta - Sono un tipo ansioso e una valutazione così importante, davanti ai miei tifosi, mi ha caricato ancor più di pensieri. D'altronde noi ginnaste sacrifichiamo tantissimo della nostra vita e poi in un minuto e mezzo ci giochiamo tutto. Invece ho controllato bene tutti gli attrezzi. Adesso voglio tornare in Inghilterra e prendermi la rivincita per la mancata finale continentale alla trave junior. Come si dice? Natale con i tuoi e...alla Befana si parte”. Il DTN Fulvio Vailati, intanto, ha avuto un riscontro più che positivo. Si sapeva che le due '96 sarebbero entrate in lizza ma non con un impatto tale. Se quelli di Mortara non erano veri e propri Trials, almeno tra le donne, impiegate tutte in tutti gli attrezzi, ci somigliavano molto. La Ferlito, acclamata dai fan di MTV addirittura con proposte di matrimonio sugli striscioni dei più accaniti, ha condotto una buona gara, salvo lo spavento sull'arrivo a gambe tese dell' 1 e ½ al volteggio. Il 56.100 totale e soprattutto l'exploit alla trave è un bel risveglio dopo l'incubo al Gran Prix di Catania. Parallela a parte, sono andate bene anche le altre due del CTF di Milano, la Preziosa (54.850) ed Emily Armi (54.550). Squadra fatta? Chissà. La posta è molto alta, quindi, converrà pensarci bene. Giulia Leni, ad esempio, con il suo 53.050, ha dimostrato che l'incidente al braccio è ormai un lontano ricordo. Tutto il contrario delle romane – Chiara Gandolfi (52-150) e Giorgia Campana (51.450) – frenate dagli acciacchi. Le ragazze di Mauro Di Rienzo, così preziose in Giappone, ce l'hanno messa tutta, malgrado l'evidente ritardo di preparazione, confermandosi nel gruppo. Peccato per Jessica Mattoni. La marchigiana, dopo una partenza incoraggiante, si è persa tra il volteggio e il Tarzan in verticale alle parallele, finendo in coda con 51.150. A fare il tifo sugli spalti, con Sara Ricciardi, c'era anche Serena Licchetta. La brindisina, infortunatasi di nuovo al ginocchio, sarà operata a Roma, martedì, da Matteo Ferretti. Il medico della Nazionale le ricostruirà il legamento crociato anteriore. L'Italdonne dovrà vincere anche per lei.