Ludovico Edalli, the day after. A mente fresca il 19enne di Busto Arsizio comincia a focalizzare l’impresa compiuta ieri. “In gara mi sono imposto di non pensare a quello che stavano facendo gli altri – ci ha raccontato “Liudo”, come lo chiama Serguei Oudalov, il suo allenatore all’Accademia Nazionale di Milano – Non guardavo neppure la classifica, durante le varie rotazioni. Al Cavallo con maniglie ho avuto un angelo custode speciale: Alberto Busnari, si è messo dietro il tavolo della giuria e con lo sguardo mi ha infuso coraggio. Lui per me è come un secondo allenatore”.


Nell’ultimo decennio, in Italia, soltanto Paolo Ottavi era riuscito a spezzare il duopolio Pozzo-Morandi. Assente il Dog per un’improvvisa indisposizione, tra il primo aviere di Porto San Giorgio, che aveva la spinta del pubblico amico, e l’aviere capo di Biella, che puntava a staccare Chechi e Menichelli (fermi, come lui, a quota 6 titoli, dietro il recordman Guido Figone della S.G. Pro Chiavari, numero uno dal ’48 al ‘55 ) si è infilato un giovane irriverente, cresciuto da Rino Scala e maturato con la scuola di Oudalov. “Ieri mi sono fatto perdonare da Serguei – ci ha raccontato Liudo – le indecisioni agli Europei di Mosca. Non mi bastava il 13° posto continentale, ci tenevo a mettere in mostra il mio reale valore. Un giovane sul podio? Non sono un rottamatore, però dico anche che la nostra voglia di emergere serve da stimolo ai grandi campioni che ci hanno preceduto, ed è tutto il movimento a beneficiarne. Questo vale anche per la Femminile, dove però il ricambio generazionale è fisiologicamente più veloce”.  

 


Entusiasta, commosso, tutto rosso in viso, il tecnico di Edalli, Serguei Oudalov, se lo guarda con l’espressione di chi sta pensando, FINALMENTE! Il loro rapporto lo conoscono tutti, il quotidiano del lavoro di entrambi è documentato dalla docu-fiction di MTV di cui sono protagonisti da due stagioni. Amati dal pubblico, per la loro umanità e per un rapporto molto sincero, tra alti e bassi, a tratti esilarante. “Il ragazzo comincia a maturare – ha sentenziato il tecnico russo subito dopo la gara – L’ho lasciato solo, durante le varie rotazioni, per vedere come reagiva. Mi sono dedicato più agli altri piccoli, a Nicola, Marco e Filippo, ma con la coda dell’occhio guardavo Liudo volare. Adesso dobbiamo aumentare le difficoltà per competere anche a livello internazionale”. 

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