Da quando a Ostuni, tre anni fa, ha vinto la Coppa Italia poi non s’è più fermato. Negli anni che seguono non scende mai dal podio tra categoria e campionati assoluti (detiene il titolo dall’edizione di Pesaro del 2013 e a Genova ha vinto l’ultimo Trofeo Peppino Artiaco). Si chiama Riccardo ma è “magno” come l’Alessandro macedone; schivo e refrattario ai complimenti anche quando ha eseguito una gara perfetta. Si tiene tutto dentro fino al giorno della gara, poi sul quel quadrato esplode come un’arma micidiale. Purtroppo la domenica delle finali non gli concede l'onore dell'alloro, relegandolo sul 7° gradino, uno sopra rispetto alle qualificazioni. “Ricky è un altro che non sbaglia mai. E poi è il secondo atleta con il coefficiente più alto – chiarisce la DTN Casentini - se manchi una difficoltà come la sua perdi un punto nella nota D e poi uno 0.50 sull’esecuzione; senza errore sarebbe finito sicuramente al quarto posto. Comunque la nostra è una squadra giovane, c’è ancora tempo per accorciare il divario generazionale con le altre Nazioni. Può dare ancora tantissimo alla nostra Federazione”. A imporsi nell'ottetto maschile è il giapponese Mizuti Saito (22.425), seguito da Danile Bali (22.300) e Ivan Veloz (22.200). 


 


 


Dall'inviato P.L. Girlando