Era scritto nel destino che sarebbe stata per lui una trasferta speciale. Basti pensare al nome dell’Hotel dove alloggia la Delegazione azzurra guidata da Fulvio Vailati, il Tokyo Prince. E Paolo Principi, detto Prince, non solo ha bagnato l’esordio mondiale con una buona prestazione sui sei attrezzi, valutata 84.714 dalla giuria nipponica, ma si è tolto lo sfizio di finire davanti a gente come Pozzo e Morandi, pluricampioni assoluti a livello nazionale con due partecipazioni olimpiche all’attivo. “Io mi accontenterei di farne una di Olimpiade – puntualizza il 21enne di Macerata, da poco entrato a far parte del Gruppo Sportivo di Vigna di Valle – Noi giovani lavoriamo seguendo l’esempio dei più grandi. Sarebbe già tanto arrivare al loro livello, ho ancora molto da imparare da all-arounder come Enrico e Matteo. Poi c’è Paolo Ottavi con il quale c’è meno differenza d’età, ma rimane un punto di riferimento. Siamo entrambi marchigiani e a Porto San Giorgio, nel collegiale estivo, io, lui e Cingolani facciamo gli onori di casa”. A proposito di Andrea (che ha raggiunto la capitale giapponese per stare vicino alla fidanzata Vanessa Ferrari), agli inizi di settembre, dopo l’incontro amichevole con la Russia, era stato inserito nella lista dei convocati, poi il destino ha voluto che partisse Prince. “Mi sono giocato le mie chance all’ultimo test di Milano – ci racconta il neo aviere dell’Aeronautica Militare – e comunque non ero io in lizza con il Cingo. Andrea, per caratteristiche tecniche (specialista di corpo libero, volteggio ed anelli, ndr.) è il clone di Matteo Angioletti ed entrambi sono complementari ad Alberto Busnari (che a sua volta predilige il cavallo con maniglie, la sbarra e la parallela pari, ndr.). E’ normale però che tra noi ci sia un sano dualismo, proveniamo dalla stessa società, siamo pressoché coetanei (Cingolani ha un anno di meno, ndr.) e abbiamo entrambi voglia di entrare in pianta stabile nella Nazionale maggiore. Sarebbe stato bello per la Virtus Pasqualetti se fossimo stati qui insieme, sarà per la prossima, il futuro è dalla nostra parte”. Laureando in giurisprudenza, di buona famiglia (il papà è avvocato) Paolo è quel che si definisce un bravo ragazzo, garbato nei modi e curato nell’aspetto, insomma un vero e proprio “Principe” azzurro. Impegnato però! E un tipo così come poteva non esserlo. “Sto insieme a Paola da un anno e quattro mesi – racconta con tono pacato e un bel sorriso – e anche lei, come il mio allenatore Sergiy Kaspersky,  prima di partire per Tokyo mi ha dato un consiglio solo: stai tranquillo. Si perché io sono uno che si innervosisce quando le cose non vanno come dovrebbero. Così ho pensato a fare il mio, a ripetere gli esercizi che avevamo provato a Milano. E così alla fine non mi sono arrabbiato, anzi! Per quanto riguarda l’Università diciamo che procede, sono un paio di appelli in ritardo. Mi sono iscritto alla Facoltà di Legge perché era nella mia città e senza obbligo di frequenza. In questo modo riesco a studiare, malgrado le sei ore al giorno di allenamento (2 e ½ al mattino, 3 e ½ nel pomeriggio, ndr.). Papà non mi ha mai obbligato a seguire la sua strada. La sportiva di casa, invece, è mia madre, insegna Pallacanestro nella palestra accanto alla nostra. Io ho iniziato a causa di mia sorella maggiore. Chiara praticava la Ginnastica Artistica al PalaVirtus e a forza di accompagnarla mi è venuta la voglia di provare”. Il microcosmo nel quale è cresciuto, protetto dagli affetti di una bella famiglia, in una serena realtà di provincia si è però improvvisamente aperto ad orizzonti sconfinati, fino a portare Prince dall’altra parte del mondo. “In verità non sono tanto fortunato con i viaggi – ricorda – La mia prima presenza agli Europei di Birmingham, lo scorso anno, venne stravolta dall’eruzione del vulcano islandese, che ci costrinse a raggiungere l’Inghilterra in pullman. Quasi 24 ore seduto su un seggiolino, fu massacrante. Ed anche per arrivare a Tokyo non è stato uno scherzo, tra scali e fusi orari. Oltremanica poi mi ritrovai debuttante a fare tutti gli attrezzi, per l’infortunio di Pozzo a cinque minuti dal via. Era la mia prima rassegna continentale tra i senior ed entravano tre punteggi secchi, eppure chiudemmo al sesto posto. Fu una grande soddisfazione per me. Adesso sono maggiormente consapevole dei miei mezzi, però qui l’asticella si è alzata ancora. Siamo ad un mondiale, caspita! E te ne rendi conto da piccoli particolari, come girarsi in campo gara e vedere il brasiliano Diego Hypolito al corpo libero”. L’attrezzo preferito da Prince, quello sul quale lavora da più tempo, portando la nota di partenza a 16.00. “A questi livelli non sarà tanto – puntualizza - ma è la stessa di Pozzo, il campione italiano, uno che qualche soddisfazione in campo internazionale se l’è tolta. Siamo venuti in Giappone per centrare un obiettivo di squadra, mettendo da parte gli individualismi e puntando sulla pulizia esecutiva. Purtroppo non ci è riuscito in pieno ma se a gennaio penseremo a fare il nostro, senza guardare gli altri, credo che questo gruppo possa ancora giocarsi la qualificazione olimpica”. Un gruppo, tra l’altro, con le stellette sulle spalle, Angioletti  a parte. “Ci puntavo ad entrare in Aeronautica – svela il maceratese, cresciuto nel mito di Alexei Nemov– appena c’è stato il Concorso mi sono fiondato. Per me è uno stimolo in più e non finirò mai di ringraziare lo Stato Maggiore che mi ha dato la tranquillità per coltivare lo sport. Per fare ginnastica devi essere determinato, le difficoltà sono tante, è una disciplina molto selettiva. I miei amici, infatti, mi incoraggiano sempre, capiscono quanta energia fisica e mentale richieda. Ma che devo fare, mi sono appassionato seguendo le gare in Tv, poi prendendo parte alle prime gare regionali. Adesso non ne posso più fare a meno”. Una passione grande, almeno quanto quella per il Milan. “Quest’anno è stata una stagione da incorniciare – conclude Paolo – I rossoneri hanno vinto lo scudetto ed io sono stato il migliore degli azzurri nel Concorso Generale mondiale. Magari nel 2012 si può far meglio, Champions ad Ibrahimovic e compagni, Londra per me e i miei. Zlatan? No, il mio preferito è Boateng, anche perché sulla sua maglia (come nel destino della Ginnastica Maschile Italiana, ndr.) c’è scritto Prince”