“Gira il mondo gira, nello spazio senza fine”. Le parole di Jimmy Fontana, scomparso il 13 settembre scorso, sono perfette per descrivere ciò che sta accadendo ad Alberto Busnari. Un ginnasta che venerdì prossimo compirà 35 anni, dato troppo presto per bollito, mentre in realtà stava rivoluzionando il modo stesso di concepire il cavallo con maniglie. “Che ridere, fino all’anno scorso sembravo l’unico pazzo che girava sulla verticale. Adesso lo vedo fare a Tommasone, a Ude, addirittura ad un giovane Armeno. Da un lato mi fa piacere, dall’altro però mi preoccupa il fatto che i miei avversari si stiano avvicinando”. E già perché il Busnari, l’elemento che porta il nome dell’aviere capo di Melzo, è l’unico di livello “G” nel Codice internazionale dei Punteggi. Un movimento che attribuisce a chi lo esegue un abbuono di 7 decimi. Niente male! E allora tutti che girano nel warm up. Ci ha provato anche Whitlock, il britannico che soffiò il bronzo olimpico ad Alberto. Gira Principi che prova ad elevare il suo esercizio e girano i giovanissimi, che vedono ormai nell’azzurro un punto di riferimento. E così da visionario giramondo, con le sue quattro partecipazioni olimpiche, da Sydney ad Atene, da Pechino a Londra, il “Busna”, come lo chiamano all’Accademia di via Ovada a Milano dove si allena agli ordini di Serguei Oudalov, è diventato il mago del giro alla verticale. E non solo. Perché dal cilindro, ultimamente, ha tirato fuori un paio di “F” che portano la nota di partenza a 17.10. Con questa routine ha sbaragliato la concorrenza di Osijek, in Coppa del Mondo. L’oro croato, in casa del vice campione olimpico del 2008, cui ha rifilato più di 4 decimi, meno di due settimane fa, è un biglietto da visita con i fiocchi dorati. Anche se nella “Media Guide” dell’evento, tra i cavallisti più forti da tenere sott’occhio se lo sono dimenticato. “Meglio così, procediamo a fari spenti – dice lui – Ieri ho preso confidenza con l’attrezzo, ma non ho badato troppo alla forma. Mi era capitato anche a Mosca di non brillare nella prova podio. Si chiama prova apposta. Piuttosto ho rimediato una manigliata sul polpaccio e per un momento ho visto le stelle. Evidentemente mi sono rilassato troppo dopo aver fatto le tre verticali con una semplicità che non mi aspettavo nemmeno io. Comunque niente di grave, Salvatore (Scintu, il fisioterapista ella Nazionale) mi ha già rimesso in sesto”. Continua a girare vorticosamente il Mondo di Busnari e hai visto mai che - gira che ti rigira – la sorte volti pagina e regali a questo straordinario professionista la consacrazione che merita. Ancora ci piange il cuore per quel legno rimediato alla North Greenwich Arena, davanti alla Principessa Kate. Solo un visionario come Busnari, dopo una delusione del genere, sarebbe tornato in palestra, continuando a guardare il mondo girare a testa in giù. E lunedì lo speaker di una rassegna iridata, per la 10ª volta (tanti sono i Mondiali cui ha preso parte dal 1999 ad oggi) pronuncerà il suo nome, che è anche quello dell’elemento più difficile che ci sia.