“Se ce l’aspettavamo? Quest’anno tutto sarebbe stato una sorpresa, perché diventa di volta in volta più difficile – ha dichiarato in mixed zone il capitano Marta Pagnini - Poi gareggiare nel primo gruppo è sempre penalizzante. L’abbiamo affrontata con tanta tanta grinta, cercando di non vedere cosa ci accadeva intorno. Alla fine è arrivato l’argento, la cosa più bella che potesse capitarci. Sono orgogliosa di questa squadra ed emozionata per un’altra bellissima pagina di sport che abbiamo condiviso insieme, qui in Turchia. I Mondiali di Izmir erano già pre-qualificanti per i Giochi di Rio de Janeiro, ossia nel 2015 a Stoccarda andranno le prime 24 squadre del Concorso Generale odierno. Cambierà tutto, i due esercizi di gara e gli attrezzi, le musiche e le composizioni di Emanuela Maccarani. Per ora però pensiamo ancora alle finali di domani, c’è tempo per guardare al Brasile. Ci piacerebbe piuttosto chiudere con il nostro nuovo grido di battaglia: “Ci chiamano Farfalle…ma in realtà siamo Leonesse!!!”


 

L’ultima parola spetta ad Emanuela Maccarani, affiancata dall’assistente Valentina Rovetta (Giulia Galtarossa era in tribuna nella colorata torcida bianco rosso e verde insieme alle altre ginnaste del Team) dal coreografo Gjergj Bodari, dalla DTN Marina Piazza, dalla giudice Elena Aliprandi, da Daniela Delle Chiaie, membro del Comitato Tecnico FIG, dal medico Giovanna Berlutti e dal fisioterapista Nicola Appella, nonché dal capo delegazione Fabio Gaggioli. Un gruppo unico e vincente: “L’Italia di oggi? FA-VO-LO-SA! – esordisce la tecnica di Rho - Le ginnaste hanno portato a termine una gara difficilissima, in maniera impeccabile. Sapevamo ciò che ci aspettava, ossia nulla di buono. Loro invece hanno mostrato la giusta determinazione per portare a termine una gara senza errori. Non sbagliare mai! Questo è il presupposto necessario per compensare la mancanza del valore artistico, ormai scomparso dal nuovo Codice dei Punteggi. La concorrenza è sempre più agguerrita, è vero! Però, per evitare una classifica così stretta tra team di alto livello bisognerebbe valorizzare di più la parte artistica degli esercizi, e non fermarsi alle difficoltà e all’esecuzione. La disciplina di squadra si caratterizza proprio da questi aspetti, che se saranno ancora ignorati, in futuro, ci costringeranno a ripensare il nostro modo di esprimerci. Le ragazze sono arrivate qui molto preparate ma ancora una volta hanno rischiato di compromettere un podio meritatissimo per una piccola imprecisione. La squadra attuale è ancora più forte e interessante di quella  vista a Kiev, con delle capacità degne della reputazione di cui la scuola italiana gode nel Mondo della Ritmica”.