Giacarta - Finali di Specialità (Day2): Sugihara, Zhang, Yulo, Zou e Malone mettono la firma su un Mondiale super
Dieci anni dopo la sua prima apparizione iridata, Aiko Sugihara ha finalmente trovato la consacrazione. La giapponese, due volte olimpica, ha conquistato l’oro al corpo libero femminile nella giornata conclusiva dei Mondiali di ginnastica artistica a Giacarta, chiudendo così un cerchio lungo una carriera intera. Come se non bastasse, ha aggiunto anche un bronzo alla trave, in una finale tra le più competitive dell’intera rassegna.
Il giorno di Aiko. Il suo esercizio racconta una storia fatta di sogni, delusioni e rinascita. In pedana, Sugihara ha danzato sulle note della sua biografia sportiva, incantando pubblico e giudici con una routine da 13.833 punti. Dietro di lei, la coppia britannica Ruby Evans e Abigail Martin, argento e bronzo, che regalano alla Gran Bretagna la prima doppietta nella storia su questo attrezzo. «Sono così felice!», ha detto raggiante la nipponica. «Non ho pensato ai risultati, ho solo cercato di godermi la gara. Mi sono concentrata su me stessa e sono entrata nel mio mondo. È stata la chiave di tutto».
Sulla trave è tornata a brillare Zhang Qingying, che con un esercizio da 15.166 ha riportato la Cina al titolo mondiale di specialità, dopo ben sette anni. Movimenti fluidi, combinazioni originali e sicurezza da veterana. Alle sue spalle, un’altra protagonista di questa edizione: Kaylia Nemour, che dopo il trionfo alle parallele si è presa un sorprendente argento alla trave. Per l’algerina, la prima africana campionessa del mondo, è un successo che vale doppio. «Sono felicissima – ha detto Nemour –. Mi ero qualificata a fatica, solo ottava, ma volevo dimostrare a me stessa che potevo farcela anche qui. Questo argento è un sogno diverso: è la medaglia che mi mancava». Bronzo a Sugihara, perfetta nel mantenere equilibrio e grazia dopo l’exploit al corpo libero.
Sul fronte maschile, il podio è tornato a essere una galleria di volti noti. Carlos Yulo è di nuovo campione del mondo al volteggio, quattro anni dopo il suo primo titolo. Il filippino, già oro olimpico, ha centrato un Dragulescu impeccabile e ha chiuso con una media di 14.866, appena davanti all’armeno Artur Davtyan (14.833) e all’ucraino Nazar Chepurnyi, bronzo. «Non riuscivo a credere di averlo chiuso così – ha detto Yulo –. Non mi riesce sempre, ma oggi sì, e ringrazio Dio per questo».
Alle parallele, il cinese Zou Jingyuan ha ripreso il suo posto sul trono con il quarto titolo iridato della sua carriera. L’eleganza è la stessa di sempre, la precisione anche: 15.300 punti per confermarsi re assoluto dell’attrezzo. Argento al giovane giapponese Tsunogai Tomoharu, bronzo al neutrale Daniel Marinov. «Sono orgoglioso di me stesso – ha detto Zou –. Sono passati due cicli olimpici, ma continuo a cercare la perfezione, ogni giorno. Questo oro è la ricompensa del mio lavoro quotidiano».
Infine la sbarra, che ha visto il ritorno al vertice dello statunitense Brody Malone, già campione nel 2022. Con un esercizio da 14.933 e una difficoltà altissima, Malone ha preceduto il campione All Around Daiki Hashimoto e il britannico Joe Fraser, bronzo con una chiusura spettacolare in triplo teso. «Dopo aver visto Whittenburg vincere agli anelli ieri - ha raccontato Malone - ero carico a mille. Mi ha detto: “Domani tocca a te”. E aveva ragione». Si chiude così il primo Campionato del Mondo idonesiano, tra conferme, riscatti e nuove stelle. Dalla maturità di Sugihara alla grandezza senza tempo di Zou e Yulo, fino ai sogni realizzati di Nemour, la ginnastica planetaria ne esce più viva e globale che mai. Una rassegna che ha celebrato il talento, la resilienza e l’arte di chi, dopo anni di cadute, torna a volare.


