Con due salti da 5.2 di difficoltà l’azzurro Tommaso Brugnami sfiora di diciassette millesimi la medaglia di bronzo ai Mondiali di Giacarta. Il diciottenne di Ascoli Piceno, neo senior e alla sua prima partecipazione in una rassegna iridata, apre la final eight al volteggio con uno Yurchenko con tre avvitamenti, sporcato solo da un passetto all’arrivo. Il conseguente 14.366 - 9166 di esecuzione - è migliore del 14.249 delle qualifiche. Il secondo salto, il Kasamatsu con due, sfiora la perfezione e rimane inchiodato, all’arrivo, su uno strepitoso 14.566, impreziosito dal bonus di un decimo per il perfetto stop all’atterraggio. La media del 14.466 diventa così la soglia da battere per tutti e sette i successivi pretendenti.

A scalzare la giovane promessa di Fabrizio Marcotullio ci riescono soltanto in tre. Il campione olimpico, il filippino Carlos Edriel Yulo, che con la media di 14.866 si va a prendere anche il titolo mondiale, succedendo al britannico Jarman Jake, l’armeno Artur Davtyan, argento con 14.833 e l’ucraino Nazar Chepurnyi che con 14.483 beffa l’italiano, fresco del titolo di specialità agli Assoluti di Quartu Sant’Elena. La medaglia di legno sulla rincorsa dei 25 metri, proprio come accadde a Thomas Grasso ai Campionati del Mondo di Kitakyūshū, ha un sapore tutt’altro che amaro per il talento della Giovanile Ancona, protagonista anche di un’ottima prova, in qualifica, al corpo libero e che sembra essere avviato verso una carriera ricca di soddisfazioni. Oggi aveva davanti tre mostri sacri della specialità e comunque il 2006 marchigiano è riuscito a scalare una posizione rispetto al turno di ammissione, scavalcando il russo Daniel Marinov, e a mettersi alle spalle il cinese Mingqi Huang, l’altro russo targato AIN Mukhammadzhon Iakubov e il giapponese Kazuki Minami.

“Non ci posso credere – esordisce Brugnami in zona mista - Se me l’avessero detto un mese fa l’avrei scambiato per un sogno come quelli che faccio di notte. Davanti ci sono tre ginnasti che un anno fa guardavo in televisione durante le Olimpiadi di Parigi. Adesso sono solo ad un passo da loro. E’ stato bello partire per primo, così mi sono goduto una finale mondiale, dal vivo, seduto al kiss and cry. Ringrazio tutte le personeche mi sono state vicino, dal mio allenatore alla mia famiglia, fino ai fisioterapisti e lo staff che mi segue ad Ancona”. “Questo è un ragazzo d’oro, altroché – esordisce un sorridente Marcotullio, che Tommy l’ha cresciuto dall’età di sei anni, da quando i compagni lo chiamavano “Piumino”, per la sua chioma bionda arruffata - Anche in questa trasferta mi ha regalato delle emozioni uniche. Oggi ha fatto il massimo ma lavoreremo per aggiungere mezzo avvitamento, sia sullo Yurchenko, sia sul Kasamatsu, un salto quest’ultimo, che sta maturando bene. I margini ci sono, bisogna solo tornare in palestra e spingere per il prossimo appuntamento”.

FINALE VOLTEGGIO MASCHILE

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