




Giacarta - Qualificazioni femminili: Asia is back! D'Amato in finale all around, Perotti al corpo libero. Chiara ed Emma work in progress
Doveva essere un mondiale per accumulare esperienza e così è stato, se è vero il detto che chi sbaglia impara. L’Italdonne di Marco Campodonico, che schierava tre esordienti e la rientrante Asia D’Amato, ha iniziato alle parallele asimmetriche dove l’agente delle Fiamme Oro, chiamata ad aprire la quinta suddivisione nella seconda giornata di qualifiche femminili, torna a prendere un punteggio internazionale che le mancava dagli Europei di Rimini: il 13.166 (D. 6.000 – E. 7.166) della genovese paga il tocco dello staggio basso dalla gran volta, prima di entrare in cubitale, un colpo di coda che le costa mezzo punto. In uscita, il doppio avanti si conclude su un passo da 0,3. Chiara Barzasi bagna il suo debutto con una buona esecuzione. Il primo 13.633 (D. 5.900 - E. 7.733) in una rassegna iridata è il parziale da incorniciare nella bacheca dei ricordi. Terza a salire è l’altra generalista azzurra, Giulia Perotti, che, purtroppo, cade sul Ricna, dopo la parte sotto tutta collegata. Il mancato tocco dello staggio con una delle due mani fa perdere l’esigenza del salto ed è inutile il tentativo di ricorso dello staff FGI. Dopo l’uscita in Tsukahara arriva il verdetto, un 12 tondo (D.5.000 - E.7.000) per la nostra campionessa assoluta che le fa dire addio alla finale dell’attrezzo, rendendo in salita anche la corsa all’all around.
Nella rotazione successiva le Fate 2.0 provano a reagire. La Barzasi conferma una solidità davvero interessante in prospettiva futura. La 2007 di Clusone, allenata da Massimo Gallina all’U.S. Renato Serra, conclude la sua uscita inaugurale sul podio policromo dell’Indonesia Arena con una trave da 12.933 D. 5.3 - E.7.633), al termine di una routine pulita, cominciata alla grande con quella entrata in rondata flic che le avevamo visto sbagliare due volte a Quartu Sant’Elena. Dopo la bergamasca tocca di nuovo ad Asia che registra soltanto uno sbilanciamento importante sul costale. Il 12.466 (D.5.2 - E.7.266) si giustifica forse solo per il mancato riconoscimento del cambio mezzo. C’è poco tempo per pensarci, perché sull’asse da cinque metri c’è già su la Perotti. Giulia, però, non è in giornata o forse l’emozione le gioca un brutto scherzo, visto che cade due volte: dalla serie acrobatica, mancando la trave e prendendo una bella botta alla gamba, e nei due giri in accosciata. L’11.333 (D. 5.600 – E. 5.733) è davvero impietoso per la stella della Libertas Vercelli, una delle new entry più attese della vigilia.
Al terzo giro l’Italia è chiamata sulla pedana centrale di Giacarta e tocca ad una delle più giovani della 53ª edizione del Campionato del Mondo dei grandi attrezzi: Emma Fioravanti - classe 2009 come la Perotti, ma di ottobre, mentre Giulia è di agosto - morde il tappeto del corpo libero con la sua solita grinta, al ritmo di "Puttin'on the Ritz", partendo in teso doppio avanti e con un doppio teso dietro in seconda diagonale. Il piedino va al di là della riga bianca sulla combinata in terza ma è proprio sul finale che il talento milanese si elimina da sola, cadendo fuori, all’indietro, sul doppio carpio.Con 11.733 (D.5.6 - E.6.533) diciamo così addio ad un’altra potenziale final eight! Ci vuole la forza d’animo di Asia per raddrizzare le sorti di una qualifica più faticosa del previsto. La sorella di Alice apre il suo "Rise from Underworld" con il doppio teso, sporca l’arrivo del Tabak con un fuori riga, né commette un altro quasi per distrazione preparando la diagonale successiva, e poi conclude in doppio raccolto. Il 12.300 (D.5.300 E.7.200 - Pen.-0.2) diventa così un mattoncino prezioso. “Bisogna lasciarsi qualcosa alle spalle” dice Copper, alias Matthew McConaughey, in Interstellar, ed è proprio ciò che prova a fare Perotti, sulle note di "Cornfield Chase" di Hans Zimmer, per dimenticare parallele e trave. La sedicenne piemontese, allenata da Federica Gatti ed Enrico Pozzo, fa tutto bene, finalmente, e con un meritato 13.266 (D. 5.400 - E.7.866) si riscatta alla grande dopo due turni da incubo.
Per ingranare del tutto Giulia deve arrivare in fondo alla rincorsa dei 25 metri dove, con lo Yurchenko teso avvitato, trova altri 13.133 punti (D. 4.200 - E.8.933) che le tengono ancora accesa la speranza di rientrare tra le 24. Stesso discorso per la D’Amato, che può stare di certo più tranquilla, soprattutto dopo i due avvitamenti chiusi con qualche passettino di troppo all’indietro, comunque buoni per un 13.566 (D. 5.0 – E. 8.566) in linea con il suo standing. Ma quando una torta non viene tanto bene, non ha senso nemmeno la ciliegina, che è quello che speravamo potesse diventare il volteggio di Emma Fioravanti, l’unica azzurra all’inseguimento della finale. Invece, la sprinter milanese, cresciuta all'Accademia di via Ovada, a Milano Famagosta, da Tiziana Di Pilato e Paolo Bucci, disegna in volo la sua ribaltata con salto avanti teso, strappando, tra gli applausi, un 13.400 (D. 4.4 - E. 9.000). Peccato che il Kasamatsu teso sia scarso e costringa Emma a deragliare a destra sull’atterraggio. Il conseguente 12.500 (D. 4.4 – E. 8.4. – Pen. -0.3) fissa la sua media sul 13.150, troppo distante dalle posizioni che contano.
Al termine delle dieci rotazioni femminili, alle 21.15 locali, le 16.15 in Italia, le classifiche definitive di ammissione premiano Asia D’Amato, 13ª con il totale di 51.498. L’agente ligure, quindi, tornerà in gara nella finalissima del completo di giovedì 23 ottobre (a partire dalle nostre 13.30, in diretta su RaiSport HD, canale 58 del digitale terrestre e su Rai Play). In testa, al momento, c’è la russa Angelina Melnikova, che con il suo 54.566 è riuscita a tenersi dietro la giapponese Aiko Sugihara, seconda provvisoria con 54.099 e la francese naturalizzata algerina Kaylia Nemour, terza a quota 53.865. Niente da fare per la reginetta assoluta tricolore, Giulia Perotti, che con mezza gara ad handicap finisce addirittura 29ª con il personale di 49.732, decisamente lontano dai suoi standard. Il talento della Libertas però riesce a conservare il 7° posto al corpo libero (final eight sabato 25 dalle 9.00 con Macchini e Brugnami) dove brilla, in testa la rumena Sabrina Maneca-Voinea (13.666). Niente da fare per la Barzasi, la migliore delle azzurre sia alle parallele, 14ª con 13.633, sia alla trave, 16ª con 12.933, ma questo era solo un punto di partenza. La strada è lunga e può essere ancora lastricata di successi.