Sofia Raffaeli ha conquistato ancora una volta il palcoscenico mondiale, scrivendo una nuova pagina di storia della ginnastica ritmica. Nella vibrante cornice della Carioca Arena di Rio de Janeiro, la campionessa italiana è entrata in pedana con quella che ormai è la sua cifra stilistica: gli occhi della tigre, lo sguardo fiero e deciso di chi sa di avere nelle corde il colpo vincente. E la risposta non si è fatta attendere. Al cerchio, prima finale in programma oggi, l’agente delle Fiamme Oro della Polizia di Stato ha eseguito un esercizio perfetto per difficoltà, precisione ed eleganza, raccogliendo il punteggio di 30.650. Nessuna le è riuscita a tenere testa: la bulgara Stiliana Nikolova si è fermata a quota 29.950, mentre la tedesca Anastasia Simakova ha completato il podio con 29.400.

Un trionfo che ha riportato alla memoria il titolo mondiale conquistato nel 2022 a Sofia, in Bulgaria. Quasi come un cerchio che si chiude e insieme si rinnova, confermandola come regina indiscussa di questo attrezzo.

Ma la marcia della fuoriclasse marchigiana non si è fermata lì. Dopo aver fatto risuonare l’Inno di Mameli nel Parco Olimpico di Rio, anche nella finale alla palla la ventunenne di Chiaravalle ha sfoderato tutta la sua classe, aggiudicandosi una preziosa medaglia di bronzo con il punteggio di 28.750. Davanti a lei si sono piazzate la tedesca Darja Varfolomeev, oro con 29.850 e l’americana Rin Keys, argento con 29.050. Un risultato che testimonia ancora una volta la poliedricità della ginnasta italiana, capace di competere ai massimi livelli su più fronti, mostrando quella capacità rara di trasformare ogni esercizio in un racconto artistico oltre che sportivo.

Questa medaglia al cerchio mi riporta indietro a Sofia. È stato bellissimo entrare in pedana con tutto questo pubblico, l’arena era stupenda, avevo tantissima energia. Dedico questa medaglia a tutta l’Italia, alla Federazione, alla mia famiglia, al Ginnastica Fabriano e alle Fiamme Oro che mi sostengono sempre. La voglio dedicare anche a Lorenzo Bonicelli, che spero si riprenda molto presto”.

Con le due medaglie di oggi più quella dell’all around, sale a quota 15 (6 O. – 4 A. – 5 B.) il bottino di Sofia Raffaeli nelle competizioni mondiali. Nell’ultima finale invece, quella alle clavette, una perdita su un rischio non ha permesso al bronzo olimpico di Parigi 2024 di salire sul podio. Raffaeli deve accontentarsi dunque di un quinto posto con 28.400 punti dietro all’ucraina Onofriichuk (28.750). In testa alla classifica troviamo la tedesca Varfolomeev (31.700), la romena Lica (29.000) e la bulgara Nikolova (28.800).

La finale alla palla ha regalato soddisfazioni anche con l’altra azzurra in gara, Tara Dragas, che ha chiuso al sesto posto con 28.050 punti. Un risultato che conferma la crescita e il potenziale di una giovane già capace di reggere la pressione di una finale mondiale al suo esordio ad un campionato iridato. L’oro al nastro alla Coppa del Mondo di Milano a fine luglio non ha disatteso le aspettative. La ginnasta di San Daniele del Friuli infatti, allenata all’ASU di Udine dalla mamma Spela, si è superata nella finale al nastro al 41° Campionato gialloverde. Sulla musica di Ivete Sangalo “Cria de Ivete” ha fatto ballare tutta l’arena tappezzata di bandiere brasiliane e ha conquistato il quarto posto con il personale di 28.800. La diciottenne friulana si ferma quindi ai piedi del podio dietro all’ucraina Taisiia Onofriichuk, terza con 29.100. Oro e argento sono andati rispettivamente alla tedesca Darja Varfolomeev (30.250) e alla bulgara Stiliana Nikolova (29.800). La sua prestazione ha aggiunto ulteriore colore alla spedizione italiana, segnalando che il futuro della ritmica azzurra ha basi solide.

Sono soddisfatta di questo mondiale nel complesso, perché tra alti e bassi sono riuscita ad ottenere dei buoni risultati. Sono molto contenta di essere riuscita a tornare in pedano oggi con un'altra testa, avendo fatto tesoro degli errori fatti durante la finale all around. Sono contenta di aver fatto due esercizi buoni oggi, che hanno portato dei buonissimi risultati. Spero di fare ancora meglio nelle prossime gare, e sicuramente questo sarà un passo importante nella mia carriera in previsione degli appuntamenti futuri”.

Il Mondiale di Rio segna dunque l’ennesimo passo nella carriera scintillante di Sofia Raffaeli, accompagnata in pedana da Biliana Dyakova e seguita durante gli allenamenti anche da Elena Aliprandi e dal fisioterapista Michele Ragni. Dal 2022 a oggi, l’azzurra ha saputo costruire un palmarès che la colloca tra le leggende della disciplina – regina indiscussa a Sofia 2022, argento mondiale a Valencia 2023, bronzo olimpico a Parigi 2024, bronzo nel concorso generale ieri in Brasile - ma soprattutto ha imposto un modello: determinazione, potenza tecnica e un carisma capace di incendiare il pubblico in ogni angolo del mondo.

A Rio, sotto il sole brasiliano e con il calore della platea carioca, Raffaeli ha mostrato ancora una volta di essere più che una ginnasta: è un simbolo, una campionessa che non si accontenta e che continua a spingersi oltre, portando con sé l’intera ritmica italiana sulle pedane di tutto il Mondo.

Soddisfazione da parte di tutta la delegazione guidata da Irina Roudaia e formata anche dalle giudici Alexia Agnagni ed Emanuela Agnolucci, dal dottor Matteo Ferretti, dalle sei ginnaste della squadra, dalle allenatrici Mariela Pashalieva e Valera Carnali e dal fisioterapista Alessio Sauchelli Il tutto impreziosito dalla presenza del presidente federale Andrea Facci, al fianco dell’intera spedizione azzurra fin dai primi giorni di gara.

Anche le finali delle squadre non hanno lesinato emozioni. In quella con i 5 nastri è la Cina a trionfare con 27.550 punti davanti al Giappone (26.650) e alla Spagna (25.950). Il Brasile invece, ieri argento all around, a causa di qualche perdita deve accontentarsi di 22.850 punti validi per il sesto posto dietro a Israele (25.300) e Bulgaria (24.750), rispettivamente quarta e quinta. Nell’esercizio misto, invece, ad avere la meglio è stata l’Ucraina con 28.650, subito seguita dal Brasile, di nuovo sulla piazza d’onore con 28.550. Il bronzo invece è andato alla Cina con 28.350.

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