La Germania festeggia il trionfo di Darja Varfolomeev che mantiene il titolo di campionessa del mondo nell’All around, vinto nel 2023 a Valencia, con 121.900 punti, davanti alla bulgara Stiliana Nikolova (119.300). Ma per l’Italia la serata del campionato del mondo di Rio de Janeiro si è tinta di bronzo: Sofia Raffaeli ha infatti conquistato il terzo gradino del podio con 117.950 punti (CE 30.550 – PA 29.100 – CV 29.000 – NA 29.300), confermando la sua straordinaria continuità di risultati.

La vicecampionessa mondiale di Valencia 2023 e bronzo olimpico a Parigi 2024 ha confermato il suo status di fuoriclasse. La marchigiana ha aperto la gara con un cerchio da 30.550 punti, il miglior punteggio assoluto di specialità, a testimonianza di una padronanza tecnica che rimane un marchio di fabbrica. Qualche incertezza negli esercizi successivi – palla, clavette e nastro – non le ha permesso di insidiare fino in fondo le prime due, ma l’agente delle Fiamme Oro della Polizia di Stato ha saputo mantenere il sangue freddo e difendere con decisione la posizione sul podio.

La sua costanza nell’ultimo quadriennio – oro mondiale a Sofia in Bulgaria, argento iridato in Spagna, bronzo olimpico a Parigi e ora bronzo mondiale oggi in Brasile – la consacra come uno dei riferimenti assoluti della ginnastica ritmica internazionale. “Sono molto soddisfatta di questa finale. Ho conquistato la medaglia di bronzo e ne vado molto fiera. Tutto questo non era possibile senza tutte le persone che mi hanno seguito da dopo l’Olimpiade fino ad ora. Ci sono tantissime persone che mi hanno sostenuto, mi hanno aiutato in questo percorso bellissimo. Questa medaglia la dedico soprattutto alla mia famiglia, alla Ginnastica Fabriano che mi ha sempre sostenuto e alla mia casa, alla federazione che in questo periodo mi ha aiutato tanto e mi ha dato l’opportunità di gareggiare per l’Italia a questo mondiale pazzesco, e poi anche alle Fiamme Oro che mi seguono sempre. Ovviamente domenica ci saranno le finali per attrezzo, sia io che Tara ci saremo, quindi mi raccomando seguiteci e fate tanto tifo”. Una Raffaeli strepitosa ha comunque scavalcato la campionessa europea di Tallinn, Taisiia Onofriichuk, di quattro anni più giovane, oggi ai piedi del podio carioca con il complessivo di 117.400. Questo risultato premia la scelta coraggiosa della Federazione - e in particolare del Presidente Andrea Facci, DTN ad interim della sezione - di mandarla all’Accademia di Desio dopo il quarto posto continentale in Estonia, per preparare al meglio gli appuntamenti più importanti della stagione. In due mesi Raffaeli ha vinto la Coppa del Mondo a Milano ed è riuscita a rimanere sul podio mondiale dal quale non scende dal 2022.

Se Raffaeli ha confermato la solidità dell’Italia, l’altra azzurra in gara, Tara Dragas, ha scritto una pagina tutta nuova della sua carriera. Alla sua prima finale mondiale, la diciottenne di San Daniele del Friuli ha chiuso al 13° posto con 109.850 punti (CE 27.900 – PA 28.250 – CV 25.700 – NA 28.000). L’oro al nastro alla Coppa del Mondo di Milano ha mostrato qualità interessanti esibendo una freschezza artistica che ha catturato il pubblico brasiliano, soprattutto con il suo nastro. Qualche errore al cerchio e alle clavette l’ha penalizzata nel punteggio complessivo, ma la determinazione con cui ha affrontato la pedana lascia intravedere ampi margini di crescita. Per l’Italia, la sua presenza in finale è già un segnale positivo: la squadra azzurra può contare oltre che su Raffaeli anche su nuove leve pronte a farsi spazio. “Non posso dire di essere soddisfatta, però sicuramente utilizzerò questa gara come un insegnamento, perché alla fine è dalle gare come queste che si riesce ad imparare le cose più importanti. Già domenica tornerò nelle finali di specialità con un'altra testa e sicuramente alle gare dopo terrò nel mio cuore e nella mia testa per sempre questa gara come un insegnamento positivo”.

Il duello tra Varfolomeev e Nikolova ha confermato l’altissimo livello tecnico delle prime due ginnaste al mondo, ma è proprio la presenza di Raffaeli sul podio ad alimentare l’interesse per il futuro: la marchigiana è l’unica in grado di tenere il passo delle due regine, pur con caratteristiche diverse. Per l’Italia, la combinazione di esperienza e freschezza – Raffaeli come leader consolidata, Dragas come promessa emergente – delinea un futuro ricco di prospettive.

Il bilancio azzurro nella prima finale individuale a Rio non può che essere positivo: Raffaeli conferma la sua dimensione mondiale, mentre Dragas dimostra di avere il temperamento per reggere la scena più importante. Una serata che, per la ginnastica italiana, non è solo il racconto di una medaglia, ma l’inizio di un cammino che potrebbe regalare altre emozioni e nuovi protagonisti.

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