




Lipsia - La ginnastica italiana è il nuovo faro d'Europa. Il Presidente FGI: "Un lavoro di squadra da applausi e un successo per tutto il movimento"
L’onda azzurra della ginnastica sta travolgendo il Vecchio Continente come uno Tsunami sportivo. Negli ultimi quattro anni, infatti, la FGI dei grandi attrezzi è sempre salita sul podio dell’European Gymnastics. E lo ha fatto, metodicamente, con entrambe le sue squadre, femminile e maschile, che è più difficile, perché un conto è trovare individualità trascinanti, iconiche e mediatiche, capaci di segnare un’Era e rappresentare un intero sport, come lo sono stati, ad esempio, Vanessa Ferrari e Jury Chechi, un altro è vincere con il gruppo. L’Italdonne, in tal senso, ha avuto l’’exploit più evidente, dando l’accelerata proprio mentre si fermava Super Vanny, dopo aver coronato a Tokyo l’inseguimento della medaglia dei sogni. I ragazzi, invece, sono risorti dopo otto anni nel dimenticatoio olimpico, grazie ad un progetto altrettanto ambizioso, ripartendo dai giovani.
I risultati, ora, sono sotto gli occhi di tutti. Agli Europei di Monaco, nel 2022, Giorgia Villa, Alice e Asia D’Amato, Martina Maggio e Angela Andreoli salirono sul gradino più alto del podio, per la seconda volta nella storia federale, sedici anni dopo il trionfo, allora inedito, della Ferrari, di Monica Bergamelli, attuale tecnico dell’Accademia di Brescia, di Lia Parolari, Federica Macrì e Carlotta Giovannini, a Volos in Grecia, nel 2006. I Baviera Nicola Bartolini, Lorenzo Casali, Andrea Cingolani, Matteo Levantesi e Yumin Abbadini ottennero per la Sezione il primo argento a squadre di sempre. L’anno seguente la “combo” si ripete, come per magia, a ruoli invertiti. Sono i ragazzi di Giuseppe Cocciaro ad aggiudicarsi un titolo mai visto nel palmares italiano, ad Antalya 2023, grazie a Marco Lodadio, Lorenzo Casali, Mario Macchiati, Matteo Levantesi e Yumin Abbadini. Neppure Franco Menichelli o i fratelli Carminucci c’erano mai riusciti. Dall’altra parte le gemelle D’Amato, Giorgia Villa, Angela Andreoli e la new entry Manila Esposito scendono di un gradino, festeggiando comunque dalla piazza d’onore. Nel 2024 la rassegna si sposta in Italia, nella Fiera di Rimini. E la corazzata rosa di Enrico Casella riporta la chiesa al centro del villaggio, trionfando, per la terza volta, con Alice e Asia D’Amato, Angela Andreoli, Manila Esposito ed Elisa Iorio. Siamo a pochi mesi dai Giochi di Parigi, le squadre sono tutte agguerritissime e la nostra maschile riesce a conservare un posto al sole. Marco Lodadio, Lorenzo Casali, Mario Macchiati, Matteo Levantesi e Yumin Abbadini sono terzi, ed è, se vogliamo, un altro record, visto che anche questo piazzamento è nuovo per gli almanacchi federali. A vincere il bronzo, in passato, c’erano riuscite solo le femmine: Cristina Cavalli, Ilaria Colombo, Monica Bergamelli e Maria Teresa Gargano a Patrasso nel 2002, Vanessa Ferrari, Erika fasana, Francesca Deagostini, Giorgia Campana e Carlotta Ferlito a Bruxelles nel 2012. Con l’oro di Lipsia la l’ItalGAF porta a sette il computo complessivo dei podi europei di squadra (4 O. - 1 A. - 2 B.). Con il bronzo di ieri l’ItalGAM sale a quota quattro acuti (1 O. – 1 A. – 2. B.) ottenuti tutti negli ultimi quattro anni.
Un 'boom' incredibile se si pensa che la prima affermazione italiana risale a Lussemburgo 1961, dove Menichelli e Giovanni Carminucci si aggiudicarono in due ben cinque medaglie individuali. Ma la squadra è un’altra cosa, lo dicevamo all’inizio. Le formazioni nel tempo cambiano, come l’ordine degli addendi in matematica, però il risultato è pressoché sempre lo stesso. Infatti, tra gli uomini, gli unici ad essere sempre presenti nelle quattro edizioni sul podio sono stati Lorenzo Minh Casali e Yumin Abbadini. Tutti gli altri sono entrati in rotazione, su una panchina lunga (lusso di pochi!) che consentiva ai tecnici di turno - Alberto Busnari, Paolo Pedrotti, Marco Fortuna, Paolo Quarto, Gianmatteo Centazzo, per citarne alcuni dello staff azzurro – di fare le scelte più giuste al momento giusto, per il bene dell’Italia Team. E questo è frutto del lavoro straordinario e capillare che le società del territorio stanno portando avanti, come dimostra l’enorme partecipazione ai Campionati di Serie A, il cui equilibrio – a Firenze ha vinto l’outsider PGF di Steven Matteo – diventa un fattore allenante per tutto l'ambiente. Lo stesso discorso possiamo farlo per le donne. La Ginnastica Vercelli di Giulia Perotti agguanta lo scudetto, quest’anno, succedendo alla Ginnastica Civitavecchia di Manila Esposito che a sua volta l’aveva strappato, nel 2024, alla Brixia di D’Amato & company. Alice è l’unica a poter vantare i tre ori di Monaco, Rimini e Lipsia con l’argento di Antalya. Chiunque, però, le sia stata accanto ha saputo fare altrettanto bene, e questo è il segno della compattezza di una scuola italiana che ormai è, a tutti gli effetti, un faro della ginnastica planetaria, come ha confermato l’argento di Bercy.
"Il bellissimo terzo posto della maschile, che ormai ci ha abituati a traguardi non usuali per il nostro movimento, è una conferma importante, come lo è stata per le ragazze – ha confermato il Presidente FGI Andrea Facci, che dopo il Consiglio Federale odierno raggiungerà la delegazione in Germania - La gara di ieri è stata al cardiopalma fino all’ultimo attrezzo, dove abbiamo superato di pochi decimi la Germania, in casa sua. Un inizio migliore, a questi Europei, non lo potevamo immaginare. Una bella iniezione di fiducia per la coppia mista di oggi, competizione nuova che incuriosisce molto e che per noi potrebbe essere il mix della consacrazione di genere, una sintesi perfetta di due gruppi vincenti. Complimenti anche agli individualisti che si sono qualificati per le rispettive finali all around e di specialità, con piazzamenti interessanti che proveremo a difendere nei prossimi giorni. Tutta la Federazione deve essere orgogliosa e soddisfatta del lavoro fatto negli ultimi mesi”.